TROPPO ALTI I COSTI DELL'ENERGIA: LA GLENCORE, MULTINAZIONALE SVIZZERA, RINUNCIA ALL'ACQUISTO DI ALCOA

vignetta di Giampaolo Milazzo


redazionale Tottus in Pari

È fallita la trattativa con la Glencore per l’acquisizione dello stabilimento Alcoa di Portovesme: lo rendono noto i sindacati che hanno ricevuto la lettera di rinuncia inviata dalla multinazionale svizzera al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e al governatore sardo Ugo Cappellacci. La rinuncia all’acquisizione dello smelter di Portovesme – come spiega la lettera della Glencore – è legata al costo dell’energia. Nei giorni scorsi la multinazionale svizzera aveva posto al Governo una condizione imprescindibile per l’apertura di una trattativa per l’acquisizione dello stabilimento Alcoa: il costo dell’energia per i prossimi 10 anni non avrebbe dovuto superare i 25 euro/Mwh, richieste ritenute non compatibili dal Mise. Dunque, è arrivato il «no» definitivo della Glencore, che in Sardegna controlla già la Portvesme srl. «Con una volontà meramente propositiva – afferma nella lettera il manager Daniel Goldberg – desideriamo sottolineare che con l’applicazione dei meccanismi illustrati arriviamo ad un costo finale dell’energia pari a 35 euro/MWh, prezzo che si è rivelato insufficiente a garantire anche la continuità produttiva di Alcoa. Non intendiamo richiedere al Governo violazioni alla legislazione europea esistente ma semplicemente suggerire percorsi alternativi certi che, ove praticabili, avrebbero potuto portare a riequilibrare quei fattori produttivi non sostenibili economicamente. Prendiamo atto del fatto che le strade proposte non incontrerebbero i favori della comunità europea e, pertanto, Vi confermiamo che allo stato attuale e in questa situazione non siamo interessati a proseguire il discorso anche in ragione del fatto che l’attuale gestore dell’impianto, alle stesse condizioni, accumula perdite rilevanti che hanno portato alla decisione di chiudere lo stabilimento».

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