RIDISCUTERE IL RUOLO DELL'EMIGRAZIONE SARDA ORGANIZZATA: DIBATTITO ONLINE SU "TOTTUS IN PARI" SULLE DIMISSIONI DI FRANCESCA FAIS DALLA PRESIDENZA DELLA FEDERAZIONE SVIZZERA


di Massimiliano Perlato

E’ la notizia che ha scosso il mondo dell’emigrazione sarda quella delle dimissioni annunciate da Francesca Fais dalla Presidenza della Federazione dei circoli sardi della Svizzera. E l’eco, dopo l’annuncio sulle pagine di Tottus in Pari, non è mancato nelle interpretazioni di coloro che hanno avuto modo di apprezzare l’impegno della giovane originaria di Sindia che vive e lavora a Losanna.

Così ha commentato Alberto Mario Delogu, Consultore per l’Emigrazione dal Canada: “Se Francesca fosse rimasta ancora alla presidenza della Federazione Svizzera, dopo qualche anno non sarebbe più stata Francesca Fais”. Le parole di affetto per Francesca arrivano da ogni angolo del mondo, perché è pur sempre comprensibile quanto sia complicato svolgere una mansione così delicata come quella di guidare una Federazione in un periodo come questo, con le problematiche oramai consolidate nel rapporto con le Istituzioni della Regione Sardegna sulla questione risorse.

Ma è da questo passo che parte una riflessione più ampia sul ruolo attuale dell’emigrazione sarda.

Omar Onnis di ProgReS sottolinea come “bisogna aprire un grande dibattito, libero e non egemonizzato da strutture e posizioni di potere acquisite, possibilmente in terreno neutro per il forte rilancio dell’emigrazione sarda ma non con lo smantellamento della rete associativa messa su negli anni. Si tratta di riformulare alcune cose, renderla più adatta a cimentarsi con i fenomeni contemporanei e darle una personalità più spiccata. L’emigrazione sarda è un asset strategico, non è un corpo estraneo e nemmeno un peso per la collettività residente in Sardegna. Bisogna partire da questo presupposto”.

Sullo stessa linea anche Maria Adelasia Divona, responsabile del settore cultura al “Montanaru” di Udine:”la legge recentemente approvata in tema d’emigrazione non ci aiuterà. Spesso ci sentiamo dire ‘abbiamo sempre fatto così’: non è facile spiegare la necessità del cambiamento e dell’ineludibile riconversione della natura dei circoli e delle attività. Anche ad Udine ho sottolineato la necessità di affiancare ai conti in ordine anche una proposta di cambiamento per il prossimo esecutivo che comprenda una revisione della natura dell’associazione e delle sue attività alla luce della crisi che ci ha travolto, delle attuali caratteristiche degli iscritti e di alcune nuove attività che possono essere introdotte per fare cassa e consentirci l’esistenza in vita”.

Piazza pulita e ripartire con altre idee è anche ciò che esige fortemente Giusy Porru da Parigi presidente fino a qualche tempo fa dell’Associazione da lei creata “Casa Sardegna” non legata però alla rete dei circoli: “le dimissioni sono sempre frustanti e dolorose. Ho sempre reclamato quanto sia necessario fare più controlli e verifiche sopratutto all’interno dei direttivi, ora è tempo di farlo non solo in Svizzera ma anche qui in Francia e altrove dove sia necessario. Si tratta certo di conflitti generazionali, i pochi giovani che si impegnano nelle attività dei Circoli, spesso devono far fronte a vecchie prepotenze ancorate dall’abitudine, un muro di despoti che fanno il buono e il cattivo tempo. E’ necessario un vero rinnovo alla radice perché le Associazioni non hanno a che vedere con la politica e che  la smettano di comportarsi come strumento di potere e di interesse, come si sono rivelati alcuni Circoli, Federazioni e molti dei loro vecchi rappresentanti”.

