LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO "E CANTAVAMO ALLA LUNA" E LA MOSTRA DEL BOSCO SELENI DI LANUSEI AL CIRCOLO "SU NURAGHE" DI ALESSANDRIA

Pia Deidda con Vittorio Farci, Presidente del circolo "Su Nuraghe" di Alessandria


di Pia Deidda

E’ bastato mettere su Facebook l’immagine di un quadro di Courbet, dove un uomo saluta rivolto verso il mare aperto, e la mia poesia: “E se guardo/oltre quel mare/saluto la mia storia” per colpire l’animo sensibile di Licia Pinna, tesoriere del Circolo Sardo “Su Nuraghe” di Alessandria ; da quel momento è stato un riconoscere nella nostalgia un sentimento che ci lega entrambe e nella sardità una condizione che ci accomuna. Licia è diventata mia lettrice assidua e si è prodigata per permettere una mia presenza al circolo alessandrino.

     L’occasione si è presentata il 13 maggio in occasione della Festa della Mamma dove ho avuto la possibilità di parlare del mio romanzo “E CANTAVAMO ALLA LUNA” e di esporre la mostra che fa conoscere il sito archeologico del Bosco Seleni di Lanusei, luogo che ha ispirato la mia storia.

    Ad Alessandria ho avuto la sorpresa di trovare un circolo vivo, gestito con entusiasmo da tanti soci; anche la struttura, moderna, elegante e funzionale, è stata costruita interamente con la collaborazione di molti di loro che si sono adoperati a rendere il luogo un punto d’incontro piacevole e funzionale: all’esterno un curato spazio verde con giochi per bambini e una piccola cappella; al piano terra il bar, gestito dalla simpatica coppia Barbara e Mario, e lo spazio per conversare e giocare a biliardo; un’ampia sala polivalente che può fungere da sala da pranzo per centinaia di persone e un’attrezzatissima cucina; al piano superiore gli uffici.

    Ad accogliermi e ad accompagnarmi in questa giornata il presidente Vittorio Farci, Licia Pinna e numerosi soci, fra cui le splendide cuoche che hanno cucinato e servito l’eccellente pranzo. A questo proposito, il circolo riesce a coprire buona parte delle spese grazie ai pranzi sociali organizzati sovente nel corso dell’anno.

     Il momento clou della giornata è stato dopo il pranzo quando ci siamo soffermati a parlare del mio romanzo e a illustrare i pannelli della mostra che aiutano a meglio comprendere il ruolo del sito del Seleni all’interno della costruzione narrativa da me inventata.

     Come spesso accade nei circoli sardi dove ho presentato i miei libri si passa subito a parlare di Sardegna, del ruolo dei sardi nella conservazione, divulgazione e promozione del patrimonio storico-artistico dell’isola, dei problemi derivanti dalla crisi, soprattutto l’aumento dei prezzi dei traghetti, della nostalgia e del legame di appartenenza che unisce noi sardi fuori dall’isola. Soprattutto quest’ultimo aspetto emerge sempre molto forte nelle discussioni. Il numero di associazioni di sardi sparse nel mondo indicano che il sardo si differenzia da altre realtà di emigrazione italiana.

    E, all’interno di questa dinamica di appartenenza, non potrò scordare il momento di più che viva commozione condivisa quando ho letto il mio racconto – come avevo promesso in precedenza a Licia – CUCIRO’ LA BANDIERA DEL NUOVO RE: ciò che ci unisce è la nostalgia per la nostra terra e, soprattutto, l’identità sarda che ci accomuna.

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2 commenti

  1. Licia Pinna (Alessandria)

    "E SE GUARDO OLTRE QUEL MARE …SALUTO LA MIA STORIA…. SEMPRE DI PIU’ QUESTA FRASE MI RIEMPIE DI MALINCONIA… GRAZIE PIA ,CI VEDIAMO PRESTO!

  2. Lorenzo Totaro (Mortara)

    …..e con immenso piacere posso dire: c’ero anch’io!

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