ARDAULI, ALLARME PER LA SALVEZZA DELLA TOMBA DIPINTA DI MANDRAS. L'ASSOCIAZIONE "PALEOWORKING SARDEGNA" LANCIA UNA SOTTOSCRIZIONE PUBBLICA PER RACCOGLIERE FONDI

Per maggiori informazioni: e-mail: info@paleoworkingsardegna.org


di Gian Piero Pinna

Dopo il colpevole silenzio delle istituzioni che devono trovare quei pochi fondi che servono per salvaguardare un bene di inestimabile valore storico e identitario, l’associazione Paleoworking Sardegna, lancia una sottoscrizione aperta a tutti per raccogliere i fondi necessari, stimati in trentamila euro, per salvare la Tomba Dipinta di Mandras ad Ardauli. A niente è servita l’interrogazione al Ministro per i Beni e le Attività culturali, fatta il 14 giugno scorso dalla parlamentare sarda Caterina Pes: “Per sapere dal Ministro interrogato se è a conoscenza dello stato in cui si trova la tomba di Mandras e se non ritenga doveroso intervenire con i mezzi a sua disposizione per permettere il restauro di questa straordinaria testimonianza dell’arte funeraria prenuragica”.

Ardauli è abbastanza ricca di questa tipologia di monumenti, nonostante l’insipienza di qualcuno, ne abbia distrutte diverse. Sono perlopiù monumenti del periodo neolitico e calcolitico, scavate nella roccia e spesso articolate in molti ambienti intercomunicanti e qualcuna, come quella, appunto, di Mandras, sono adornate da motivi architettonici e simbolici, dipinti o scolpiti.  Il complesso di Mandras, è di straordinario interesse, non solo per la particolarità dei motivi riprodotti sui soffitti e sulle pareti degli ambienti principali, ma anche per il fatto che tali motivi sono resi simbolicamente tramite pittura rossa, con rappresentazioni di due tipologie: ellittica nell’anticella, a uno o a due spioventi con lati brevi arrotondati nella cella principale, mentre il soffitto dell’anticella è segnato da sei travetti dipinti di rosso, tre per lato, che convergono verso una banda circolare appena visibile e che potrebbe rappresentare il sistema di legatura dei travetti stessi. Nel soffitto della cella principale, invece, è rappresentato il tetto a uno o a due spioventi con lati brevi arrotondati, reso da fasce di colore rosso.

L’ingresso e le pareti laterali della cella principale, mostrano i segni di un motivo dipinto “a reticolo”, ottenuto con fasce orizzontali e verticali di colore rosso, che costituisce un unicum, per le dimensioni eccezionali e soprattutto per il fatto di essere reso tramite pittura. Secondo le più accreditate ipotesi, il motivo riprodurrebbe l’intelaiatura delle pareti delle capanne preistoriche, costituita da pali sistemati sia in senso verticale, sia in senso orizzontale. La cosa più preoccupante è che un simile tesoro archeologico, sia in assoluto abbandona e aggredito dalla vegetazione e attraversato da profonde fenditure, inoltre, è soggetto a costanti allagamenti e a causa dell’eccessiva umidità, le pareti dei diversi ambienti risultano deteriorate da muffe e concrezioni. Il Comune di Ardauli, si è impegnato a finanziare le fasi iniziali del progetto di recupero, che prevede microinterventi di pulizia esterna e il consolidamento delle diffuse fessurazioni, in modo da bloccare l’azione delle acque meteoriche, ma subito dopo sarà necessario restaurare le pitture interne, con un intervento delicato e impegnativo, che richiederà risorse finanziaria, sicuramente al di sopra delle possibilità economiche del piccolo comune del Barigadu.

“Le interrogazioni parlamentari seguite alla pubblicazione sulla rivista “Archeologia Viva”, di un articolo riguardante la Tomba Dipinta di Mandras, in cui – oltre a sottolineare l’importanza del monumento – se ne denunciava lo stato di totale abbandono e degrado, non hanno finora sortito alcuno risultato!”, denuncia allarmata Cinzia Loi di Paleoworking Sardegna. “Non perdiamo altro tempo! Il nostro ipogeo non può più aspettare, e pur consapevoli che l’impegno economico non è di poco conto, l’importo da finanziare è di € 30.000, l’associazione Paleoworking Sardegna è determinata a far sì che il sogno, che noi chiamiamo “restauro di Mandras”, si traduca in realtà. Per preservare il nostro patrimonio culturale e spirituale – continua Cinzia Loi – Paleoworking Sardegna e Archeologia Viva, in collaborazione con il Comune di Ardauli, lanciano la campagna di sensibilizzazione, informazione e raccolta fondi “SOS (de) MANDRAS!”.

Per sostenere la campagna, gli operatori dell’associazione Paleoworking, in cambio di un contributo minimo di € 10, offriranno a tutti coloro che ne faranno richiesta,  una delle 5.000 copie del numero 153-2012 di Archeologia Viva, messe a disposizione dal suo direttore, Piero Pruneti. L’elenco di coloro che aderiranno all’iniziativa verrà pubblicato e periodicamente aggiornato, sullo spazio Facebook dell’associazione Paleoworking Sardegna.

Per maggiori informazioni: e-mail: info@paleoworkingsardegna.org

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