LA F.A.S.I. DISCUTE SUL FUTURO DEI CIRCOLI ANCHE SENZA "UN ORGANO CARTACEO FEDERALE": NELL'ARTICOLO, I PENSIERI DI TONINO MULAS E SERAFINA MASCIA (F.A.S.I.) E DEI FRATELLI DE CANDIA (MESSAGGERO SARDO)

E' stato interamente pubblicato nel mese di maggio il confronto dialettico fra Vitale Scanu (7,13,21 e 27) e Paolo Pulina (9,14,22 e 28)

E' stato interamente pubblicato nel mese di maggio il confronto dialettico fra Vitale Scanu (7,13,21 e 27) e Paolo Pulina (9,14,22 e 28)


di Paolo Pulina

Lascio volentieri a Vitale Scanu «il buon diritto di esprimere la sua opinione come persona e come emigrato». Consentirà a me il «buon diritto» di replica per alcune sue osservazioni non condivisibili contenute nel suo quarto intervento «sui Circoli, sull’informazione per e tra gli emigrati e specialmente sui programmi-giovani» («cose molto serie che riguardano sia la FASI che le altre Federazioni»: così egli scrive;  anche se è innegabile che poi le sue lamentele finiscono per appuntarsi in maniera speciale sulla FASI). Io credo che «gli emigrati e anche le istituzioni (Federazioni) che sono preposte ad aggregare e gestire la grande “provincia” degli emigrati» possano prendere in considerazione «l’ intrigante quesito del dott. Sergio Naitza, critico cinematografico dell’Unione Sarda (perché mai il mondo barbaricino, dei banditi e delle faide è riuscito ad esprimere opere di alto valore letterario, artistico, nella settima arte… e il mondo dell’emigrazione, ugualmente incarnato e quasi connaturato nel DNA dei sardi, non riesce a produrre alcuna opera di rilievo?)» senza impulsi ossessivi, favorendo senza angosce il realizzarsi delle condizioni per il “miracolo” creativo auspicato da Scanu, il quale, come emigrato autore di romanzi sui sardi preistorici e sull’emigrazione sarda e di sceneggiature cinematografiche tratti da essi, è naturalmente legittimato a proporsi, a cercare di farsi conoscere e apprezzare.

Sui Circoli Scanu cita le idee direttive per il triennio 2010 -2012 dell’Assessore regionale al Lavoro Franco Manca: «I Circoli sono chiamati ad esprimere un potenziale creativo e progettuale per interventi mirati orientati a favorire una sana competizione tra i circoli stessi».  Io mi permetto di evidenziare la posizione ufficiale espressa dalla FASI nella riunione della Consulta dedicata ai programmi per il triennio 2010-2012 (trascrivo dall’edizione online del “Messaggero Sardo” datato aprile 2010), facendo notare che la FASI, nella Consulta dell’Emigrazione, ha approvato il Programma triennale per il 2010-2012 e il Piano annuale per l’anno 2010 proposti dall’Assessore Franco Manca (Scanu quindi deve smettere di lasciar intendere che esistano contrapposizioni fra la linea assessorile e la FASI).

«Serafina Mascia, della FASI, ha sottolineato come sia importante l’esistenza dei Circoli, che per la loro attività investono non solo i contributi regionali ma anche risorse che acquisiscono con la loro azione di volontariato, perché hanno dedicato e dedicano tempo e competenze per promuovere iniziative di alto livello culturale, con grande ritorno di immagine per la Sardegna e per il circolo stesso. Certo ci sono circoli e in sofferenza economica e di obiettivi, e da qui si deve partire per aiutarli. Ogni circolo ha delle specificità. In quanto ai giovani c’è da parte di molti di essi il desiderio di rendersi utili, e se c’è un punto di riferimento vengono, altrimenti si allontanano. Su questi obiettivi bisogna puntare».

