di Salvatore Dui
La manifestazione che si è svolta dal 12 al 20 ottobre ha ospitato pellicole da tutto il mondo, e oltre alle proiezioni, ha compreso dibattiti nel’ambito del tema di quest’anno – Conflitti, Religioni e (NON) violenza. Il tema scelto per celebrare i quindici anni di vita di Religion Today intende rimettere a fuoco il messaggio più autentico dell’iniziativa, sollecitando una riflessione largamente condivisa sulle fedi e il dialogo interreligioso come motori della pace. Muovendo dalla percezione comune che molte delle guerre e dei conflitti sociali nel mondo siano strettamente correlati con l’identità etnica e religiosa, sarà riletto di contro il ruolo positivo delle religioni. A questo scopo sarà ripercorsa la storia specifica della nonviolenza, tra teoria e pratica, nell’incontro tra le religioni orientali e occidentali. Parallelamente sarà possibile approfondire la complessità del rapporto tra religione e (non) violenza a partire dalla denuncia di ogni tentazione fondamentalista di intransigenza e di chiusura, a fronte di valori fondamentali quali il rispetto, l’impegno reciproco, la disponibilità al dialogo. La discussione intorno al tema dell’anno, infine, potrà anche evidenziare il legame essenziale tra pace, giustizia, promozione dei diritti umani. Ancora una volta il titolo intende quindi abbinare una precisa linea di riflessione sul religioso con una forte dimensione sociale attenta alle istanze poste dall’attualità, nel solco del dibattito aperto dalle ultime edizioni dedicate. Alcuni eventi sono stati organizzati in collaborazione con altre Associazioni tra cui il nostro Circolo “Giuseppe Dessì” con sede a Trento e con viva soddisfazione, su invito della direttrice del Festival, Katia Malatesta, ho ritirato i premi che sono stati attribuiti al road movie del giovane regista sassarese Bonifacio Angius per la pellicola “Sa Grascia”, che non ha potuto presenziare alla cerimonia perchè impegnato nelle riprese del suo nuovo film. Menzione speciale per “Sa Gràscia” di Bonifacio Angius per la sua apprezzabile rivisitazione della storia del cinema italiano e per la valorizzazione dell’importante rapporto del popolo sardo con la religione.