SEMPRE PIU' INFUOCATO IL DIBATTITO INTORNO ALLA F.A.S.I.: VITALE SCANU, OVVERO QUELLA VOGLIA MATTA DI FARE LA "MOSCA COCCHIERA"

Paolo Pulina in una fotografia di un convegno a Olbia del 1998

Paolo Pulina in una fotografia di un convegno a Olbia del 2002


di Paolo Pulina

Quando ho cominciato a leggere l’ultimo intervento di Vitale Scanu “Un  capitale umano di grande valore è disposto a tornare in Sardegna: per i giovani emigrati un piano ‘epocale e innovativo’ ” ho tratto un sospiro di sollievo: finalmente Scanu abbandona la polemica con la FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia).

In effetti, vai avanti nella lettura e scopri che a Scanu non basta più  autonominarsi  portavoce ufficiale dell’assessorato al Lavoro della Regione Sardegna diretto da Franco Manca ma che addirittura oggi si autopone come  valorizzatore del pensiero del presidente della FASI, le cui dichiarazioni durante i lavori della Consulta regionale per l’Emigrazione in materia di intervento nei confronti dei giovani  –  dopo che gliele  ho fatte conoscere io – vengono da lui esaltate e indicate perentoriamente alla “sollecita” esecuzione da parte dei Circoli e dei dirigenti di essi.

Però Scanu (se no, non c’è gusto) non vuole togliersi la soddisfazione di continuare  nel suo  compito “storico”: polemizzare con quel “cattivone” di Paolo Pulina, che  –  solo – non gliene ha fatto passare una delle sue irragionevoli e quindi “evanescenti” accuse contro la FASI; che ha ribattuto colpo su colpo alle argomentazioni di uno che perde automaticamente credibilità, a mio avviso, nella misura in cui fa venire in mente un uomo che, non essendo padre,  vuole “insegnare ai padri come si fanno i figli”.

Mettiamo infatti che uno sia un lavoratore desideroso di difendere i diritti propri e della categoria professionale cui appartiene. Non è contento del trattamento economico e di protezione sociale che è riservato a lui e ai suoi colleghi? Vuole migliorare  questa situazione? Non può farlo evidentemente  da solo. Si  iscrive ad una organizzazione sindacale e dall’interno di essa comincia a fare tutte le osservazioni critiche che gli paiono opportune anche ai fini di allargare le adesioni (cioè le tessere di iscrizione)  a quella tale sigla sindacale da lui prescelta. Se invece uno, senza mai aver preso una tessera di una di queste organizzazioni, dall’esterno vuole cantargliele chiare tutti i giorni, denunciandone manchevolezze (vere o presunte), soddisferà il suo ego ma è facile che qualcuno gli rinfacci la colpa di svolgere la funzione di predicatore non avente diritto o il ruolo di suocera invadente che vuole mettere il naso e magari zizzania (come dimostrerò più avanti) in una casa che non è sua.

Scanu pontifica su quello che dovrebbe fare la FASI senza essere mai stato tesserato ad un circolo della FASI. Io sono  iscritto al Circolo “Logudoro” di Pavia dal 1983 e vengo, come si dice, dalla gavetta: mi sono fatto le ossa prima come segretario, poi responsabile della biblioteca, addetto stampa, vicepresidente, infine vicepresidente vicario  (per la FASI, responsabile della Comunicazione, dopo essere stato eletto negli ultimi due congressi: a Genova e a Milano).

A Scanu piace moltissimo riportare  le dichiarazioni dei “potenti”, le fa sue e le butta in faccia a quell’antipaticone di Pulina, con il classico gesto del “tiè!” e con la tipica soddisfazione da “mosca cocchiera” (insetto inutile ma molto saccente già ridicolizzato a sufficienza dagli scrittori di favole e dal sardo Gramsci).

Solo Scanu (non Pulina, che ha l’ardire di non essere d’accordo con Scanu) dunque può gridare: viva Franco Manca, Assessore al Lavoro della Regione Sardegna!;  viva Enzo Costa, segretario Cgil!; viva Peppino Loddo, segretario regionale della Cgil-scuola!;  viva Tonino Mulas, presidente della FASI!

Mi permetto di osservare che lascio solo volentieri a Scanu l’esclusiva di inneggiare a Luca Barbareschi (il bravo attore e presentatore, non sardo e non residente, che i sardi hanno voluto inviare alla Camera dei Deputati  perché se ne uscisse con le espressioni che hanno entusiasmato Scanu non da oggi: basta digitare Vitale Scanu e Luca Barbareschi e Google ti dà i precedenti, anche in qualche sito dell’emigrazione sarda in Francia. Ha detto Barbareschi: «Sono i sardi stessi che si incaprettano da soli e sono la causa dei loro stessi mali »).