Ed ecco la sintesi dell’intervento di Tonino Mulas (presidente della FASI) e vicepresidente della Consulta: «Siamo una Consulta; la politica dell’Emigrazione non si può fare senza sentire prima il mondo dell’Emigrazione. Sono d’accordo che non si possa più pensare in termini di oggi o di un triennio, ma che occorre più lungimiranza e pensare in termini di 20 anni. La riflessione deve partire da noi, dalla Federazione, dalla FASI che gestisce circa 70 Circoli. I nostri Circoli hanno un trend di vita di 20 anni, a Milano il ricambio c’è, come a Londra o in Spagna, ma ci sono anche strutture vecchie. Si chiede un cambiamento epocale per quanto riguarda i giovani e le strutture a prescindere dalle imposizioni. Contesto l’affermazione secondo cui i Circoli hanno sprecato risorse. Grazie ai Circoli c’è stato un ritorno di promozione della Sardegna. Il volontariato che ha accompagnato l’attività dei Circoli è ricco di competenze ed energie. E oggi  i Circoli, le sedi sarebbero state di nostra proprietà se fossero state ascoltate le nostre proposte. Alcuni sono riusciti a comprarsi la sede, altri sono stati frenati, purtroppo, e oggi dobbiamo continuare a pagare fitti sempre più cari e avere sedi sempre più in periferia. In quanto ai giovani, bisogna misurarci con loro  abbandonando un certo conservatorismo: i giovani vanno nei Circoli se hanno spazi e strutture, altrimenti si aggregano altrove. Sollecito il coinvolgimento dei presidenti di Federazione perché i consultori hanno un ruolo importante ma non si può prescindere dai presidenti che conoscono e gestiscono l’attività dei loro circoli».

Scanu nei suoi precedenti interventi chiedeva di sapere la posizione della FASI sul ruolo dei Circoli e sui programmi a favore dei giovani di seconda e terza generazione. La sintesi delle dichiarazioni ufficiali che ho riportato spero che lo convincano una volta per sempre che sull’argomento del futuro dei Circoli e sulle iniziative per i giovani non si ragiona solo in Spagna, in Inghilterra e in Canada.

Dice Scanu: «I Circoli, a me pare, dovrebbero essere stimolati a un più sentito associazionismo, a operare in maggiore unione. […] Si usa un linguaggio da consuntivo inventariale: un Circolo ha fatto questo, un altro Circolo ha fatto quest’altro. Urgono preventivi culturali. Oggi i Circoli chiedono: Cosa dobbiamo fare? Chi deve gestire queste impellenze? Si impongono “preventivi” culturali, a me sembra».

Replico io: « A me sembra che le quattro Circoscrizioni territoriali, che sono strutture intermedie della FASI tra Esecutivo e Circoli, svolgano in maniera apprezzabile la loro funzione di stimolare i Circoli “a un più sentito associazionismo, a operare in maggiore unione”. Preventivi culturali, che vuol dire? Ogni Circolo presenta il quadro delle proprie attività culturali per l’anno avvenire con un quadro ben preciso dei costi, prevedendo anche voci di spesa per iniziative congiunte con altri Circoli. Di che parla, dunque, Scanu?».

Dice Scanu: «L’informazione. L’interscambio e il dialogo tra l’emigrato e “il palazzo” è oggi indubbiamente inadeguata. L’informazione è il settore nevralgico per una Federazione. Non bastano i pizzinni dei “canali interni per le informazioni”. Ci vorrebbero, a me pare, un centro direzionale, un organo cartaceo federale di intercomunicazione, un sito specifico nel web come “contenitore” del nostro mondo migratorio».

Replico io: « Pizzini (non pizzinni, come scrive Scanu). “Il termine ‘pizzini’ è da anni entrato a far parte del lessico dell’italiano regionale di Sicilia con il significato originario e, ultimamente, anche della lingua italiana corrente col significato di foglietto di carta con il quale boss mafiosi fanno pervenire agli affiliati ordini o comunicati in genere ” (Wikipedia). A me pare che Scanu dovrebbe vergognarsi di usare un tale vocabolo nel riferirsi alle circolari interne che la FASI invia regolarmente ai Circoli per sollecitare la loro attenzione al rispetto delle scadenze previste dalla Regione Sardegna o da altri organismi nazionali per la presentazione di indispensabili documenti che evitino ai Circoli “grane” amministrative e pericoli di sanzioni; oppure per suscitare mobilitazioni sui temi della continuità territoriale; o per informare sulle iniziative che hanno valenza di “progetti regionali”; ecc.».

