DAL FESTIVAL DI SANREMO ALL'ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA: CHI SI RICORDA DELLA SARDEGNA?

Roberto Benigni sul palco del Festival di Sanremo

Roberto Benigni sul palco del Festival di Sanremo


di Mariella Cortès

Sono sorpresa. Sorpresa e delusa che in mezzo a tutto il “memorabile” ripetuto allo strenuo da Roberto Benigni durante la serata di Sanremo dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia non ci sia passata, nemmeno di striscio, la Sardegna,  una delle regioni d’Italia che nel corso dell’Unità d’Italia ebbe un ruolo di certo non di contorno. Da cosa iniziare? Dagli 11 deputati presenti in Parlamento, dall’ altissimo tributo versato anche dai nostri soldati alla causa nazionale (e, sì, pure loro cantavano sottovoce Fratelli d’Italia per farsi coraggio mentre dalla nave che li portava in continente volgevano l’ultimo sguardo alla loro terra) oppure, per rimanere in tema, dei nonni sardi di Goffredo Mameli? E come dimenticare che  Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, è sepolto nell’isola di Caprera, in Sardegna, isola che elesse a sua dimora dopo la perdita di Nizza e, dove, come disse la figlia, ci visse per “elezione e devozione”?  E’ difficile constatare come  nel corso dell’ Ottocento la mia isola, tra intrighi politici e viaggiatori attratti dal mito dell’incontaminato, ai viaggi e agli studi del La Marmora, fosse considerata maggiormente che oggi, a distanza di centocinquant’anni. Vorrei aggiungere che nei 150 anni che dall’Unità ci portano ai giorni nostri, la Sardegna si è distinta nel campo della politica, dell’arte, della letteratura, della filosofia e dello sport annoverando una lunga schiera di grandi personaggi: due presidenti della repubblica, Antonio Segni e Francesco Cossiga; il fondatore del partito sardo d’azione, nonché grande letterato e pensatore Emilio Lussu; l’eclettico Antonio Gramsci, tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia ma anche filosofo, giornalista e critico letterario (del quale tra l’altro Luca e Paolo hanno letto il brano sull’indifferenza); dal punto di vista letterario artistico, il premio nobel Grazia Deledda, Salvatore Satta e il suo suggestivo De Profundis, Francesco Ciusa, premiato alla biennale di Venezia con la scultura “La madre dell’ucciso”, Giuseppe Biasi e la sublime arte dell’incisione nella raffigurazione di quel mondo selvaggio e incontaminato narrato dai precedenti. Infine, vorrei ricordare a Roberto Benigni che la storia di Cixiri che Benigni trasla in Sicilia, si rifà alla cacciata dei piemontesi dalla Sardegna (1794!) quando a Cagliari gli si chiedeva di dire cixiri, ceci nella versione sarda. Basti pensare che le Balentes fecero di Cixiri,  un tormentone nazionale. A rattristarmi ulteriormente è che Elisabetta Canalis, sassarese, non abbia avuto l’ardire di accennare mezza sillaba a tutto questo o, quantomeno, di ricordare in quel fintissimo attimo di commozione, dell’importanza di un’isola che nel suo piccolo ha dato il suo contributo all’Unità e alla storia d’Italia. Celebriamo l’Unità d’Italia, vero, sacrosanto. Ricordiamo il Risorgimento. Ma ricordiamo che l’Unità viene dall’insieme 

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3 commenti

  1. Brava Mariella !condivido in pieno ! ho letto la tua nota in radio oggi ,la ho commentata e la ho postata anche sul blog di Francesca Alderisi,dove chi volesse può leggere la bella nota di Francesca e leggere e inserire commenti .
    un abbraccio Teresa
    http://www.prontofrancesca.it/2011/02/18/benignissimo/

  2. Alexandra Porcu (Berlino - Germania)

    Bello, grazie Mariella 🙂

  3. Luigi Prasciolu

    salve,sono sardo e da tale sono seriamente inc…. con i continentali o colonialisti chiamiamoli un pò come ci pare,che vogliono a tutti i costi umiliare il nostro sentimento profondo di diversità e sardità che ogni sardo come me ha. negando la nostra storia cultura in tutti i modi da loro convenuti ,per esempio la scomparsa dalle sardegna dalla mappa che appare sul tg studio aperto,l’ultima trovata del toscanaccio ignorante benigni e aggiungo uil suo connazionale Indro montanelliW (forse era di Palermo) di cui ho letto quasi tutta la sua opera maxima storia d’ Italia allegata con il corriere della sera,sapete quante pagine dedica alla sardegna……vi lo dico io neanche una solo due righe che spiegano dove cazzo andò a nascondersi re dei savoia durante l’occupazione Napoleonica.W la sardegna libera ed indipendente….spero che al più presto non debba usare sta lingua coloniale per esprimere il mio disappunto tra l’altro Dante era siciliano di origine algherese alighieri =algher aggiungo i maggiori pittore del rinascimento leonardo ,raffaello,donatello ect. tutti siciliani d.o.c.

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