VIGEVANO E LA LOMELLINA IN ALCUNI LIBRI DI GIORGIO BOCCA: RICERCA ALL'INDOMANI DELLA SCOMPARSA DELL'ILLUSTRE GIORNALISTA

Giorgio Bocca


di Paolo Pulina

“Fare soldi, per fare soldi, per fare soldi: se esistono altre prospettive, chiedo scusa, non le ho viste. Di abitanti, cinquantasettemila, di operai venticinquemila, di milionari a battaglioni affiancati, di librerie neanche una. Non volevo crederci. Poi mi hanno spiegato che ce n’era una in via del Popolo: se capitava un cliente, forestiero, il libraio lo sogguardava, con diffidente stupore. Chiusa per fallimento, da più di un anno. Diciamo che il leggere non si concilia con il correre e qui, sotto la nebbia che esala dal Ticino, è un correre continuo e affannoso”. 

Con un  formidabile “attacco” (giocato sulla figura retorica della iterazione)  cominciava l’inchiesta sul distretto calzaturiero di Vigevano che Giorgio Bocca pubblicò sul quotidiano  “Il Giorno” il 10 gennaio 1962. Il reportage fu ripreso dall’autore nel volume “Miracolo all’italiana” (pubblicato a Milano dalle Edizioni  “Avanti!” nello stesso anno) insieme ad altri articoli che illustravano “la condizione operaia in Italia” (questo era il titolo della collana).

A quella sua scoperta, a Vigevano,  di un caso esemplare della “provincia industriale” agli inizi degli anni Sessanta  Bocca dedica tre pagine de “Il provinciale. Settant’anni di vita italiana” (Mondadori,  1991): “Una imprevedibile, esaltante e oscena pentecoste industriale aveva infiammato in questa quieta provincia  uomini di forte avidità e di nessuna lettura,  li aveva trasformati in produttori e venditori, monoglotti ma impavidi di fronte alla babele mondiale”. Bocca vi rievoca mestamente anche i suoi incontri con lo scrittore vigevanese Lucio Mastronardi e dà conto di qualche aneddoto relativo all’astio che lo circondava in quella comunità di affaristi che non sopportavano che qualche “ficcanaso” scrivesse del loro non sempre nobile mondo.  

Nel libro “Il sottosopra. L’Italia di oggi raccontata a una figlia” (Mondadori, 1994) ci sono due riferimenti alla Lomellina: il primo (che suscitò comprensibili polemiche da parte delle interessate) riguarda le donne di Mortara che, “per segreti e frequenti connubi fra gli umani e le oche”, assomiglierebbero a queste ultime ritrovandosi “dei nasoni a becco su cui poggiano occhietti stretti da oca”. Il secondo cenno è suggerito dall’incontro col giudice di Mani Pulite, Piercamillo Davigo, che “viene dalla Lomellina, Piemonte di frontiera, e si sa che le marche di frontiera sono più realiste del re” (dice Davigo: “I miei vecchi mi dicevano: nella vita non bisogna mai indossare una livrea, ma se si deve che sia quella del re, per dire dello Stato”).

Ma bisogna ricordare che anche nel volume “Metropolis. Milano nella tempesta italiana” (Mondadori, 1993) erano presenti citazioni di luoghi e personaggi della provincia di Pavia. Vi è descritta, infatti, una regata sulle lanche del Ticino alla tenuta Zelata di Bereguardo di proprietà di Giulia Maria Crespi (con bagno fuori programma per il famoso giornalista-scrittore); vi è raccontata anche una caccia alla volpe in Lomellina, partenza da casa Visconti (“Per arrivare a casa Visconti bisognava attraversare tutto il paese, credo Lomello, e il mio cuore piemontese si riscaldava di piemontese e contadina povertà in quella via a case basse, larga da farci passare i carri del riso, finestre chiuse, nessun negozio come se si fosse rimasti ad un’antica autarchia, solo qualche donna sulla porta a guardare quelli che arrivavano per la caccia sulle automobili di lusso, in quel confronto fra gente lontanissima in cui non sai chi, alla fine, è il vero coglione”); non manca neppure un cenno al “vino di Broni, roba genuina”.

Una curiosità. Ho voluto fare un controllo nel portale “Biblioteche Pavia. Servizi bibliotecari del territorio provinciale” http://www.biblioteche.pavia.it/. “Miracolo all’italiana”, prima edizione 1962, è presente  solo nelle biblioteche comunali di Broni, Pinarolo Po e Stradella; l’edizione Feltrinelli del 1980 è reperibile invece nelle biblioteche di Belgioioso, all’Universitaria e alla “Bonetta” di Pavia.  Biblioteche di Vigevano, in omaggio a Bocca, almeno la seconda edizione del volume acquisitela (in qualche libreria dell’usato, la prima edizione si trova addirittura a 2 e 3 euro!).

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