I PROGETTI DI FILIERA E SVILUPPO LOCALE: LA REGIONE SARDEGNA SI PREPARA AL RILANCIO DELLE AREE DI CRISI

il Governatore Cappellacci


redazionale Tottus in Pari

 

Green economy, blue economy, filiere agroalimentari, turismo, formazione, servizi avanzati e infrastrutture. Sono questi i settori strategici sui quali punta la Regione per il rilancio delle aree di crisi attraverso i Progetti di Filiera e Sviluppo locale presentati dal presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, dal vice presidente e assessore della Programmazione Giorgio La Spisa e dall’assessore dell’Industria, Alessandra Zedda. Trecentoquarantadue milioni per creare sviluppo e lavoro nelle aree del Sulcis, di Porto Torres, La Maddalena, Sardegna Centrale e Tossilo.  “La situazione economica e sociale imponeva e impone ancora alla politica di non limitarsi alla pura e semplice gestione dello status quo – sottolinea il presidente Cappellacci – ma di porre in essere un’azione straordinaria, fatta di scelte coraggiose, innovative e di rottura con il passato. L’azione della Giunta si svolge su tre piani distinti, ma complementari tra loro: la salvaguardia di quelle realtà che possono essere ancora competitive sullo scenario regionale, nazionale ed internazionale; l’azione finalizzata a promuovere nuove opportunità di lavoro e di impresa; l’apertura di un confronto, anche conflittuale, con lo Stato sulle grandi questioni rimaste irrisolte per decenni come vertenza entrate, patto di stabilità, trasporti ed energia”.  “Abbiamo avviato un percorso che anziché partire dall’alto, come accadeva in passato – spiega il vice presidente Giorgio La Spisa – punta a creare sviluppo partendo dal basso attraverso il dialogo con tutti i territori. Nel 2009, in coincidenza della crisi, abbiamo individuato uno strumento nuovo, quello dei Progetti di Filiera e Sviluppo Locale (PFSL) sperimentato inizialmente con l’area di Tossilo per la quale sono stati spesi 70 milioni di euro. I risultati positivi ci hanno portato ad avviare la concertazione in tutti i territori nei quali sono state individuate le aree di crisi. E’ stato portato avanti un sistema di progettazione territorializzata che ha permesso di individuare in ogni zona gli interventi prioritari recependo i suggerimenti dei diversi territori e indirizzando le risorse in modo mirato”.  “Come risposta alla crisi – ha affermato l’assessore regionale dell’industria, Alessandra Zedda – abbiamo adeguato il programma normativo alle esigenze del territorio. La ratio che ha ispirato questi ‘mini piani di rinascita’ è quella di sostenere le potenzialità locali consolidando le infrastrutture (porti, strade, ferrovie) e curando gli aspetti energetici e ambientali. Il Piano Sulcis definisce una nuova strategia di sviluppo, basata non solo sulla salvaguardia delle realtà industriali esistenti, ma anche sul rilancio della tradizione mineraria, e sull’individuazione di nuovi ambiti di eccellenza, su cui costruire nuove opportunità occupazionali. La realizzazione del progetto integrato miniera-centrale CCS Sulcis, le opere di metanizzazione, il potenziamento delle infrastrutture, la valorizzazione delle aree minerarie dismesse, la promozione di nuove filiere produttive nel settore dell’agroalimentare e della portulità turistica sono, dunque,le principali linee d’intervento del progetto. Fondamentale sarà la sfida della partnership tra pubblico e privato nel realizzare le opere”.

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Un commento

  1. Permettimi di manifestare alcune perplessità e molti dubbi sulla questione. Questo signore nella foto durante il suo mandato ha solo emesso slogan, ma dal punto di vista della praticità operativa è stato efficente solo quando c’era da demolire quel pò che aveva costruito la giunta precedente e questo on è il migior modo di governare un territorio in forte crisi.

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