DAL CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE, IL DOCUMENTO DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI SARDE IN ITALIA

nella foto da sinistra: Filippo Soggiu, Tonino Mulas, Serafina Mascia, Massimo Cossu e Maurizio Sechi


dall’Esecutivo F.A.S.I. guidato da Serafina Mascia

Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI (Federazione delle  Associazioni Sarde in Italia), composto dai presidenti delle 70 associazioni aderenti, riunito a Milano il 25 novembre2012, hadiscusso e approvato la relazione sulle attività realizzate nel2012, acominciare dalla battaglia sulla continuità territoriale,  e sulle linee programmatiche, sulle progettualità  e sulle azioni prefigurate per il 2013.

Sono stati messi in evidenza alcuni punti.

1. La FASI è solidale con i lavoratori sardi in lotta per la difesa del posto di lavoro: dall’Alcoa alla Vilyns, dalla Carbosulcis alle piccole e medie imprese in difficoltà.

2. A fronte dei gravi problemi economici della Sardegna  i circoli FASI si impegnano  a rafforzare il loro operato nella direzione della promozione  della cultura sarda, dei prodotti sardi, del turismo verso l’isola. A questo fine  si è deciso di potenziare l’impegno nel settore dei viaggi e del turismo di gruppo e di sperimentare la costruzione di una piattaforma unitaria  di tutti i circoli nella promozione del prodotto sardo.

I circoli FASI rafforzeranno il legame e la collaborazione con gli organismi istituzionali e associativi operanti in Sardegna (Comuni, Pro Loco, Istituzioni e Associazioni culturali, Consorzi organizzativi ed economici) in modo da  operare in costante sinergia con essi per far fronte – insieme con essi – a questa situazione di crisi.

3. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI

a) richiama l’attenzione sulla discussione della legge “Per i sardi nel mondo” (sostitutiva della storica L.R. 7/1991) portata in Giunta dall’Assessore al Lavoro e approvata. Questo testo non è stato assolutamente condiviso durante la discussione nell’ambito della Consulta per l’emigrazione e quindi è necessario che  sia ridiscusso in Commissione e in Consiglio, con l’apporto dei gruppi consiliari  e ascoltando le proposte delle organizzazioni dell’emigrazione.

b) richiama l’attenzione dell’Assessorato al Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, della Giunta, del Consiglio regionale e delle Commissioni Bilancio ed Emigrazione sulla grave situazione e sul rischio di estinzione della rete organizzata dei circoli dell’emigrazione se lo stanziamento delle risorse in bilancio diminuisse al ritmo degli ultimi due anni.

4. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI comprende benissimo che tutti devono 

adeguarsi a una diminuzione delle risorse unita a un maggior rigore nella qualità e nell’efficacia della spesa operata da ciascuna associazione. I fondi per l’emigrazione sono diminuiti di 1/3 nelle somme messe a bilancio rispetto a due anni fa ma la cosa più grave è che nell’impegno effettivo la spesa è stata tagliata di 2/3.

5. Attraverso il volontariato e le attività promozionali i circoli si impegnano  ad aumentare la quota di autofinanziamento per permettere, malgrado la crisi, il mantenimento delle sedi e la qualificazione delle attività. In questo modo finora si è fatto fronte al  rischio di chiusura. La prospettiva di tagli ulteriori  non è però sopportabile e il rischio di chiusura incombe; sono le forze politiche  che possono e che devono dare una risposta sulla  utilità  e sulla possibilità di sopravvivenza della rete dei circoli costruita con l’impegno volontario  di migliaia di emigrati e con i finanziamenti garantiti dalla Regione Sardegna.

6. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI richiama l’attenzione sul valore sociale e di accoglienza dei circoli sardi nel mondo in un momento grave della ripresa di una nuova emigrazione di massa dei sardi nel mondo.

La rete dei circoli ha una valenza ancora più significativa per quanto riguarda la rappresentanza e la promozione della Sardegna. Ricordiamo: le rimesse (cioè i risparmi inviati in Sardegna, che continuano, come afferma un recente rapporto dell’Ufficio Studi del Senato); gli investimenti nelle case; la ripresa della residenza in Sardegna da parte di  molti emigrati, che pagano le tasse in Sardegna  e lì spendono la loro pensione per tutto l’anno o per pochi mesi; il consumo dei prodotti.

7. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI propone per il 2013 quattro direttive di iniziative tematiche (Cinema; Letteratura; Promozione turistica; Promozione enogastronomica) e 5 Progetti specifici:

a) Progetto di una manifestazione nazionale a Roma per la celebrazione del centenario della prima riunione, a Roma nel maggio 1914, dei sardi attivi nell’Italia  continentale (al Primo Congresso Sardo partecipò anche Grazia Deledda);

b) progetto per la salvaguardia  e la valorizzazione dell’Archivio Storico del mensile “Il Messaggero Sardo”, cartaceo dal 1969 al 2010;

c) progetto “Seminario nazionale Giovani FASI” su “Imprenditoria/Cultura e Solidarietà”;

d) progetto Meeting “Scrittori sardi in Sardegna – Scrittori sardi fuori di Sardegna”

 (ci si collegherà all’esperienza di  “Liberos”, il social network che in Sardegna mette in contatto autori, editori, librai e bibliotecari);

e) Progetto  Coordinamento Donne: “Fare impresa con gli antichi saperi”.

8. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI ha salutato i tre nuovi presidenti (rispetto all’ultima riunione dell’organismo) di circoli FASI: Carlo Casula, 37 anni, già responsabile  dei giovani, per Vimodrone; Rita Marras per Magenta; Gianni Mattu, nuovo giovane presidente per Padova).

9. Il Consiglio Direttivo Nazionale della FASI, informato sulla improvvisa scomparsa dello scrittore Bachisio Floris, presidente dei probiviri del circolo “Il Gremio” di Roma, ha espresso le condoglianze a Giovanni Floris e famiglia.

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6 commenti

  1. Credo che il punto 5 ( facendo salvo il valore e l’importanza di tutti gli altri) sia fondamentale attualmente. L’autofinanziamento dei Circoli pretende un collettivo che studi una sorta di conduzione anche manageriale dei Circoli che superi la parte assistenziale della Regione( che prima o poi avra’ fine), con le proprie forze, proprio puntando su attivita’ nuove o rivisitando quelle attuali. Non è assolutamente facile, ma è l’unica via non per far sopravvivere, ma rivivere I Circoli che sono una struttura portante per l’economia e l’immagine della Sardegna

  2. Dal continente sono solidali con noi sardi – sardi veri mica come loro che qui quando è tanto ci vengono in vacanza – che a fine mese arriviamo quasi con la fame, che perdiamo ogni giorno decine di posti di lavoro, che dobbiamo fare i conti con Vinyls, Carbosulcis ecc. E loro…. sono solidali! La parte comica è che si lamentano che la regione gli ha tagliato i soldi. Però sono solidali non dimentichiamocelo.
    Ma non avete vergogna a chiederci i soldi che non abbiamo…… non vi vergognate neanche un po’ a dire che i circoli rischiano la chiusura quando noi qui rischiamo di non mangiare? Statevene lì che avete lasciato la Sardegna sputandoci sopra.

  3. Giovanni Cervo (Milano)

    Gentile Annalisa Corda, probabilmente la chiarezza di idee non fa parte delle sue qualità personali.
    Affermare che i SARDI (maiuscolo) fuori dall’Isola, non sono pari o "veri" come Lei sarda (minuscolo) residente, denuncia una notevole assenza di capacità a capire il fenomeno drammatico e tutt’altro che voluto dell’emigrazione.
    Mio padre (Olbia 1920) oggi si sta rivoltando nella tomba a sentire le Sue parole. E’ emigrato la prima volta a 20 anni per farsi 6 anni di "vacanza" tra le guerre d’Africa e quella di Russia riportando là una ferita in combattimento e la perdita permanente delle unghie delle mani per il congelamento nelle campagne dell’Ucraina.
    Terminata la "vacanza" torna in Sardegna deciso a continuare lo stato di godimento vacanziero trovando la splendida collocazione nelle miniere di Carbonia/Cortoghiana sino al 1960, cercando poi un’alternativa quando ormai era chiaro che il Sulcis delle miniere era ormai finito. Decise quindi di prendersi ulteriori soddisfazioni partendo immediatamente per le miniere di Essen in Germania, restandoci diversi anni sputando non sulla Sardegna ma sul carbone estratto…
    Infine il rientro in Italia ma a Milano dove però con sua grande soddisfazione ha visto coronare il suo sogno di vedere i suoi 5 cinque figli (3 nati in Sardegna) laurearsi o diplomarsi, svolgere attività di lavoro significative ma non mancando di trasmettere e far mantenere agli stessi l’amore verso la Sardegna, tanto che il sottoscritto (Carbonia 1947) da oltre 30 anni svolge attività di volontariato nell’associazionismo dei circoli sardi trascurando talvolta, ma come molti altri, anche la presenza nella propria famiglia.
    Gentile Annalisa Corda, solo il nascere in Sardegna non ne fa un vero Sardo…ma lo è l’amore verso questa terra, così come mio padre ci ha saputo trasmettere, il rispetto della stessa, la volontà di farla crescere, impegnarsi anche a distanza per la stessa …. così come l’abnegazione e la determinazione delle migliaia di volontari fuori dall’Isola che apprezzerebbero più volte almeno pari impegno e determinazione, chiarezza di idee e ricerca di prospettive, da parte alcuni "sardi" residenti che non si accorgono che la società, purtroppo per loro, non ha molta stima, attenzione e considerazione verso i deboli e "lamentosi" che non si impegnano e lottano per portare avanti le proprie ragioni.
    P.S. Quest’anno, sarà contenta, non ho fatto le vacanze in Sardegna…ma a tutt’oggi non manca il mio impegno a far sì che il Circolo nel quale collaboro sia attivo ad inviarci migliaia di milanesi che, spero concordi con me, serve a portare qualche beneficio alla nostra amata e comune terra.