Dice Scanu: «Al settore “comunicazione” vengono destinati dall’Assessore al Lavoro 750mila euro. Il prezioso, sempre atteso e insostituibile “Messaggero Sardo”, com’è adesso non può esaurire questa primaria esigenza per una Federazione moderna ed efficiente. E’ da potenziare il Messaggero. E’ incalcolabile la forza di coesione identitaria che il nostro caro periodico ha da sempre rappresentato e che ancora trasmetterà ».

Riferiscono e commentano Gianni e Antonello De Candia nell’articolo “Il programma annuale per l’emigrazione 2010” (leggibile per il momento solo in Internet nel numero  de “Il Messaggero Sardo” datato aprile 2010): « Per i servizi di informazione e comunicazione tramite TV satellitare e telematica; produzione e distribuzione di Il Messaggero Sardo; creazione della community per le eccellenze sarde è destinata la somma di € 750.000,00 così ripartita: Informazione e comunicazione tramite TV satellitare e telematica € 350.000,00; produzione e distribuzione di “Il Messaggero Sardo” € 300.000,00 [nel 2009 la somma a disposizione era di € 600.000,00 per cui non sarà più possibile mantenere la periodicità mensile; attenzione, questa è una nota dei cronisti estensori: nota di Paolo Pulina]; creazione della community per le eccellenze sarde €100.000,00».

Scrive Scanu: «Perdonatemi una citazione personale, come esempio. Il romanzo “Bachis Frau emigrato” del sottoscritto, ha avuto parecchi commenti favorevoli da parte dei lettori e della stampa, sia in Italia che in Svizzera. Uno per tutti, quello del Sole 24 Ore: “E’ la descrizione impareggiabile di una speranza che diventa progetto, di un impegno che diventa realtà”. La nostra FASI non s’è accorta di nulla e non ha avuto da spendere neppure una parola per quest’opera (tre anni di lavoro…) che, poco o tanto, rappresenta in modo paradigmatico la filiera della nostra emigrazione. Senza informazione, anche le cose migliori della base non acquistano alcuna evidenza. Pure qui è mancata l’informazione su una emergenza letteraria (una come tante altre). Non voglio dire che la FASI debba fare l’editore, ma che è suo compito “valorizzare le eccellenze senza per questo trascurare nessuno… stimolando la fantasia e la creatività di tutti i Circoli, premiando le idee migliori”, evidenziando che anche “fuori porta”, gli emigrati danno accettabili risultati in ogni campo ».

Replico io: «Il 14giugno 2008, rispondendo a una tua richiesta in merito, ti scrissi: “1) Il mio suggerimento è di aspettare che il tuo romanzo ‘Bachis Frau emigrato’ (in Svizzera) venga materialmente pubblicato. Credo che sia inutile inviare ai Circoli informazioni in questo periodo, a ridosso delle ferie estive. A settembre ti conviene mandare ai circoli, anche per posta ordinaria, il volantino di pubblicizzazione del tuo romanzo. 2) Devi tener conto che ogni circolo ha una programmazione autonoma, peraltro stabilita normalmente con un anno di anticipo, come richiesto dalle Direttive regionali. Questo naturalmente non impedisce che possa esserci l’inserimento (non previsto dalla programmazione) della presentazione di un libro come il tuo negli ultimi mesi dell’anno 2008, ma questo dipende dalle decisioni dei singoli direttivi. Quindi ti conviene metterti in contatto con i presidenti dei Circoli più vicini, in particolare, nel tuo caso, quelli lombardi”. Mi tocca ripetermi: “Il Circolo culturale sardo ‘Logudoro’ di Pavia, di cui sono vicepresidente vicario, anche per mia sollecitazione, ha presentato il 9 maggio 2009 questo tuo libro: anche in quell’occasione si è avuta l’ennesima dimostrazione dell’autonomia propositiva di cui gode ogni Circolo”. Il Circolo “Logudoro” di Pavia è affiliato alla FASI ». Anch’io consegno le mie osservazioni alla valutazione dei miei amici corregionali emigrati.

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