LA MORTE DI UN BINARIO: IL TRENO DA SASSARI A GOLFO ARANCI CON CAMBI A CHILIVANI ED OLBIA

 
di Alberto Mario DeLogu

Era il nostro vettore low cost per il resto del mondo, era il binario vivo che portava all’altrove d’oltremare, a tutto l’universo che esiste di là dell’orizzonte. Per i giovani sardi di pochi mezzi e di molti amori era il modo più economico per scavalcare il mare. Con due-tremila lire si prendeva il treno da Sassari, cambio a Chilivani, cambio a Olbia, poi altri venti chilometri di languore mediterraneo, la Sardegna t’augurava il buon viaggio con una festa di lentischi, eriche in fiore, mirti in frutto e graniti a fior di binario. Fine della corsa a Golfo Aranci, porticciolo sonnacchioso al riparo di una rocca possente, che s’animava due volte al giorno: all’arrivo e alla partenza del traghetto delle FS. Ricordo il clangore dei vagoni che entravano nella pancia della nave, il nome della nave, Gennargentu, il prezzo del passaggio ponte, dodicimila lire, la notte in passeggiata a prender vento in faccia, tentare di dormire e riuscirci a malapena solo al mattino, quando la nave era ormai in porto, una scossa all’urto sull’invaso e l’attracco. La Tirrenia era già là, aveva già sbarcato, ci aveva superato in nottata. Un altro treno che ti porta a Roma, milleduecento lire. Civitavecchia non profuma come Golfo Aranci, e invece della rocca di granito c’è un fumaiolo biancorosso. È la terraferma, non sa di lentischio ma di tanta gente, tanto spazio e tanto buon odore di cornetti caldi e gasolio. Quello era un mondo enorme, molto più grande di quello di oggi. La pancia del Gennargentu era lo stargate di un cunicolo spazio-temporale oltre il quale era il pianeta alieno. Il teletrasporto durava una notte intera, non pochi quarti d’ora come oggi. Oggi, vengo a scoprire che il Gennargentu è demolito, la linea delle FS non esiste più e Golfo Aranci non riceve più navi gravide di treni. Mi consola solo sapere che, come me, anche lo Stato italiano si rifiuta di credere che tutto ciò sia finito, e come un vecchio ammiratore che continua a mandar mazzi di rose alla sciantosa ormai in pensione, così anche quello continua a pagare fior di milioni per tenere in vita un binario ormai morto.

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