Bed and Breakfast, una forma di ospitalità di successo anche in Sardegna

di Lucio Salis

 

Ufficialmente è definito Esercizio saltuario di alloggio e prima colazione, ma tutti lo chiamano Bed and breakfast (B&B). Fa più fino. Si è diffuso in Sardegna intorno al Duemila, da allora è in continua espansione. Una formula di ospitalità a carattere familiare, ogni casa non deve avere più di tre camere, con al massimo due posti letto. Ammesso il letto in più solo per un bambino. Se le stanze sono quattro, si passa nella categoria "affittacamere", tutta un’altra cosa. L’attività del B&B, deve essere "saltuaria", come dice la legge. Significa che devono osservare un periodo di chiusura di almeno 60 giorni. Curiosità: durante la colazione, è obbligatoria la presenza di almeno un componente della famiglia, mentre gli ospiti non possono usare la cucina, neppure per farsi un caffè. Sia pure con questi limiti, hanno sempre più successo. Perché molti preferiscono la camera con prima colazione all’ospitalità informale dell’albergo. Così oggi sono 1360 i B&B sparsi nell’Isola, con 2344 camere e 4657 posti letto. Il maggior numero (347) in provincia di Cagliari. Sembrerà singolare, ma sono pochi nella provincia di Olbia-Tempio, quella a più forte vocazione turistica, forse perché ha un maggior numero di alberghi e ospita un particolare tipo di vacanzieri. Dai dati della Regione emerge che il fenomeno B&B si sviluppa soprattutto nelle province in cui l’industria delle vacanze non può contare ancora su un apparato ricettivo consolidato. Si spiegano così i 230 esercizi in provincia di Oristano, ma anche i 105 di Cagliari città, con 210 camere e 370 posti letto. A incentivare questo tipo di ospitalità diffusa è anche l’iniziativa individuale di tante persone che, specie quando vanno via i figli, si trovano a disposizione una casa troppo grande per viverla da soli. Altri abitano in magioni storiche o comunque importanti, particolarmente adatte ad essere valorizzate. Così oggi, in Sardegna, non c’è paese che non sia in grado di ospitare turisti di passaggio. I quali si fermano di buon grado in questa sorta di case-famiglia, dove pagano una media di 30 – 45 euro per una camera singola o 65 – 80 per una doppia. Prezzi decisamente concorrenziali, rispetto a quelli degli alberghi tradizionali. Spesso però ad incoraggiare la scelta di questa ospitalità alternativa è la ricerca del rapporto umano con chi ospita, la possibilità di entrare, in qualche misura, nell’ambiente di una comunità, poter conoscere da vicino le persone, vedere come vivono, entrare in contatto con gli altri ospiti in un ambiente familiare. In una regione come la Sardegna, dove l’ospitalità ha sempre fatto parte del costume sociale. È certamente uno dei motivi che hanno contribuito al successo dei B&B. Decretato anche dai numeri. Nel 2006 questo tipo di alloggio ha registrato un incremento del 89 per cento negli arrivi e del 98,75 per cento nelle presenze rispetto al 2005. E nel 2007 i dati aggregati con quelli degli altri esercizi extralberghieri e alloggi privati ha avuto un +26,4 per cento negli arrivi e +25,3 nelle presenze. Uno studio a campione eseguito dall’Osservatorio turistico, nel settembre 2007, ha accertato che il 2,5 per cento dei vacanzieri (2,3 italiani, 3,6 stranieri) aveva soggiornato presso affittacamere e B&B. Per un periodo medio di 10,4 notti, il più lungo, rispetto a tutte le altre categorie di strutture ricettive. In pratica, si sono fermati di più perché hanno speso poco: appena 137 euro al giorno. Ha sborsato meno solo chi è stato ospite di parenti e amici.

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