BANKITALIA DISEGNA UNA SITUAZIONE ECONOMICA DRAMMATICA: CROLLA IL TURISMO IN SARDEGNA


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Secondo il rapporto presentato a giugno dalla Banca d’Italia, il 2011 non era cominciato poi così male per l’economia sarda. A partire dal terzo trimestre, però, le cose sono cambiate e anche i timidi segnali positivi rilevati nel corso del primo semestre hanno mostrato una inversione di tendenza. A raffreddare le speranze di ripresa ci ha pensato l’aggiornamento congiunturale presentato nella sala conferenze della Camera di Commercio di Oristano dal vicedirettore della sede di Cagliari della Banca d’Italia Antonio Cinque. Il quadro complessivo è tutt’altro che incoraggiante perché nel corso dell’estate, ha spiegato Cinque, è emerso con chiarezza che le aspettative sull’evoluzione del quadro economico regionale si sono rafforzate al ribasso.  E la situazione rischia di peggiorare nei prossimi mesi. Solo con un evidente sforzo di ottimismo, il rappresentante di Bankitalia ha rilevato due aspetti positivi. Uno riguarda il mercato del lavoro, l’altro le esportazioni. L’occupazione, infatti, nel primo semestre è cresciuta e ha continuato a crescere anche se con minore intensità, contestualmente è diminuito, anche se di poco, il tasso di disoccupazione. Positivo, in assoluto, il dato sulle esportazioni, ma se si tiene conto del peso determinante delle produzioni petrolifere e del fatto che la crescita è dovuta all’aumento dei prezzi a fronte di un calo delle quantità, anche qui l’ottimismo scema. Lo stesso vale per l’aumento dell’occupazione, dove hanno grande rilievo il peso delle assunzioni a tempo determinato e le 20 mila assunzioni nel settore dei servizi alle famiglie. Per il resto, il quadro offerto dall’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia è desolante su tutti i fronti: da quello industriale a quello dei servizi e del credito, ancora più nero per due settori di spicco nell’economia isolana, le costruzioni e il turismo. I sondaggi congiunturali di Bankitalia condotti a settembre e ottobre parlano di sostanziale stagnazione dell’attività industriale, di prodotto interno lordo fermo dopo tre anni non certo floridi, di industria delle costruzioni che non mostra segnali di ripresa, di forte contrazione del flusso turistico regionale in relazione a quello nazionale, di un nuovo rallentamento del credito bancario, in particolare di quello rivolto alle imprese, e di sempre maggiori difficoltà di queste a onorare i debiti. Visto da Oristano, con gli occhi del presidente dell’Associazione industriali Antonello Garau, un quadro decisamente “drammatico” che a livello provinciale diventa addirittura “tragico”. “A Oristano – ha commentato – ormai siamo alla disperazione”.

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