Versione in limba del calendario dei Carabinieri

di Cristoforo Puddu

L’Arma dei Carabinieri -che hanno origine dal corpo dei carabinieri reali del Regno di Sardegna (1814)- rendono servizio allo Stato e ai cittadini con compiti di polizia militare, giudiziaria e di pubblica sicurezza; rappresentano un significativo radicamento storico e riferimento di valori per l’intera società italiana. E’ frequente, a motivo dell’amore del privato cittadino per l’Arma, che dal 2000 costituisce forza armata autonoma, vedere in bella mostra e in tante case ed uffici il prestigioso calendario storico dei Carabinieri. A quello ufficiale 2009 ha fatto seguito una sorprendente versione in limba sarda logudorese -patrocinata dalla Fondazione Istituto Storico "Giuseppe Siotto", Comitato sardo per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e Banco di Sardegna S.p.A.- con traduzione a cura di Luciano Carta. Il traduttore, nato a Bolotana, è dirigente scolastico ed animatore culturale con la passione della ricerca storica sul Settecento, Ottocento e Novecento sardo; numerosi i contributi pubblicati. Il Calendariu Istoricu de s’Arma de sos Carabineris -stampato dalle Grafiche Ghiani- si articola su ricche e documentate schede regionali che forniscono elementi storici sull’Arma, sull’operatività ed attuale struttura e presenza territoriale. Documentate anche le ricompense alla bandiera e le decorazioni individuali ai militari dell’Arma. Le immagini riprodotte rendono giusto omaggio all’unicità e totalità paesaggistica ed ambientale della Penisola. Dalla scheda sulla Sardegna rileviamo l’articolata diffusione delle attuali 278 Stazioni nel territorio dell’Isola, iniziata il 1822 con "s’estensione de su servissiu de sos Carabineris Reales". Il messaggio del Gen. C.A. Juanne Franziscu Siazzu, Cumandhante Generale de s’Arma de sos Carabineris, nel presentare il Calendariu sottolinea il "ligamen profundhu cun s’Italia e cun sos Italianos", garanzia per la difesa della Patria e per la tutela delle libertà istituzionali.

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Un commento

  1. Mario Sanna (San Gavino Monreale)

    Buongiorno amici Sardi, si dice che il sardo sia la persona più attaccata alle sue origini e se anche si trasferisce in un’altra terra e trova anche la dea bendata che gli da una mano, non dimentica mai la sua terra. Sarà così solo per i sardi? Se dovessi stilare una %, direi che il 85% dei sardi è così. Io abito in San Gavino Monreale, ora è in prov. VS (Villacidro-Sanluri, nota come Medio Campidano), ho avuto modo di “girare” tutta l’Italia, dalla Sicilia a l’Alto Adige e l’Europa, anche quella dell’est; gli USA (New York e San Farcisco), Brasile (Rio de Janeiro e Natal) e il Giappone (Tokio). Ho incontrato durante questi viaggi (dal 1977 al 2008) non pochi sardi: quasi tutti mi hanno chiesto: DE AUNDI SEIS?(l’equivalente medio delle 2-3 lingue più parlate in Sardegna).Come sappiamo questa locuzione sarda non significa solo sapere di dov’è una persona. A volte è più usata per sapere chi sei e cosa fai. Cioè, chi ti fa questa domanda ha voglia di scambiar quattro chiacchiere, di sapere qualcosa di te e di raccontarti qualcosa di se. Ed è questa frase che mi ha fatto venire l’ispirazione di scrivere un libro. È la storia di una famiglia; inizia con l’Unità d’Italia(1861). Non dimentichiamoci che l’Italia è stata fatta dall’esercito del Regno di Sardegna (i sardi anche qui ci sono… ) è una famiglia come tante ci sono e che soprattutto c’erano in Sardegna. La storia narra gli usi e le tradizioni sarde dell’epoca, l’entrata in guerra (1915-18) contro gli imperi centrali (Austria, Germania, Ungheria), l’eroismo degli intrepidi sardi della Brigata Sassari e la balentìa di un componente della famiglia (la storia finisce nel 2000). Ci sono molte parlate in sardo (campidanese), tutte tradotte ed alcuni mutetos improvvisati. Vi consiglio di leggere questo libro; sono sicuro vi piacerà. Potete visitare il sito: http://www.kimerik.it e andare sugli autori poi Sanna. Fatemi sapere se vi è piaciuto. A mellus bìere e a meda annos cun salude.

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