I VOLTI FEMMINILI DEL RISORGIMENTO ITALIANO: LA GIORNATA DELLA DONNA AL CIRCOLO "SEBASTIANO SATTA" DI VERONA

da sinistra nella foto: Francesca Sanna e Lucia Tomelleri

da sinistra nella foto: Francesca Sanna e Lucia Tomelleri


di Raffaele Ladu

Nella sede dell’Associazione dei Sardi “Sebastiano Satta” di Verona, si è celebrata la Giornata Internazionale della Donna con una cena ed una conferenza della Prof.ssa Lucia Tomelleri, presentata dalla nostra socia Francesca Sanna. Il tema della conferenza è stato “I volti femminili del Risorgimento italiano: madri, mogli, amanti”, e lì si è parlato delle donne più famose del Risorgimento italiano, cominciando da Maria Drago, l’illustre madre di Giuseppe Mazzini; proseguendo con Giuditta Sidoli, che fondò insieme con Giuseppe Mazzini “La Giovane Italia” – e di lui fu anche l’amante; Anita Garibaldi, a tutti nota; la principessa Cristina Trivulzio Belgioioso, patriota e femminista ante litteram; Adelaide Bono, madre dei sette fratelli Cairoli; la marchesa Anna Schiaffino Giustiniani, che fu grande amica (e forse non solo quello) di Camillo Cavour; Virginia Oldoini, alias la Contessa di Castiglione, che con arte più seduttiva che retorica seppe convincere Napoleone 3° ad allearsi con il Regno di Sardegna, favorendo così il Risorgimento italiano; ed infine la Regina Margherita, che fu la prima regina d’Italia. Non si conoscono donne sarde che abbiano partecipanto in modo significativo al Risorgimento, per cui la Sig.ra Francesca Sanna ha ricordato Eleonora d’Arborea (1340-1404), Grazia Deledda (1871-1936) e Maria Carta (1934-1994), tre donne sarde illustri, e la Prof.ssa Tomelleri ha terminato osservando che nella società sarda le donne hanno sempre avuto una posizione sociale elevata, e che perciò hanno vissuto il femminismo come superfluo. A significativa conferma di ciò ricordo che la Sardegna è una delle regioni d’Europa in cui le donne assumono più contraccettivi orali (il 28,6% delle donne in età feconda lo fa, contro una media europea del 24% ed italiana del 16,3%), ed abortiscono di meno (5,55 casi per 1000 donne, contro una media italiana di 9,16; e nel caso delle minorenni, si scende a 3,7 – un vero primato) – a dimostrazione che sono loro nell’isola ad avere il controllo della sessualità e della riproduzione, rimarcando una diversità dalla penisola che risale fino alla preistoria.

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