LA GRANDE SCOMMESSA DI DANIELA DUCATO E OSCAR RUGGERI: LA PARTECIPAZIONE ALLA FIERA DI RHO AL "MILANO ARCHITETTURA DESIGN EDILIZIA"

nello stand "Edilana", Oscar Ruggeri


di Sergio Portas

Se vi capitasse di andare a Cuba prima che Fidel se ne vada all’altro mondo (e a giudicare dalle ultime notizie che lo riguardano mi sa che occorra affrettarsi) non potrete non essere colpiti dalla pervasività con cui il mitico “Che” Guevara copra ogni singola attività isolana. Il Che è dappertutto: manifesti, magliette, fotografie e libri che ne raccontano le gesta: è diventato un “brand”, dici Che Guevara e dici Cub: una certa Cuba, con le pezze al culo ma solidale coi poveri, tutti a scuola a spese dello Stato e i migliori all’università, anche se addottorati dovranno restituire allo Stato il prezzo della loro laurea. Contraltare di tante politiche sociali, per lo più sconosciute agli altri  popoli dell’America latina, Fidel e ora suo fratello Raul pensano per tutti, niente elezioni, niente libertà di stampa, niente libertà tout court. Paradossalmente invece il “Che” è sinonimo di rivoluzione. Conversando con Daniela Ducato, l’imprenditrice sarda di Guspini che ha ricevuto in Campidoglio il premio del SFI (Sustainability International Forum) 2012 per Editerra edilana, presenti tra gli altri il ministro Clini e  il presidente della provincia Zingaretti (che aspira all’eredità della Polverini affondata dai vari Fiorito e Maruccio) le dicevo che anche la Sardegna nuova, quella che dovrà una volta resuscitare dalle ceneri di una disastrosa politica socio-industriale che ha portato alla militarizzazione del suo territorio (leggi poligoni e uranio impoverito), alla catastrofe del Sulcis e della chimica di Porto Torres, alla cementificazione selvaggia di molte sue coste, la “Sardegna green” e dolce come la saba dei pabassini, avrà bisogno di un brand e, a mio avviso, il nome di Antonio Gramsci era quello che subito mi veniva in mente. Il Gramsci ragazzetto di Ghilarza che se ne andava per la valle di Chenales a raccattare serpi per il suo falco. O quello che si fermava ammaliato dal tremore dell’acqua del Tirso sui muretti dei muristeni di san Serafino. Insomma dici Sardegna green e ti devono venire alla mente i suoi occhialini, e viceversa ( per darvi un’idea , la mela di Apple è un brand che vale 183 miliardi di dollari). Daniela mi scrive poi che, a domanda di giornalista, nell’occasione del premio gli ha buttato lì quest’idea (ti ho citato, mi dice). La Sardegna nuova che verrà, sempre che i sardi si diano una mossa e buttino a mare (metaforicamente) i vecchi arnesi della politica isolana che l’hanno fin qui massacrata (tipo quelli che regalano le bandiere dei quattro mori ai Berlusconi di turno per intenderci) Daniela e suo marito Oscar Ruggeri (lui guspinese doc lei acquisita da Cagliari) e i loro due figli Jacopo e Leonardo, fortunati la abitano di già. Anche bravi però, che se la sono costruita e continuano a farlo giorno dopo giorno, mercè comportamenti di interazione sociale  che ineriscono al loro modo di intraprendere e di vivere la vita. Qui a Milano la loro ditta l’Edilana è alla fiera di Rho per la MADE expo (Milano Architettura Design Edilizia): c’è tra i big della industria italiana il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, patron di Mapei e presidente del Sassuolo che quest’anno finirà in serie A (pronto a pagare pegno se fallirò la previsione) e con lui altri 1238 espositori che tutto sanno fare per rendere una casa più vivibile, bella , sicura, ecologicamente compatibile ecc ecc. Una babele che ci vuole un Tom Tom apposito per districarsi tra i vari padiglioni, e meno male che la mia ex moglie ha preso il vizio di usare la lana di pecora sarda per i suoi maglioni, cosicché è stata avvisata che i suoi fornitori sono presenti allo stand n.18, diversamente mai avrei trovato quelli di Edilana. Che sono allo “Smart Village”, 50 aziende in un’area di 2mila MQ che incontrano i progettisti per approfondimenti su materiali e tecnologie per costruire efficiente. Arrivo giusto in tempo per assistere alla consegna, da parte di due stangone  sui vent’anni, dell’ennesimo premio (Best Product Awards 2012) , a Oscar Ruggeri. Il tempo di fare le foto di rito e poi ci si siede su sedie di cartone a parlare di quella Sardegna che vi dicevo. Gli è che è impossibile dialogare con Daniela e Oscar di qualcosa di diverso poiché questa è la vita che stanno dipanandosi davanti, con una ostinazione che nasconde il piacere di farlo. Non ho materialmente lo spazio per descrivervi anche solo per sommi capi la loro attività imprenditoriale, “cliccate” su edilterra.it e lì