DALL'OSSERVATORIO PRIVILEGIATO DEL MIO DIVANO, UNO SGUARDO (FINALE) ALL'OLIMPIADE DI LONDRA: CINQUE CERCHI ALLA TESTA

Usain Bolt


di Massimiliano Perlato

 

LE DIECI COSE DA RICORDARE

BELLE

Gli 800 metri di Rudisha. Mentre tutti aspettano Bolt, c’è un 23enne keniano che in finale fa il record del mondo degli 800 correndoli in testa praticamente dal primo metro mentre gli altri gli muoiono dietro uno a uno. Una corsa meravigliosa, regale, fluida e che al contempo ti dà l’impressione di una potenza mostruosa. Scende per primo sotto gli 1′ 41′ e non sembra neanche avere il fiatone dopo due giri in apnea.

La sbarra di Epke Zonderland. La finale alla sbarra della ginnastica artistica maschile è stata un crescendo strepitoso. Ogni atleta faceva cose migliori di quello precedente, che pure era stato eccezionale. Si va avanti così fino a Epke Zonderland, un olandese. Che tu sei lì sul divano che non sai niente di ginnastica e pensi: un olandese, ahahahah. Ma Epke Zonderland è strepitoso.

Bolt. Bolt perchè prende tre ori, Bolt perchè fa un record del mondo, Bolt perchè esiste. Chissà, un giorno verrà fuori che i giamaicani prendono un cocktail di sangue di facocero e ormoni dell’Esselunga. In attesa di quel giorno, Bolt sarà il miglior atleta dell’universo. E’ il meno pompato, il più spaventosamente naturale, il più simpatico coglione, il più (punto).

La regina e 007. Colpo di genio epocale nella cerimonia di apertura. Mr Bean mi ha fatto sbelicare, ma il siparietto della regina che dopo ottanta e rotti anni di regale antipatia si concede a Danny Boyle (!) per recitare con il più testosteronico James Bond della saga, beh ragazzi, non so se vi rendete conto esattamente di ciò che avete visto. Gli inglesi hanno un sacco di difetti, ma il sense of humour è roba loro.  La corsa senza sella di Fontana. Da quando esiste la bicicletta, l’eventualità di doverla usare senza il sellino è una cosa che ha scatenato la fantasia di generazioni di ciclisti e battutisti e Paolo Villaggio ci ha costruito una gag immortale. Che a 2 km dal traguardo della gara della tua vita (la finale olimpica di mountain bike) tu sei terzo e perdi il sellino, è una di quelle cose che potrebbero cambiarti per sempre la vita. A meno di non prendertela,  farti 2 km in piedi e arrivare comunque terzo. Grandissimo.

BRUTTE

Magnini. Non tanto per Magnini in sè, quanto per il magninismo. Non è colpa mia, io sono io e gli altri non sono nessuno. Nuotatore strepitoso che però non fa una finale mondiale da cinque anni, arriva a Londra convinto che far sesso con la Pellegrini, guardare in camera e avere gli addominali a tartaruga siano cose sufficienti per sparare sentenze e vivere di rendita. I risultati si sono visti e i suoi colleghi nuotatori non sono stati migliori di lui.

Schwazer. Tra i tanti dubbi, uno è pesante: ma se il 30 luglio la Wada non fosse andata a bussargli alla porta, lui avrebbe marciato? E se avesse marciato, cosa sarebbe successo? E se non avesse marciato pur potendolo/dovendolo fare? Gran casino, comunque. Una storia che deve far riflettere, comunque. Una vicenda gestita male, comunque.

Le non-medaglie. Lo sport è fatto di centesimi di punto e strane regole, accettate da tutti, con le quali a volte vinci e a volte lo prendi in quel posto. Tutto qui. Peccato, però, che la Ferrari arrivi terza e non prenda la medaglia che spetta al terzo (sarebbe stata la prima nella storia per la ginnastica femminile). Peccato che la Cagnotto, atleta serissima, l’anti-Magnini, arrivi due volte quarta per questioni misurabili in millesimi.

Badminton cake. Il biscotto in diretta delle donne che giocavano a perdere è stata una roba grottesca oltre che sportivamente oscena. Alle Olimpiadi una farsa del genere stona dieci volte tanto. Tutti squalificati, giusto così. A volte – a volte – la giustizia sportiva funziona.

Il doppio misto del tennis. D’accordo, io rompo con il dressage, il nuoto sincronizzato, la ginnastica ritmica, il pugilato femminile e quella roba con le biciclettine che non mi ricordo neanche come si chiama. Ma il peggio è il doppio misto nel tennis, che è una specialità praticamente inesistente nella vita reale. Perchè regalare una medaglia d’oro così? Allora mandatela a casa a me, scusate.

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