Per il resto ho già detto che la FASI, tramite Tonino Mulas e Serafina Mascia, ha approvato il Piano triennale dell’Assessorato del Lavoro diretto da Manca, e io faccio parte dell’esecutivo nazionale della FASI di cui è  presidente  Tonino Mulas e di cui è vicepresidente vicario Serafina Mascia; posso quindi anch’io dichiararmi d’accordo con l’Assessore Manca, con Tonino Mulas e, per quanto da loro dichiarato, con Enzo Costa e con  il segretario regionale della Cgil-scuola Peppino Loddo (a Pavia sono da sempre iscritto alla CGIL!).

Ma a Scanu interessa ogni volta provare a seminare zizzania in casa FASI.

In un precedente intervento Scanu ha richiamato contro di me, in maniera evidentemente strumentale, questa affermazione di Filippo Soggiu (relazione al terzo Congresso della FASI, Genova, 23-24 marzo 2002):   «Dobbiamo investire molte delle nostre forze, delle nostre iniziative e anche delle nostre risorse per intercettare questi giovani, che è l’unico modo per assicurare e garantire il futuro di questo movimento dopo di noi». Domando: solo a Scanu è permesso il diritto esclusivo di condividere queste dichiarazioni?

Adesso, dopo aver strumentalizzato  le citazioni da  Soggiu, ci prova con quelle da  Mulas (si tenga conto che io con Soggiu, oggi presidente emerito della FASI, mi vedo diverse volte alla settimana al circolo di Pavia; con Tonino Mulas almeno una volta al mese a qualche iniziativa culturale o a Milano  presso la sede della FASI: perché la FASI ha sempre avuto una sede, al contrario di quello che ha scritto Scanu; anzi da pochissimo ne ha una tutta nuova…).

Scrive Scanu: «Federazioni (compresa la FASI) e Circoli si considerano e sono autonomi, “ognuno con una sua programmazione”. Non voglio dire che essi siano tra gli ostacoli per la valorizzazione prioritaria dei giovani emigrati, ma che occorre un potenziamento di modelli, secondo le parole dell’assessore al Lavoro Manca e del presidente FASI  Mulas ». Il senso che Scanu vorrebbe dare alla frase è questo: “ caro Pulina, prendi e porta a casa,  se io sono d’accordo con Mulas, tu non puoi esserlo”. Non basta. A proposito delle dichiarazioni di Mulas (che gli ho fatto conoscere io), Scanu si sente autorizzato quasi a diventare intimidatorio e invita il “preside” Mulas a bacchettare l’impertinente “alunno” Pulina. Sentite, sentite: «Non è “realismo” aspettare “che i giovani di seconda e terza generazione frequentino i nostri circoli e si impegnino nei direttivi… facendo proposte” (Pulina). Sono le Federazioni che devono andare incontro ai giovani, non i giovani che vanno alla Federazione. “Non si può più pensare nei termini di oggi o di un triennio. Occorre più lungimiranza e pensare in termini di venti anni […]. Si chiede un cambiamento epocale per quanto riguarda i giovani e le strutture a prescindere dalle imposizioni […] Con i giovani bisogna misurarsi, abbandonando un certo conservatorismo: i giovani vanno nei Circoli se hanno spazi e strutture, altrimenti si aggregano altrove. Sollecito in tal senso il coinvolgimento dei presidenti di Federazione…”. (presidente FASI Tonino Mulas). Se le parole hanno un significato, qui siamo di fronte a un energico “sollecito” di cambiamento per le Federazioni e per i Circoli. Sarà doveroso attivarsi per attuarle. O sono anche queste “parole evanescenti”?».

Io trascrivo una frase detta da Mulas in Consulta in riferimento ad un contesto generale, non coincidente quindi con la sola tematica dei giovani  e, come si può facilmente verificare dal confronto,  Scanu la riporta senza gran rispetto di questo contesto generale: «Sollecito il coinvolgimento dei presidenti di Federazione perché i consultori hanno un ruolo importante ma non si può prescindere dai presidenti che conoscono e gestiscono l’attività dei loro circoli » diventa «Sollecito in tal senso [quindi, secondo Scanu, in direzione delle iniziative per i giovani; nota di Pulina] il coinvolgimento dei presidenti di Federazione».

Consiglio a Scanu la lettura di quel famoso passo gramsciano in cui si dice che non bisogna «sollecitare i testi».

