Internet: la Regione Sardegna punta su @all-it in tutti i paesi dell'isola

di Emanuele Dessì

 

Un computer contro l’isolamento e contro il rischio di esclusione sociale. Un pc in rete con il mondo al servizio di tutti. Comprese quelle categorie che oggi, per ragioni anagrafiche ed economiche, restano ai margini dei vantaggi legati all’utilizzo delle risorse informatiche. Questo e molto altro ancora si prefigge il progetto @all-in, "Creazione dei centri di accesso pubblico per il superamento del divario digitale". L’iniziativa è dell’assessorato regionale degli Affari generali che, mettendo a frutto le risorse del Por Fesr 2007-2013 (Asse I, Società dell’informazione), ha pubblicato un bando (linea di intervento 1.1.3.a) con un budget di 6 milioni di euro. «Il nostro obiettivo è avvicinare i cittadini a rischio di esclusione», ha spiegato in una conferenza stampa l’assessore Ketty Corona. «E non mi riferiscono solo agli anziani – dopo i 70 anni la percentuale di chi utilizza internet è appena dell’1,5% – ma anche le donne. Se per le nuove generazioni la percentuale è in linea, oltre i 30-40 anni c’è una distanza di 10 punti percentuali a vantaggio degli uomini. Ecco, con l’intervento @all-in vogliamo contribuire a colmare il digital divide ».  Esteso a tutto il territorio della Sardegna, il progetto punta all’apertura di nuovi punti di accesso pubblico alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione, sale multimediali da 10-15 postazioni pc all’interno di scuole, biblioteche, locali comunali. Come ha spiegato l’assessore Corona, i punti di accesso devono garantire «15 ore alla settimana per le nostre attività, altri 15 per altre iniziative pubbliche». Ma possono operare anche come internet point, aule didattiche per le scuole. Ma sono anche alleati preziosi per una capillare alfabetizzazione informatica, la formazione e il reinserimento lavorativo e l’accesso ai servizi on line della pubblica amministrazione. L’assessore Ketty Corona vede anche la possibilità di un coinvolgimento (per anziani, donne, disabili, disoccupati) nella digitalizzazione – è un esempio – degli archivi storici dei Comuni. Con il budget a disposizione, si stima l’apertura di 200-250 punti di accesso. Strumenti preziosi per i piccoli centri. Antonio Quartu, direttore generale dell’assessorato agli Affari generali, cita l’esempio degli emigrati che rientrano nel paese d’origine e che, grazie a internet, possono interagire con i figli rimasti in Germania. O leggere on line i quotidiani della nazione che li ha ospitati a lungo.  L’intervento – domande entro il 7 agosto – si rivolge agli enti locali, alle Asl, alle Università, alle associazioni no profit. «Ci auguriamo che ci sia un forte interesse», dice Ketty Corona, anche perché la buona riuscita della prima fase dell’intervento consentirà di investire altri 8 milioni di euro. Non c’è il rischio di paradossi. L’assessore ricorda che potranno accedere al bando anche le domande dei Comuni che non hanno ancora una connessione veloce a internet. Entro il mese di settembre del prossimo anno, assicura Ketty Corona, «la banda larga sarà estesa a tutti i Comuni sardi con più di 1.500 abitanti».

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