c’è quasi tutto. Da quella intuizione, che una coga fece venire a Daniela nella banca del tempo di Guspini, come si trovò isolata termicamente e  foneticamente nella capanna di pelo di pecora sarda che dei bimbi avevano costruito  per gioco, sono nate Edilana e le sue collegate Editerra, Edilatte, Ortolana . Una rete di imprenditori che fa veramente squadra, che usa prodotti sardi a chilometro zero, senza cioè che l’anidride carbonica che sta arrostendo questo nostro povero pianeta incrementi in modo incontrollato e selvaggio. I camion che trasportano merci in Sardegna non ritornano vuoti in continente, come hanno fatto da sempre, ma trasportano i prodotti di Edilana . Le case ecologiche messe su dagli architetti bio di Guspini si ispirano alle vecchie case di lardini ma sono arricchite da nuovi apporti studiati e testati da tecnici internazionali, quelli che rilasciano i certificati di eccellenza ecologica. E tutto questo senza che un solo quattrino venga dalle casse dello stato o degli altri enti locali, che in ultima analisi sarebbero poi le nostre. E’ stata eletta donna sarda dell’anno 2012 Daniela, premiata dal sindaco “giovane” Zedda, di quella onda arancione che ha portato a eleggere Pisapia a Milano, che hanno ecologia come secondo termine dell’acrostico dei loro partiti di riferimento, e spero che non se lo dimentichino mai. Oscar è abbronzato neanche fossimo a fine luglio, settimana scorsa ha partecipato al varo nel porto di Cagliari, presenti autorità navali e skipper di vaglia, di una barchetta di solo legno: la Seagull (ora al salone della nautica di Genova), con “zavorra intelligente” ( leggi terra cruda, olio di sansa d’oliva, vinacce di cannonau) costruita a mano dal figlio Leonardo che ha soli quattordici anni ( seguito dal maestro d’ascia scozzese e ingegnere navale Steward Hyder). Magari non ci farà le Bocche di Bonifacio da subito, ma vuoi mettere l’esperienza che sta vivendo! Non se la scorderà tutto il resto della vita. E verrà su ecologista come babbo e mamma, rispettoso dell’ambiente e curioso dei prodotti che la sua terra di nascita gli mette davanti, pronti ad essere utilizzati in modo dolce per migliorare la vita di tutti coloro che con lui interagiscono. E visto che gli è capitato di nascere in un’isola, tutti coloro che interagiscono forzatamente con lui sono isolani anche loro, perciò stesso degni della sua predisposizione a una socialità attiva, degni di fare parte della rete di fili di ragno che unisce sardo a sardo, in grazia del suolo comune che si calca e in grazia della scelta di vita che ognuno ritiene di dover fare in un futuro di rinascita green della casa comune. La Pachamama, la madre terra sarda. Come fa anche Jacopo, il secondo dei figli dei Ruggeri di cui vi  vado narrando, che nel mentre frequenta il liceo studia il cinese e anche quest’anno, lui diciassettenne, se ne è andato a Pechino, in vacanza. Non ci crederete ma vi ha incontrato altri guspinesi, neanche fosse uscito in pratza ‘e cresia  di domenica mattina: si è imbattuto in Lidia Casti che coi figli di Confucio traffica e scambia da sempre (Chi ha paura dei cinesi? ed. Bur 2008) e scommetto che anziché parlare in sardo avranno chiacchierato in mandarino. La mamma di cotanti pargoli il 28 ott. è al  Salone del Gusto e Terra Madre di Torino, per partecipare alla conferenza che titola : “Green economy: Unica soluzione”, assieme a lei un parterre di economisti, docenti d’università, giornalisti. Qui alla fiera di Milano mi offre del formaggio “bio di pecora nera” (Oscar  va a farsi prestare un cavatappi
per fare onore a un nero di Dorgali a 14 gradi), le pecore nere sono più intelligenti delle bianche, mi dice, c’è una foto emblematica di un gregge  che sta precipitando in un dirupo scosceso e due pecore nere, in controtendenza si salvano risalendo il pendio, di scorcio. Ecco cosa bisogna fare in Sardegna, insieme ai sardi tutti: invertire il cammino del gregge: far sì che nascano sempre più “pecore nere”. A Guspini hanno cominciato.

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3 commenti

  1. Francesca Murtas

    Bravo Sergio!

  2. Maria Mura (Limbiate)

    I miei complimenti a Sergio Portas per i suoi preziosi ed efficaci articoli.

  3. l’articolo è importantissimo per molti aspetti! Sergio è stato molto bravo a descrivere persone ed economie eccellenti di una Sardegna e di una Italia che può e deve farcela. Ma bisogna iniziare a raccontare queste storie. Oscar ruggeri e daniela ducato sono bravi e coraggiosi sono testimonial che fanno onore a tutti i sardi e all’Italia tutta.
    grazie Sergio.

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