Parole che sferzano quelle che arrivano da Parigi e va dato atto alla Porru di dire cose che gran parte delle persone che vivono il mondo dell’emigrazione sarda condividono seppur sommessamente. Le Federazioni sono di fatto centri di potere e di gestione risorse fino a poco tempo fa anche ingenti. Il dibattito sulle nuove forme di organizzazione della diaspora è impellente. E il legame con la politica sarda è conseguentemente lampante.

Testimonianze d’affetto per Francesca arrivano dall’Argentina, nella figura di Marga Tavera Presidente della Federazione e in diverse istanze dalla Germania con portavoce Alexandra Porcu, Presidente del circolo sardo a Berlino “Non sono mai stata presidente di una Federazione, ma già esserlo di un circolo è gravoso, condivido queste sue riflessioni e scelte”.

Mariella Cortès, emigrata a Milano da Sassari, era presente all’ultimo Congresso in Svizzera: “Mi dispiace perchè, pur aderendo in toto alle parole della Fais, mi rendo conto che il mondo dell’emigrazione ‘perde’ una scintilla di vita di grande importanza, capace di far sentire forte la propria voce e di proporre azioni concrete. Mi auguro che quanto detto a Lucerna nell’ultimo Congresso non vada perso e che le sue idee siano di ispirazione per chi prenderà il suo posto”.

Tanti amici da Losanna sostengono la Fais, come la Presidentedel circolo sardo Josiane Masala che afferma “Francesca in questi 5 anni, hai saputo gestire e dirigere l’emigrazione sarda in Svizzera con grande positività e orgoglio. Abbiamo sempre aderito alle sue idee e queste ci hanno permesso di fare tanti passi avanti e come organizzazione locale, ma soprattutto come rappresentanti in Svizzera della Sardegna. I suoi ideali innovativi avrebbero permesso risparmi per la nostra Regione (soprattutto sapendo la situazione critica che si vive in questo momento) ma anche innumerevoli possibilità di sviluppo per le nostre attività, come il Progetti del circolo virtuale, o la sede non obbligatoria, evitando in questo modo affitti pagati inutilmente che avrebbero giovato al benessere dell’emigrazione”.

In diversi sempre dal Paese rossocrociato evidenziano quali problematiche interne stiano attraversando ultimamente i circoli sardi in Svizzera. Come Paolo Sanna che fa parte del circolo “Sa Berritta” uscito dalla Federazione dopo un “conflitto interno” di qualche tempo fa: “evidentemente nulla è cambiato da quando sei anni fa abbiamo intrapreso la via solitaria abbandonando una federazione ingessata nelle sue insicurezze e per questo timorosa di affrontare una rottamazione di vecchie abitudini”.

A qualcuno giusto per “par condicio” la lettera di Francesca non è andata giù: come a Guido Pinna che afferma “E’ palese, che questa “ lettera di dimissioni ” è una rabbiosa e pubblica polemica che non vuole colpire solo la Federazione Svizzera. Non vi era momento migliore per mettere in cattiva luce l’impegno sociale e politico degli emigrati. Sono stanco di queste divisioni e di ’ questo ‘vecchio e giovane’ opportunismo duro a morire”.

Insomma, il dibattito si fa aperto e vivace. In attesa che il prossimo direttivo nazionale in Svizzera faccia luce anche sulle prospettive future dell’emigrazione sarda organizzata in quel paese.

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2 commenti

  1. Fabio Sebis Balia (Carbonia)

    Cosa succede nei circoli sardi?

  2. Virgilio Mazzei (Genova)

    Discutere, approfondire l’argomento e capire il perchè delle dimissioni di Francesca FAIS (avrà sicuramente le sue buone ragioni) va benenissimo, ma mi sembra che vada meno bene enfatizzare tale decisione. Non facciamone un’eroina. Penso che questo non faccia bene all’organizzazione dei circoli svizzeri, e forse non lo desidera nemmeno l’interessata.

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