"MURIGA", PERCHE' NESSUNO SI SENTA D'AVANZO: ALLA SCOPERTA DEL PIANETA AMBRA PINTORE

Ambra Pintore

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Ambra Pintore nasce a Roma da padre sardo e madre di origine siciliana nata e vissuta in Etiopia. Giornalista pubblicista, è laureata in lettere moderne. A 14 anni, dopo aver studiato danza classica, entra a far parte della compagnia di teatro sperimentale Actores Alidos. Studia canto, dizione e recitazione seguendo numerosi stage di espressività fisica e vocale con: Ives Lebretton (mimo), Alvaro Restrepo (danzatore), Antonio Prost (attore), Lindsay Kemp (attore), Anna Maria Cianciulli (attrice). Recita in diversi spettacoli teatrali come protagonista, nel film Il figlio di Bakunin con la regia di Gianfranco Cabiddu e nella fiction L’Ultima Frontiera, diretta dal regista Franco Bernini trasmessa da Rai Uno in prima serata nel settembre 2006. Conduttrice e autrice di diversi format televisivi, dal 1999 conduce la più nota trasmissione televisiva sarda Sardegna Canta, programma di cultura e musica tradizionale, in onda su Videolina tutti i martedì in diretta alle ore 21.00. Nel 2010 cura e conduce la prima edizione di Videolina Mattina contenitore di attualità, informazione, medicina, cultura, cucina, in diretta su Videolina dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 10.30. Conduce manifestazioni di musica, danza, moda, cultura e tutti i grandi eventi in Sardegna (Sant’Efisio, Redentore, Capodanno con Zucchero). Nel 2009 cura la pubblicazione della prima opera enciclopedica dedicata al vestiario tradizionale sardo: Costumi e gioielli della Sardegna. Pubblicata dal quotidiano L’Unione Sarda, l’opera è divisa in sedici volumi che raccolgono lo straordinario patrimonio custodito nell’isola fotografato e descritto nei minimi particolari. Ogni volume vanta un testimonial d’eccezione tra i quali la giornalista Barbara Serra, il calciatore Gianfranco Zola, il presidente Francesco Cossiga, la stessa Ambra Pintore. Artista a tutto tondo Ambra coltiva la sua passione per la musica sin da piccola. Canta con il gruppo vocale femminile a cappella Actores Alidos nel concerto Canti delle donne sarde che nel 2006 vince il primo premio in occasione del Festival Folkherbst a Plauener in Germania. Ama la musica world e approfondisce negli anni in particolare lo studio delle sonorità sarde incidendo nel 2011 il suo primo disco dal titolo Muriga, perché nessuno si senta d’avanzo. Mùriga significa mescola, e sta a indicare il valore positivo di tutto ciò che è impuro, meticcio, piacevolmente privo di un’identità troppo fiera di sé. Un percorso nuovo per Ambra che dopo anni di televisione e teatro ha trovato nella musica la sintesi delle sue esperienze professionali e umane. Con questo spirito di mescolanza e contaminazione è salita sul palco dell’Ariston, a Sanremo 2010, cantando in logudorese alcuni versi della canzone di Nino D’Angelo Jammo jà, un inno al Meridione e alle sue cose migliori. Attualmente Ambra è impegnata nel progetto di musica sacra Canti sacri dal mondo e nel concerto-spettacolo Muriga Tour . ‘Amo le lingue’ – ha dichiarato – ‘i suoni mi hanno sempre affascinato, la musicalità del parlare va oltre il significato delle parole. Sarà che mio padre è sardo, io sono nata a Roma, mia madre in Africa da genitori siciliani. Insomma mi hanno cullato abitudini, modi, sguardi, storie spesso in contrasto tra loro. Ecco perché in questo concerto vorrei dare voce alle etnie dimenticate o semplicemente sconosciute e ho scelto di cantare in francese, somalo, inglese, arabo, pugliese, napoletano. Naturalmente il punto di partenza è la lingua sarda rappresentata da brani interpretati in logudorese, campidanese, catalano e gallurese’.

