DONNA POLITICANTE, PERICOLO COSTANTE: CAPPELLACCI DIMENTICA LE "QUOTE ROSA"


di Francesca Madrigali

La Regione Autonoma (boh) della Sardegna ha una nuova Giunta, ad appena 18 mesi dall’insediamento di quella regolarmente uscita dalle elezioni. Ovviamente non si tratta di un volgare “rimpasto”, ma di un necessario riequilibrio fra le componenti della maggioranza, per dare più rappresentatività ai territori, con un altissimo spirito di servizio per il bene della Sardegna. Verrebbe quasi voglia di tirare un amen, se non fosse che la rappresentante della Chiesa in giunta è stata segata pure lei. Lo spirito di servizio, per carità, è una bellissima cosa, in questo sono bravissime le donne, e deve averlo capito pure il nostro governatore, il suo partito e gli altri: come sono brave e importanti le donne, soprattutto quelle, appunto, di servizio! Puliscono bene, stirano e ammirano, fanno le ancelle e talvolta ringraziano il presidente che magnanimamente aveva concesso loro un assessoratino, anche se magari facevano la psichiatra o la costruttora e improvvisamente andavano a occuparsi della cosa pubblica. Aveva concesso: perché dopo 18 mesi ha pensato bene di eliminarle tutte, per far posto a una squadra di soli uomini, fra i quali almeno un paio di lunghissimo corso (non a caso la Sardegna è la regione più vecchia d’Italia, non è che non vogliamo metterci i giovani, è che proprio non esistono). Quindi le cose sono due: o non esistono fisicamente le donne nel partito della libertà, nell’udc, nei riformatori, nei sardisti e in qualunque altra cosa componga lo scacchiere della maggioranza, o qualcosa mi sfugge. Essendo io donna attualmente impegnata in alte missioni di servizio (sono le 11.48 e devo ancora cominciare a stirare, per esempio), è anche probabile: altrimenti non capisco come nessuna delle donne dei suddetti partiti si sia lamentata, nulla di nulla. Solo qualche vibrante (‘sagerata!) protesta del partito democratico, della consigliere di parità, qualcuna, insomma, che cavalca la ghiotta occasione. Quanto siamo lontani, ragazze e ragazzi, dall’essere un paese evoluto: dove la vera parità si avrà quando ci sarà una donna incapace e stronza (caso anche abbastanza frequente a piani ben più alti della regione Sardegna) in posti di comando, e senza bisogno di tanti “se”, “ma”, senza considerare la differenza di genere come un merito o un demerito, e soprattutto, povere noi, senza il silenzio complice di questa o di quella: le dirette interessate, quelle considerate donne. Di servizio però.

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