  4. Paolo Sanna (Lugano)

    Annalisa carissima, mi permetto un tono confidenziale e paterno perché il tuo scritto ti presenta ai miei occhi, giovane e irruente ma abbastanza adulta da infarcire il tuo scritto con pennellate di livore.
    Come ero solito fare con i miei figli quando combinavano qualche marachella, ti immagino a me vicina e con tutto l’amore e la tranquillità di cui ero e sono capace, cerco di spiegarti alcune cose che mi pare tu ignori.
    Capisco e so perfettamente il dramma dell’occupazione in Sardegna.
    Sento la disperazione in tutti quei giovani che un giorno si e l’altro pure, mi inviano e-mail dalla MIA Terra disposti a qualsiasi lavoro pur di scappare dalla miseria e dalla fame.
    Nessuno dei Sardi residenti capisce meglio di noi, che viviamo di qua del mare, cosa significhi miseria, disperazione e impotenza di fronte ad un diritto negato come il lavoro, sancito nella Costituzione ma disatteso per mille e una causa che non è qui il caso di elencare.
    Il nostro essere ‘di qua’ è conclamata dimostrazione che per quel calvario siamo passati noi per primi.
    Tra mille difficoltà, ripudiati dagli indigeni come non lo sono ora neanche gli extracomunitari ed evitati come lo sono solo chi fa parte della tribù degli ‘Altri? (lo sai, vero che ‘noi’ siamo sempre i migliori mentre ‘gli altri’ sono i pezzenti?), pian piano abbiamo ricostruito le nostre esistenze con la speranza di un ‘ritorno’ sempre più lontano, sempre più ‘indesiderato’.
    Quindi ci siamo costruiti la casa in Sardegna dando lavoro a chi era rimasto.
    Quindi abbiamo portato nell’Isola la ricchezza delle nostre rimesse che erano, come sono, oro colato, o se preferisci, acqua fresca nell’arsura di un deserto
    Quindi ci siamo riuniti e associati,
    Quindi sono nati i circoli dei sardi nel mondo dove sempre più numerosi sono arrivati proprio quegli indigeni che, vivendoci accanto hanno capito che i sardi non erano tutti banditi, si sono innamorati del nostro carattere che non era quello presentato dalla tivù, hanno assaporato le delizie della nostra Terra perché nei nostri circoli aveva cominciato ad arrivare sempre più merce Sarda (vino, pecorino, agnelli, carciofi, pane carasau…).
    Quindi i supermercati di tutto il mondo, hanno cominciato sempre meno timidamente a riempire scafali della Nostra merce.
    Quindi La Tirrenia ha dovuto aggiornare le vecchie carrette del mare.
    Quindi è arrivata la concorrenza di altri armatori anche se ad Olbia ci siamo visto confrontati con l’indifferenza dei residenti per le comuni rivendicazioni.
    Quindi abbiamo cominciato ad organizzare Tours portando sempre più gente a visitare la nostra Terra perché incuriositi dal nostro parlare di un’isola ‘che non c’e l’uguale?
    Ti sto annoiando, vero?
    Spero, cara Annalista, tu non sia troppo giovane – o così ingenua – da pensare che tutta la produzione dei nostri pastori, il turismo con tutto l’indotto, l’agricoltura, insomma quel poco che ancora assicura la sopravvivenza che lamenti, sia ad uso e consumo dei sardi residenti.
    Certo fare promozione costa e i circoli sono obbligati ad avere una sede con tutte le spese che questa comporta.
    Da come ti esprimi non mi sembri molto informata e pertanto mi permetto di dirti che non mi vergogno affatto di dire che i circoli ‘rischiano la chiusura’ perché quei pochi spiccioli pro capite che la Regione spende per i circoli rientrano moltiplicati come il biblico pesciolino e i cinque pani.
    Dimenticavo! Trovati il tempo di informarti per verificare quanti sono rientrati in pensione o rientrano tre o quattro mesi all’anno spendendo in Sardegna denaro pregiato guadagnato in Terre straniere, a volte molto ostili.
    Dimenticavo un’altra cosa!
    Nel lavoro che faccio, ogni ora mi frutta tanto da vergognarmene se penso alla disperazione della mia Gente; in oltre trent’anni di militanza nei circoli ho regalato – si regalato – alla Sardegna – e anche a te che ancora lì vivi – una buona parte del mio tempo libero rubandolo ai miei affetti più cari e spesso al mio conto in banca per pagare spese sostenute a nome della Regione Sarda.
    Proprio questa settimana è deceduto Agostino Ghilardi, che nel settant’uno aveva otto anni quando fu sequestrato con il suo babbo.
    Mi vergogno, si! Mi vergogno e tanto, quando, devo spiegare per l’ennesima volta, cellule impazzite – capaci del peggio più peggio – che sono la vergogna e un marchio sempre più sbiadito per merito anche dei sardi che, vivendogli accanto, si sono fatti apprezzare per la loro onestà, operosità e simpatia.
    Per quanto all’invito a starcene qui perché abbiamo lasciato la Sardegna sputandoci sopra, non posso dirti in questa sede dove sputerei volentieri dopo averle delicatamente aperto le palpebre con due indici delicati e premurosi.
    Cordialmente

