LA PET THERAPY BASATA SULL'INTERAZIONE UOMO-ANIMALE E' CO-TERAPIA RIABILITATIVA PER ANZIANI E VALIDA OPPORTUNITA' PER BAMBINI CON DIFFICOLTA' DI SOCIALIZZAZIONE


di Cristoforo Puddu

Era risaputo che la Pet Therapy (ossia la zooterapia, impiegata per la prima volta intorno al 1960 dal psichiatra infantile Boris Levinson) basata sull’interazione uomo-animale, fosse una co-terapia di integrazione e sostegno a tradizionali cure e contribuisse in modo significativo a migliorare le condizioni di tanti pazienti affetti da problematiche psico-relazionali o motorie. Attualmente la pet therapy trova applicazione in svariate situazioni socio-assistenziali (ospedali, case di riposo, comunità di recupero, etc.) ed oltre ai diffusi cani e gatti, vengono utilizzati i cavalli (Ippoterapia), gli asini (Onoterapia) e i delfini (Delfinoterapia).

Un ulteriore riconoscimento al ruolo della pet therapy è emerso recentemente anche in un incontro internazionale, tenuto nel capoluogo sardo. Il  comitato scientifico della “Comunità mondiale della longevità” -a cui aderiscono le province di Cagliari e dell’Ogliastra con le principali “aree della longevità” della Corea e del Giappone (Okinawa)- ha infatti evidenziato l’utilità della co-terapia “per gli anziani che devono intraprendere un’attività riabilitativa”.

Nell’occasione Roberto Pili, presidente del Consiglio provinciale di Cagliari, ha ribadito che “l’assistenza agli anziani ha bisogno di un approccio multidisciplinare” e di un rinnovato impegno scientifico culturale ed istituzionale. Proprio a partire dal 2012, “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà  tra le generazioni”, è importante attivare tutte le possibilità di assistenza e di miglioramento di qualità della vita per le persone  anziane  ed ultra anziane. Gli ultimi dati demografici, diffusi dalla Commissione europea, rilevano una sempre più crescente percentuale di popolazione europea oltre i 65 anni.

La pet therapy con l’impiego di cani “terapeuti”, secondo uno studio condotto dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna e dalla facoltà di Veterinaria dell’Università di Sassari, si è dimostrata anche una risorsa di evidente benessere per i  dieci pazienti della Casa Serena turritana, con problemi psichiatrici, neurodegenerativi, motori e difficoltà di socializzazione, coinvolti in un progetto-studio della durata di otto mesi. Un ulteriore conferma della “validità della terapia assistita dagli animali”.

Nell’ambito dei servizi socio-assistenziali si sta affermando anche l’impiego terapeutico dei tipici asinelli sardi che stimolerebbero “lo sviluppo psico-emozionale  e psico-cognitivo del bambino”. L’onoterapia, già ampiamente utilizzata da diversi anni in Francia e Inghilterra, mentre in Italia è impiegata solo in rari centri, rappresenta “una valida opportunità terapeutica che merita di essere ulteriormente approfondita in contesti strutturati”.

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