LA TRISTE STORIA DI MARIO SOGGIU, EMIGRATO A BERGAMO E MORTO NEL SUO PRIMO GIORNO DI LAVORO: DOPO DUE ANNI LA MOGLIE OTTIENE LA PENSIONE

l'ospedale nuovo di Bergamo, quando ancora era un cantiere

l'ospedale nuovo di Bergamo, quando ancora era un cantiere


di Massimiliano Perlato

Quella di Mario Soggiu, originario di Alghero, è una storia che ha colpito la sensibilità della gente. Ed in particolare, quella della gente sarda che vive fuori dall’isola. Soggiu, 57 anni, era un operaio  che lavorava nella provincia di Bergamo. Una storia di emigrazione la sua, come quella di migliaia di altre persone, costrette a lasciare la propria terra d’origine per sbarcare il lunario altrove.  Ma nel luglio 2009, mentre era al suo primo giorno di lavoro presso il cantiere del nuovo ospedale della città orobica, morì per un tragico incidente sul lavoro. Era un neo dipendente della Ildocat, una azienda metalmeccanica che ha sedi a Roma e in Sardegna in provincia di Nuoro per la posa delle tubazioni idrauliche.  La sua storia ha commosso i tanti sardi presenti sul territorio lombardo ed in particolare coloro che vivono nel bergamasco e frequentano l’associazione sarda “Maria Carta”. Da lì è partita la corsa alla solidarietà per aiutare una famiglia colpita dalla disgrazia ed in grave difficoltà economiche. I circoli sardi della Lombardia contribuirono con grande determinazione visto anche il mancato riconoscimento dell’indennità alla vedova di Mario Soggiu.  Questo perché l’uomo si trovava in una struttura in costruzione da dove precipitò in cui, secondo l’Inail, non avrebbe dovuto trovarsi. Forse disorientato, è entrato nel vano di una delle scale di servizio, trovandosi improvvisamente al buio e da dove è probabilmente inciampato precipitando nel vuoto per tre metri battendo infine violentemente la nuca contro un gradino. E su questo, principalmente, si era basato il rifiuto del riconoscimento dell’indennità alla famiglia, nonostante le numerose perizie, tra le quali quella della Asl,  avessero accertato tutti gli elementi per dichiarare l’incidente mortale come infortunio sul lavoro. Ed ora, dopo due anni si è definitivamente conclusa con la condanna all’Inail al risarcimento grazie all’intervento del giudice del lavoro del Tribunale di Sassari.

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