Un disco di musica world per l’esordio musicale di Ambra Pintore, nota conduttrice televisiva sarda e artista a tutto tondo. Muriga significa mescola, e sta a indicare il valore positivo di tutto ciò che è impuro, meticcio, piacevolmente privo di un’identità troppo fiera di sé. In questo disco si mescolano le lingue e le genti senza pregiudizi o giudizi: perché nessuno si senta d’avanzo. Undici i brani contenuti nell’album il cui filo conduttore è la mescolanza. Muriga è un disco cantato in sardo, nelle due varianti logudorese e campidanese. Un altro modo per fare musica sarda nel quale terre, etnie, amori e linguaggi sono mescolati come in un vapore incendiato: poesie di donne, canti di coltello, serenate melodiose, boghes a ballu vogliose e sfrenate con suoni di tablas e chitarre, di fisarmonica e trunfa, di basso elettrico e batteria, di pianoforti e tamburi, di chitarre spagnole e bouzouky greco, dove anche il computer parla in sardo. Il disco nasce dall’incontro di Ambra Pintore con Pino Martini Obinu, bassista degli Stormy Six, fondatore di diverse band, profondo conoscitore e sensibile interprete della cultura musicale sarda.  Autori dei testi sono i poeti Michele Pio Ledda, Anna Cristina Serra e lo stesso Pino Martini Obinu. Arrangiatori e programmatori dei brani i musicisti milanesi Giorgio Rizzi (autore delle musiche con Pino Martini Obinu) e Roberto Scala, che hanno arricchito questo lavoro discografico grazie al loro poliedrico background musicale e all’utilizzo dei campionamenti elettronici.  Il disco è stato mixato al Fragile Studio di Lodi da Nicolò Fragile, noto musicista e arrangiatore milanese che collabora con Mina, Eros Ramazzotti, Irene Grandi, Gianluca Grignani, Vasco Rossi. La confezione digipack dell’album contiene un libretto particolarmente curato nel quale sono raccolti i testi dei brani in sardo e la rispettiva traduzione in italiano. Le foto scattate dalla fotografa Fiorella Sanna impreziosiscono questo lavoro vantando una location d’eccezione. Il giardino di pietre sonore dello scultore Pinuccio Sciola ha infatti ospitato per un giorno il set nel quale Ambra Pintore ha voluto raccontare con le immagini il suo disco. Le pietre di Sciola, che suonano al tocco della mano che le ha scolpite, hanno in comune con questo disco energia, solidità, sentimento, cura e tanto lavoro: espressione della stessa coraggiosa forza artistica.     

I BRANI:Apre l’album Sambene e binu (Sangue e vino) un brano che rappresenta una sintesi  di questo lavoro: un testo scritto in sardo e italiano; una storia universale dove sangue e vino si mescolano sconvolgendo le vite di una comunità che osserva i suoi figli perdersi per amori violenti; un sound moderno nel quale l’elettronica sposa una sofferta melodia che sembra arrivare da echi di pianti antichi. Ma ci sono anche amori che sconvolgono come fuoco in estate, si consumano in una danza flamenca e fanno crollare tutti i pregiudizi e le paure scaturite dalla diversità (Ispagna). Atmosfere sognanti cullano con un grande senso di leggerezza i versi di In altumare (In mare aperto), una dolce ballad che insieme ad Anda si ‘olis andai (Vai, se lo desideri) lasciano spazio ad un’interpretazione vocale essenziale accompagnata da soli strumenti acustici. L’Africa è protagonista in Wangari Maathai: la prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2004 “grazie al suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”. Ritmi percussivi incalzanti di jembé, shakerere, tamburi, e voci femminili pungenti sostengono chi crede che il verde sia il colore con il quale scrivere la propria storia. Questo canto di grande donna si libra protetto dai buoni auspici di una luminosa luna africana mentre un’altra immagine femminile viene ritratta nella sua terra di Sardegna in Oi mamaj (Oh madre). Un lamento funebre precede un’invocazione alla madre che è anche una riflessione: questo tempo non mi assomiglia e sfugge, non si torna indietro, le domande sono ombre di ogni giorno. Omaggio al canto a chitarra, simbolo della tradizione musicale sarda, la melodia citata nel brano In cust’ora (In quest’ora), conosciuta grazie all’interpretazione di Gavino de Lunas e Peppinu Cabiddu, rappresentanti di grande valore della musica isolana.  Chiude il disco un pezzo provocatorio per tutti coloro che non vogliono prendersi troppo sul serio. Per chi non ha paura di godere e di stare bene e non si vuole nascondere: Pappu buffu e…..mind’affuttu (Mangio bevo e….. me ne frego). Il testo divertente, ma profondo invita alla spontaneità e alla gioia in una società che sperimenta sempre più la commistione e la diffidenza. La musica ondeggia in un originale mix di tecno e launeddas. 

 

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Un commento

  1. Alexandra Porcu

    interessante. ho letto il nome già tante volte, ma non ho mai capito chi fosse. bene 🙂 è toga, la tipa, magari la invito a Berlino 🙂 anche se ci sarà già stata ovviamente…

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