LE NAVI "SCINTU" E "DIMONIOS" BLOCCATE NEI PORTI DI CIVITAVECCHIA E LIVORNO: FLOTTA SARDA, E' FLOP!


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La flotta sarda resta ferma ai moli. Come accadeva durante la dominazione spagnola, che costringeva i sardi a pagare per le galere aragonesi che veleggiavano tra Valencia e Le Baleari, anche la Scintu e la Dimonios restano lontane dall’isola. La prima è a Civitavecchia, la seconda a Livorno, in attesa di riprendere il largo «a giorni», assicurano. Un nolo che costa 31 mila euro ogni giorno. «La Saremar ha un’opzione per il noleggio dei traghetti che vengono pagati soltanto quando sono in linea, operativi», dicono dall’ufficio stampa dell’assessorato ai trasporti regionale. In attesa che la flotta sarda (questa volta allargata al trasporto merci) riprenda il largo, le associazioni di categoria e l’Unione consumatori attendono la pubblicazione del bilancio Saremar. Attesa vana, perché in questo momento non c’è traccia dei conti di gestione né della flotta. Lo slittamento di giorno in giorno sarebbe imputabile a non meglio precisati impedimenti burocratici, come annunciato dalla stessa Saremar e dall’assessore regionale ai Trasporti Cristian Solinas, che pure avevano illustrato il piano industriale per le rotte merci e avevano promesso mari e monti alle associazioni degli autotrasportatori sempre sul sentiero di guerra. Per ora le uniche certezze sono due. La prima: le navi, sotto contratto, sono ferme in banchina oltre Tirreno e quando riprenderanno la navigazione non è dato sapere. La seconda: il resoconto del movimento passeggeri nei porti del nord Sardegna, aggiornato al 30 settembre, è a dir poco catastrofico. In altre parole, numeri alla mano, l’operazione Saremar è stata un vero e proprio flop dal punto di vista dei passeggeri trasportati e anche da quello dei costi affrontati dalla Regione per armare in fretta e furia le navi destinate a coprire i collegamenti tra Golfo Aranci e Porto Torres con Civitavecchia e Vado Ligure. «Scintu» e «Dimonios», i due traghetti armati «chiavi in mano» dal governatore Ugo Cappellacci, hanno trasportato (andata e ritorno) all’incirca 120 mila passeggeri e 33 mila auto. Le biglietterie Saremar (on line e nei porti di partenza) avrebbero incassato (il condizionale è d’obbligo in attesa di un rendiconto ufficiale) qualcosa come 13 milioni di euro, a fronte dei quindici milioni di spese vive che la Saremar avrebbe affrontato per il nolo delle due navi (30 mila euro al giorno) e i costi di attracco e sosta nei tre porti serviti dalla flotta sarda. A Golfo Aranci ogni approdo, assicurato dalla compagnia portuale «Corridoni», di Olbia, è costato circa 2.500 euro, e si suppone che altrettanti soldi abbiano richiesto le compagnie portuali di Civitavecchia e Vado Ligure. Il tutto sommato per i novanta giorni dell’esperimento estivo – dal 15 giugno al 15 settembre – somme dalle quali vanno sottratti gli incassi che la Saremar si è assicurata con l’appalto per la ristorazione di bordo. Gara d’appalto vinta dalla «Euro ship catering», azienda palermitana che ha proposto un menù in chiave sarda a bordo delle navi. A questo proposito, a lungo le organizzazioni sindacali hanno protestato per il tradimento delle aspettative di impiegare a bordo della flotta sarda maestranze isolane. Soltanto sei marinai avrebbero trovato un posto di lavoro part time sulla «Scintu» e sulla «Dimonios». Dai costi di gestione elevati si passa poi alla dubbia utilità dell’investimento. Dati alla mano, infatti, i porti del nord Sardegna sino al 30 settembre hanno registrato un saldo negativo inquietante. Addirittura un milione e 220mila passeggeri in meno rispetto allo stesso periodo nel 2010. Malissimo Olbia, ma male anche Golfo Aranci e Porto Torres. In questo scenario catastrofico l’incidenza positiva della Saremar vale poco o nulla. Il caso di Golfo Aranci (uno dei due porti sardi scalo della flotta sarda) è illuminante. Nel secondo scalo gallurese si è verificato un incremento del numero delle navi in movimento (alla Sardinia Ferries si è aggiunta, appunto, la Saremar), passate da 1.184 del 2010 alle 1.285 di quest’anno pari a un incremento percentuale di 8,53%, ma è diminuito il numero dei passeggeri. Nel dettaglio, mancano all’appello poco più di 24mila unità con un calo percentuale del 2,79%. Complessivamente, significa che con la Saremar sono aumentate le navi, sforzo inutile perché i passeggeri invece sono diminuiti. Difficile dimostrare il contrario.

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