L'ASSOCIAZIONE "ARBESCHIDA" CHIEDE LO STOP DELLE ESERCITAZIONI MILITARI IN SARDEGNA

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Arbeschida Sarda è un’associazione che riunisce alcuni circoli dei sardi sparsi prevalentemente in regioni dell’Italia centro-settentrionale. In Lombardia, Piemonte, Toscana e Liguria. Nei giorni scorsi l’associazione ha scritto alla Marina militare, alla Regione sarda e alle province i cui territori sono interessati dalle esercitazioni militari denominate Mare aperto e Amphex 2010. «Esercitazioni che si svolgono al di fuori dei già numerosi poligoni militari presenti sul territorio sardo, in un’area di mare adibita ad attività civili, non gravata da servitù militari». Anche un ampio tratto di mare di fronte alle coste oristanesi è interessato alle esercitazioni. L’associazione dei circoli sardi chiede alla Marina militare, alla Regione e alle Province di sapere «perché tali esercitazioni si svolgano al di fuori del demanio militare o di servitù militari pur avendo a disposizione già numerose aree adibite a tale scopo». Nella lettera si chiede inoltre di sapere «quale autorità ha autorizzato le esercitazioni militari e se si sia tenuto conto delle gravi conseguenze che 12 unità di superficie, due sommergibili e circa 18 aeromobili tra ala fissa ed ala rotante, per oltre 2.500 militari, distribuiti tra bordo e terra possono avere sull’ambiente, sulla salute e sull’economia (pesca in particolare) delle popolazioni coinvolte». Arbeschida Sarda chiede quindi «a tutte le istituzioni preposte l’immediata cessazione di tutte le attività militari in corso in acque civili, la verifica e la bonifica di eventuali danni ambientali causati dalle esercitazioni, che venga attuato e reso pubblico un piano dettagliato di risarcimenti per tutte le attività economiche ingiustamente interrotte». Nella lettera l’associazione ricorda anche il prezzo che la Sardegna paga in termini di territorio destinato alle attività con le stellette. «In Sardegna il demanio militare ammonta a 24.000 ettari a fronte dei 16.000 ettari occupati nella penisola italiana. A questa cifra si sommano i 12.000 ettari di terra gravati da servitù militare. In mare le “zone interdette o dichiarate pericolose per la navigazione” si estendono per 2.840.000 ettari superando per estensione la superficie dell’isola». Un territorio in gran parte occupato dai poligoni militari di Teulada, Capo Frasca, Quirra (Perdas de Fogu, Capo San Lorenzo). «Tutti questi poligoni – prosegue la lettera – si trovano all’interno dell’area adibita alle suddette esercitazioni, che si estende nel territorio previsto dall’ordinanza della Capitaneria di Porto di Oristano, ovvero nelle acque della Sardegna centro-meridionale». Ora l’esercitazione occupa anche un ampio tratto di mare che in pratica cinge tutta la parte centro meridionale dell’isola, anche al di fuori delle consuete zone destinate a scopi militari.

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