  5. Virgilio Mazzei

    Condivido quanto scritto da Giovanni Cervo e Paolo Sanna in risposta alla "bellissima" lettera di Annalisa Corda.
    Dopo quello che ha scrito sui sardi che hanno lasciato la loro terra per crearsi un avvenire migliore non merita di essere appellata "Gentile Annalisa" nè "Annalisa Carissima". Trppo buoni!
    Anch’io sono un emigrato sardo, ma alla Sardegna e quel meraviglioso popolo sardo ho sempre dato qualche cosa col mio lungo periodo di volontariato nelle varie strutture dell’emigrazione, ma non ho mai sputato sopra la mia terra nel senso che intende la nominata.
    Ma chi è questa Corda? Mi farebbe piacere sapere che cosa ha fatto e dato lei per per la Sardegna. Spero che non sia una di quelle persone che aspettano che il lavoro (magari di prestigio) vada a cercarla a casa, o peggio ancora confida sulle pensioni dei familiari.

  6. Salvatore Dui (Trento)

    Buonasera, leggo con sgomento la lettera della signora Corda, che con acredine degna di miglior causa lancia strali contro la rete di tutti i Sardi che per lavoro o per altre scelte di vita vivono al di qua del mare. Ma questa signora ha mai provato a fare un po’ di associazionismo? ha mai provato a confrontarsi con reltà meno anguste di quelle che le sue parole lasciano trasparire? Ha mai provato ad aprire i suoi orizzonti e cercare di fare davvero qualcosa di utile per la sua e nostra Terra Madre? Credo la pochezza degli argomenti nella sua missiva denoti una scarsa volontà di rendersi artefice del proprio destino, magari condividendo con altri la capacità di stare insieme per costruire comunità come quelle dei Circoli, per mostrare ai concittadini delle città dove viviamo e lavoriamo e dove vivono i nostri figli, quello che noi Sardi sappiamo fare senza più bisogno di pietire alcunchè, o aspettare i soliti illusionisti della politica che vengono a proporci un meraviglioso futuro e che dopo ci lasciano con un pugno di mosche. Vede Annalisa, da parte mia e di tutti i soci del Circolo di cui mi onoro di essere Presidente non è passato mai per la mente di sputare sulla Sardegna, anche perchè ritengo sia un gesto di estrema maleducazione. E a proposito di educazione, l’etimologia di questa parola significa ex docere, cioè portare fuori. Ecco, Annalisa, se lei ne è capace, porti fuori le sue energie positive, se gliene sono rimaste, e vedrà che il mondo, anche quello molto piccolo che la circonda le sembrerà migliore.
    Le auguro buona vita.
    Salvatore A. Dui

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