Vedo che Scanu, dopo aver  promesso a diversi interlocutori “passo e chiudo” (s’intende: con questa polemica), continua tranquillamente a citarmi come rappresentante dei “cattivi” della FASI. Usando una appropriata  espressione di  Gianfranco Fini, gli chiedo:  “Mi vuole forse cacciare ?”.

Dopo tutto, grazie a me Scanu ha solo potuto presentare a Pavia il suo romanzo “Bachis Frau emigrato” (in Svizzera) e lì ha potuto conoscere per la prima volta Filippo Soggiu (che nel suo resoconto della manifestazione non a caso è chiamato «Giuseppe Sotgiu, antica e sempre valida colonna dell’emigrazione sarda»; in una lettera al presidente Gesuino Piga Scanu ha anche espresso rammarico per la mia assenza: allora alla mia presenza ci teneva!); grazie alla polemica che io ho ingaggiato con lui Tonino Mulas mi ha chiesto notizie su Scanu.

Agli occhi di Scanu evidentemente la mia colpa è di non aver organizzato  la presentazione  del suo libro presso tutti i circoli della FASI e di non avergli fatto avere  delle sovvenzioni della FASI per spedire copie del suo volume in Sardegna.

Nota finale. A proposito di aiuto e incoraggiamento ai giovani  mi piace citare il caso di Massimiliano Perlato, che non ha mai nascosto di essere stato sostenuto in maniera concreta dal sottoscritto, anche nella sua veste di responsabile Comunicazione della FASI,  fin dagli inizi dello sviluppo della sua attività  pubblicistica. Oggi lui gestisce (con la moglie Valentina) questo bel Blog, utilizzato e “visitato”  dai rappresentanti di tutti i circoli sardi sparsi nel mondo. Massimiliano ama le statistiche e ha contato qualche mese fa che io vi ho pubblicato oltre 250 articoli. Vorrei continuare a scrivere articoli non polemiche contro Scanu. Se però lui non volesse smettere,  sappia comunque che gli arriverà sempre una pronta replica.

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2 commenti

  1. Nella discussione innescata dall’interrogativo di un giornalista dell’Unione Sarda (28 aprile) – come mai la Barbagia abbia prodotto validi esempi di cultura e il mondo pur vasto dell’emigrazione non abbia ancora opere letterarie o artistiche di rilievo – mediante gli articoli ospitati gentilmente dai siti internet “emigratisardi” e “tottusinpari” mi chiedevo se, oltre alla grande “provincia” degli emigrati sardi non fossero cointeressati anche i Circoli e le Federazioni, nella prospettiva delle nuove Linee programmatiche dell’Assessorato del Lavoro, tese in modo prioritario all’associazionismo e al mondo giovanile degli emigrati con i PNG (Progetti Nuove Generazioni). Il prof. Pulina ha voluto forzare la discussione su un livello personale sfottente e anche offensivo, sempre con risposte miranti essenzialmente alla gloria di se stesso. Oltretutto negando, su tutta la linea, ogni ipotesi e ogni disinteressata disamina. Un modulo tutto personale di “ragionamento” che mi è estraneo e che io non mi sono mai permesso nei suoi riguardi.
    Perciò, trovandomi a disagio nel seguire questo modo di discutere, solo per qualche motivazione particolare (per es. qualche possibile gattopardismo lungo il cammino del “Programma triennale”) tornerò sull’argomento specifico dell’impegno delle Federazioni e dei Circoli, già così esplicitamente configurato dall’Assessore Manca. Soprattutto non voglio diventare centro di un indisponente protagonismo, col rischio di competere con la Lumachella di Trilussa. Ai nostri emigrati basta quella.
    Vitale Scanu

  2. Egregio prof. Vitale Scanu, rispondo al suo ultimo, breve “ragionare” con poche parole: quelle del proverbio “Il bue dice cornuto all’asino”.
    Alle “restituzioni” cui Lei mi ha costretto aggiungo questa volta le parole che mi ha scritto una dirigente di un Circolo FASI : “Il tuo carteggio con Scanu sarà ricordato sicuramente come difesa della associazione da te degnamente rappresentata, frutto e indice di un lavoro assiduo che persone come voi della FASI propongono e curano dando vita non solo a eventi di tutto rispetto (cosa peraltro nota e da te giustamente ribadita), ma ad articolazioni di pensiero interessanti e importanti anche grazie a momenti provocatori che contribuiscono a definire e (ri)conoscere il ruolo dell’emigrazione ‘italiana’ “.

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