AL CIRCOLO "ICHNUSA" PER UNA SANA CONVIVIALITA': A MESTRE IL BASKET FEMMINILE SARDO IN TRASFERTA


Ammaliati dalla pasta di cappero. Al Circolo Ichnusa di Mestre emigrati sardi e veneti doc, una trentina in tutto, fanno a gara nell’affondare il coltello per primi nei pittoreschi vasetti in ceramica giunti direttamente da Selargius, gelosamente “scortati” dalla milizia giallonera assieme anche alla bottarga, al libro sulla storia del San Salvatore e al gagliardetto che sono stati donati ai padroni di casa. Cambiando l’ordine dei prodotti il risultato non cambia: che sia una “perra” di pistoccu o una fetta di pane qualunque, il palato gioisce e pretende altri derivati dei boccioli verdi. In quel quarto d’ora di saluti, lacrime e abbracci si decanta spesso la prelibatezza campidanese che ancora non era stata contemplata tra i prodotti da smerciare nell’assortita rivendita all’interno del Circolo. Si viene a sapere che l’azienda “Il cappero Selargino”, nel 2009, è arrivato alla finalissima dell’ Oscar Green per l’innovazione in agricoltura e l’importante riconoscimento gli è stato comunicato alla presenza proprio di un veneto, l’allora Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia. “In questi giorni chiamo il titolare Marco Maxia e mi metto d’accordo per la commercializzazione dei suoi articoli – dice un entusiasta Francesco Cascone, marito campano della villacidrese Bruna Lai, presidentessa del Circolo Ichnusa e ribattezzata “la pasionaria sarda” per la sua innata forza di volontà nel portare avanti tantissime iniziative nei dintorni della laguna. Nel piccolo buffet sapientemente organizzato in via Bellini abbondavano gli spiedini di mozzarella e pomodori, giusto qualcosa di leggero per non affaticare lo stomaco delle atlete chiamate ad affrontare la big Umana di lì a poco. “Qualcuna ha assaggiato – dice Francesco – qualcun’altra no, in compenso tutte hanno bevuto molta acqua”. Tra i dirigenti accompagnatori il più emozionato é Gabriele Cinus perché pensa a quanto sia stato fortunato nel restare nell’isola e a non aver dovuto intraprendere viaggi della speranza oltre Tirreno. Dopo i primi minuti di titubanze, dovute allo stress del viaggio, anche le ragazze svestono per alcuni minuti i panni delle atlete e si incuneano nella baldoria con la solita simpatia che le contraddistingue. Si sprecano anche le battutine sulle virtù di chi è basso di statura e di chi invece non lo é. Laura Palmas ne racconta i dettagli: “Uno di loro ha detto che portava a Venezia solo le alte perché le basse sarebbero affogate con l’ acqua alta; facendo un rapido calcolo tutte le sarde sarebbero affogate, tranne Vanessa Pibiri. Ma Selene Perseu, esprimendosi anche in lingua sarda, ha subito trovato la soluzione, dicendo che noi piccolette ci saremmo fatte prendere sulle spalle dalle altre”. Risate a parte, Laura è rimasta colpita dall’attaccamento alla terra natia di Bruna Lai: “mi ha detto che vive da più di 30 anni a Venezia, ma ha insegnato il sardo a figlie e marito” Dopo il successo di questo primo contatto, già si stanno programmando nuovi incontri perché il San Salvatore giocherà a Marghera il prossimo 15 dicembre e per quell’occasione si vorrebbe organizzare qualcosa di più serio dal momento che ci dovrebbe essere più tempo a disposizione nel dopo gara. Ora l’attivissimo circolo Ichnusa concentrerà tutti i suoi sforzi nella tradizionale cena sociale dell’otto dicembre durante la quale saranno serviti alimenti rigorosamente sardi dagli antipasti fino al dolce.

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