L'emigrato Bachis Frau e i concorsi letterari

di Vitale Scanu

Voi magari siete convinti che i concorsi letterari (ne esistono a migliaia) siano una cosa seria. Anch’io lo pensavo. Beata ingenuità! Ebbene, ci sbagliavamo, io e voi. I concorsi letterari, come pure l’editoria, sono adesso governati dall’imperativo del commercio: si danno alle stampe i nomi già noti per non correre il rischio di restare col prodotto invenduto. E poi sono cambiati i "valori" e gli interessi dei lettori. Se non rientrate nelle nuove regole letterarie, o del giornalismo, lasciate perdere. Oggi le famose regole "chi, dove, come, quando" sono cambiate. Valgono le sei S: "sangue, sesso, soldi, scandali, spettacolo, sport". State sicuri che con questi ingredienti, meglio se tutti insieme, il vostro lavoro letterario emergerà e farà cassetta. Se poi hai un "nome" già noto, che tu sia un cafone, o una di quelle ninfomani scosciate che danno il "la" alle signorine di oggi, o un assassino, o un pedofilo da galera, o un matricida, o uno sportivo famoso… la vendita del libro è assicurata. Volete un esempio? Prendete il caso di Antonio Cassano, il Gian Burrasca del campionato italiano di calcio. Ha scritto ultimamente la sua autobiografia intitolata Dico tutto (editore Rizzoli). Diciamo la verità: se in Italia fossimo in un campus intellettuale normale, sarebbe ovvio dire "e chi se ne frega"? Purtroppo il livello culturale, come dicevo, si basa sui canoni delle sei S. E così i giornali e anche le tv, addirittura hanno anticipato il libro con interviste su interviste al bullo-pallonaro, le sue imprese sessuali ("ho avuto 600 o 700 donne") e le sue manie per le Ferrari. Risultato? Centomila copie vendute in due settimane. Cvd, come volevasi dimostrare. Camilleri, Nifoi, Eco, Vitali…, sono oggi i sumo della narrativa italiana. L’editoria, che ormai si conforma alle regole di mercato, per andare sul sicuro cavalca i nomi già noti. Si adegua inesorabilmente a quello che è il nostro passatempo nazionale nei talk show, sui giornali, nei bar, dovunque: il discutere sul nulla. Si forma l’onda che trasporta quei nomi e il risultato è assicurato. Una semplice pisciatina targata dai "soliti noti" assicura la vendita. Supponete che il vostro lavoro si trovi a concorrere tra gli scritti di quelle corazzate… State certi che non ne sortirà niente di buono. Se non sei un nome già noto, se non rientri nelle regole delle tre S, se non sei nell’indice delle big editoriali, non sei nessuno. Il valore intrinseco del libro va in secondo piano. Così uno è portato a pensare: se non è edito da Rizzoli, Mondadori, Adelphi…, è robetta che non vale niente. In Sardegna esistono tanti autori nuovi che non riescono ad emergere e svariati concorsi, mostre e premi letterari (Gramsci, Macomer, Gavoi, Alziator…). Un’amara esperienza mi fa parlare. Ultimamente io ho stampato un lavoro di narrativa che parla dei nostri emigrati e di Sardegna, intitolato Bachis Frau emigrato. Si tratta della descrizione della povertà che assilla l’emigrato fino a spingerlo ad andarsene da casa. Povertà che da Bànnari (oggi Villa Verde, in Marmilla) lo porta fino in Svizzera, alle acciaierie ticinesi Monteforno-Von Roll. Dalla Svizzera ritorna, in età di pensione, e si adopera per migliorare la situazione sociale del proprio paese. Un romanzo sociale, impegnato, che vuol sottolineare l’esito positivo che può avere l’emigrazione, secondo una idea programmatica di Gramsci: "Occorre violentemente portare l’attenzione sul presente così com’è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà". Ebbene. Il concorso letterario della Marmilla a cui è stato presentato questo romanzo (tre anni di impegno e documentazione) ha premiato una poesia!!! Bachis Frau emigrato ha avuto solo un angolino per una menzione marginale. Eppure, mi giungono fior di riscontri sulla validità di questo lavoro di narrativa, che ha un notevole potenziale di sviluppo, di turismo, di opportunità di lavoro per una derelitta zona interna della nostra Sardegna. Ma purtroppo è un libro che… non rispetta le sei S di cui sopra, non è scritto da un autore famoso e non è edito da un’editrice di grido. Onde per cui, l’esito della sua presenza nei concorsi e nei premi è già bell’e segnato. Alcuni di questi concorsi letterari neanche rispondono alle richieste di informazione degli autori "ignoti", come un minimo di educazione comanderebbe. In occasione di un importante premio del capoluogo è successo che, ancor prima dell’esito finale, il mio romanzo a sfondo sociale Bachis Frau emigrato è stato notato nelle bancarelle a un prezzo stracciato, senza il consenso dell’autore. Segno che qualche esaminatore, forse un morto di fame, ha voluto ripagarsi così delle sue fatiche intellettuali di esaminare il libro.

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