Da Terralba, proposta per i circoli degli emigrati: spettacolo teatrale "La valigia dei ricordi"

di Riccardo Mereu

 

 

"Ti lascio, terra, con il dolore nel cuore.

Su questa nave ti guardo lontana,
abbracciando stretto il mio piccolo e unico amore. Scappo da te, per rincorrere l’unico sogno,

di una vita migliore.
Ti prometto, terra, che un giorno tornerò,

viva o morta non importa,

mio figlio mi porterà da te,

ed insieme vivremo per sempre".

M. J. Serreli

 

L’emigrazione è un fenomeno che, da sempre, caratterizza la nostra terra e la nostra gente. Ancora oggi assistiamo allo spopolamento, e quindi la storia non è cambiata, il fenomeno è ancora attuale; addirittura, negli ultimi anni, si è registrato un aumento del numero degli emigrati. Il motivo è sempre lo stesso: il lavoro. "Viviamo in un paradiso", è la frase più ricorrente tra noi giovani, però costretti, in molti, a partire, per andare alla ricerca di un qualsiasi lavoro altrove. Tantissimi sardi, fuori dell’isola, hanno trovato "da vivere"; molti ricoprono ruoli importanti come dirigenti d’azienda, imprenditori, medici; altri, invece, sono semplici operai, muratori, camerieri, lavori semplici ma dignitosi, che potrebbero, però, svolgere anche qui, in Sardegna, il che consentirebbe, a questi nostri conterranei lontani, di stare vicini ai loro cari. Perché ciò non è possibile? Mille sono i motivi! Tanti sono partiti, ma un gran numero di loro, con coraggio, ha scelto di tornare, per crescere i propri figli qui, dove loro stessi sono cresciuti, in un ambiente più genuino, ma soprattutto in una terra dove i valori della vita e della famiglia sono sentiti e rispettati. Il legame con la terra di Sardegna ci permette di difenderla, perché la sentiamo nostra, nel cuore, ci sentiamo suoi figli, il che ci rende tutti orgogliosi di essere sardi, e perciò uniti, in questa comune appartenenza. Ma nonostante ciò, il nostro difetto più grande rimane, ancora oggi, la non collaborazione, causata da una reciproca, atavica, gelosia, della quale non riusciamo a liberarci. L’emigrazione, in passato, per la maggior parte dei sardi, è stata l’unica speranza di una vita migliore, la sola possibilità di trovare un lavoro che consentisse di vivere, nel vero senso della parola; con questo sogno nel cuore e nello stomaco, in tanti si sono adattati a svolgere lavori saltuari, per riuscire a portare a casa un pasto caldo; poi, finalmente, un lavoro fisso, qualcosa di concreto, la creazione di una famiglia, l’acquisto di una casa e la realizzazione personale. Ora i tempi sono cambiati, il sardo non è più solo pastore, agricoltore, pescatore, oggi sono i laureati, che partono, in molti, alla ricerca di un lavoro, di un master, di una specializzazione che dia loro quel qualcosa in più, che permetta di trovare un lavoro e aiuti a realizzare i propri sogni di vita. La voglia d’indipendenza è tanta, così come la voglia di dare un senso ad anni di studi, ai sacrifici che i genitori hanno fatto per permettere loro di studiare. Una doverosa parentesi la apro, a favore di quei tanti ragazzi che hanno un sogno artistico, o artisti a volte nascosti, in ogni parte dell’isola, ricca di gente capace e con idee originali e belle, ma per svariati motivi non considerati; pittori, scultori, ballerini, cantanti, musicisti, orafi, grosse risorse ignorate. Come recita il proverbio, "Impara l’arte e mettila da parte", la vita di molti ragazzi sardi di talento è proprio così; a volte si rinuncia a farlo, come lavoro, perché non ci sono i presupposti, e tutto si perde, soprattutto l’entusiasmo. Ciò non accade solo in Sardegna, ma spesso, i nostri conterranei che hanno varcato il mare, si sono realizzati anche in questi settori, portando sempre nel cuore la propria terra d’origine. Possiamo citare nomi illustri che, con grande capacità e orgoglio, portano la Sardegna, e la sue preziose tradizioni, nel mondo della moda, della pubblicità, della musica e in tanti altri settori: Antonio Marras, Gavino Sanna, lo scomparso Andrea Parodi. Le persone creative, in Sardegna, non sempre hanno avuto la possibilità di studiare per migliorarsi, di fare esperienze per maturare, e questa mancanza le ha portate, spesso, ad arrangiarsi, per conoscere, documentarsi, studiare la storia, le tecniche, per crescere, ognuno nel suo settore. Ci crediamo in tanti! Il talento è una cosa innata, è un dono, e ciò che noi vogliamo fare, è utilizzarlo per rivolgere un pensiero, a modo nostro, a chi è partito. E’ un modo per sdrammatizzare il fenomeno, raccontando una storia vera, una delle tante, per sentirci vicini, e unire le forze per crescere insieme. Il messaggio che vogliamo diffondere con questo spettacolo, è la voglia di unirci per crescere, persone che hanno entusiasmo e voglia di fare, consapevoli del valore della gente di Sardegna. Partendo da un’installazione, realizzata da una scultrice che ha vissuto, attraverso l’esperienza dei suoi cari, questo fenomeno, si fondono tanti linguaggi artistici, come la danza, il teatro, la musica, la poesia e il documentario, che raccolgono testimonianze di chi è fuori della Sardegna per lavoro, o lo è stato, in quello che noi chiamiamo continente. Attraverso lo spago della famosa valigia di cartone, simbolo dell’emigrazione, cuciamo tutto questo, le storie di vita vera e i ricordi portati in scena, rappresentati, in chiave artistica, con un unico significato. È il nostro modo di esprimerci, e di rivolgerci ai tanti conterranei, partiti in tutto il mondo, in un omaggio, chiamato, LA VALIGIA DEI RICORDI. E’ questo, dunque, uno spettacolo multiforme e poliedrico, perché realizzato con l’apporto di più forme d’arte, come in un caleidoscopio di mille e più colori, ognuno dei quali è chiamato a dare il suo contributo al ricordo dei tanti sardi partiti, e dei molti che ancora si apprestano a farlo, per cercare un lavoro lontano dalla propria Terra, ma portando le proprie radici nel cuore, con fierezza e speranza, un giorno, di poter tornare. LA VALIGIA DEI RICORDI sarà presentata, per la prima volta, in forme e dimensioni contenute, il giorno 2 ottobre, all’interno della manifestazione artistica "Agoràrt 2009", che si terrà a Terralba, in provincia di Oristano, dal 2 al 5 ottobre prossimi, in concomitanza con la festa religiosa di Santa Vitalia. IDEATRICE DEL PROGETTO, BALLERINA E COREOGRAFA: Claudia Tronci. SCENOGRAFIA: Maria Jole Serreli. TESTI: Riccardo Giuseppe Mereu.

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