Il mondo dell'emigrazione sarda presente per "Sa Paradura", in solidarietà ai pastori abruzzesi

di Graziano Canu

L’hanno ribattezzata la transumanza della solidarietà. I pastori sardi sono voluti andare in soccorso di alcuni colleghi abruzzesi, le cui aziende sono state distrutte o danneggiate dal terremoto del sei aprile scorso. Lo hanno fatto rispolverando l’antica tradizione di "Sa Paradura": quando un allevatore che perdeva il suo gregge, rubato o distrutto da una calamità, lo vedeva ricostituito dai colleghi che gli donavano una pecora. L’appello in favore degli allevatori abruzzesi è stato lanciato dal gruppo nuorese degli Istentales guidati da Gigi Sanna e dalla Coldiretti e subito sostenuto dalla Regione Sardegna e da altri enti. Ma i grandi e diretti protagonisti sono stati i tantissimi allevatori di tutta l’isola che hanno subito accolto l’appello. Raccolte in poco tempo un migliaio di pecore, ma il numero avrebbe potuto essere molto più consistente, se a frenare la corsa alla donazione, non ci fosse stato il vincolo imposto dalla regione Abruzzo. Due grandi camion hanno girato l’isola prelevando i capi offerti. Poi tappa a Nuoro, quindi trasferimento a Olbia e imbarco sulla "Nuraghes" della Tirrenia. I 190 km che separano Civitavecchia dall’Aquila sono stati poi l’ultimo tassello di un percorso iniziato diversi mesi fa. "Non c’è stato bisogno di dirlo due volte", assicura Gigi Sanna leader degli Istentales, gruppo da sempre impegnato sul doppio fronte della musica e della solidarietà: "ci hanno chiamato da ogni angolo dell’isola e purtroppo a un certo punto abbiamo dovuto iniziare a dire di no". Le pecore e i tanti agnellini nati durante il breve viaggio, nella mattinata del 20 novembre hanno cambiato pascoli e proprietari, al termine di una breve cerimonia svoltasi nel campo base della Croce Rossa alla periferia dell’Aquila. Una ventina di pastori abruzzesi hanno preso in consegna, ognuno un piccolo gregge. Emozionati, desiderosi di ripartire, di ricostruire, di riprendere quel lavoro che quasi tutti fanno da sempre, spesso come i loro padri e i loro nonni e che sperano possa essere un occasione anche per i loro figli. Primo passo verso un ritorno alla normalità purtroppo destinato a richiedere, per l’intera regione, un lungo cammino. A ricordarlo, anche ai tanti sardi arrivati a l’Aquila per questo appuntamento, le ampie zone "rosse" del capoluogo, ancora sbarrate e presidiate dai militari. Centinaia di edifici crollati o comunque destinati ad essere demoliti, intorno ai quali c’è il deserto. Per Giovanni Coccolone, pastore di Fonni, l’iniziativa è "una goccia nel mare del bisogno, ma si spera, oltre a queste pecore, di aver portato anche la tradizione e che in futuro gli stessi colleghi abruzzesi si aiutino fra di loro". Soddisfatto l’assessore all’agricoltura della Regione sarda Andrea Prato: "nessun merito da parte nostra, solo l’appoggio a una iniziativa voluta e realizzata dai nostri pastori". Per Prato "segnale importante anche perché arriva da un settore alle prese con mille problemi". Diretta conferma dalle parole di Tore Masala e Cristoforo Coccolone, altri due allevatori di Barbagia: "In Sardegna abbiamo i nostri problemi, ma qui c’è gente che sta molto peggio e ha perso tutto e ci sembrava doveroso dare una mano". L’assessore all’agricoltura abruzzese Mauro Febo ha voluto ringraziare non solo per "il grande valore simbolico della transumanza della solidarietà che servirà concretamente a far ripartire alcune aziende, ma anche perché questa iniziativa serve a non far spegnere le luci della ribalta sul dramma di una regione". La cerimonia andata in scena all’Aquila è stata anche l’occasione per far incontrare tanti isolani: i molti volontari che ancora lavorano nei vari campi, per fortuna quasi tutti in smantellamento, ma anche gli emigrati. C’erano tra gli altri il presidente del circolo dei sardi Shardana di Pescara Antonello Cabras e quello della FASI Tonino Mulas. Quest’ultimo ha annunciato un progetto: "pensiamo a un momento di incontro di tutti i pastori sardi che vivono e lavorano fuori dall’isola, nelle campagne del Lazio come in quelle della Toscana, del Veneto e dello stesso Abruzzo. Un ritrovarsi insieme per conoscersi e per condividere un momento di festa".

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