I reperti etruschi finiti nel buio

di Gianfranco Pintore

 

Fra qualche giorno, il 20 gennaio, sarà un anno da quando la Soprintendenza archeologica mandò ad Allai i carabinieri per sequestrare un bel po’ di ciottoli trovati nel lago Omodeo. Ciottoli che, secondo quanto disse allora il professor Gigi Sanna, portavano iscrizioni etrusche. La prima improvvida reazione di una funzionaria della Soprintendenza davanti ad un cronista fu che si trattava di un falso. Da quel giorno, dei ciottoli di Allai non si sa più niente. Si dice che la Soprintendenza li abbia spediti a Milano presso un non meglio identificato esperto etruscologo. Nulla di preciso, comunque. Sul mio sito (www.gianfrancopintore.it) c’è stato un breve dibattito fra Massimo Pittau che negava e Gigi Sanna che affermava. In una mail, il grande epigrafista tedesco Herbert Sauren accennò una interpretazione della iscrizione a spirale riprodotta nella foto: "Alcune lettere saltano agli occhi. La lettera t, a forma di una freccia, marca ciò che sta in alto e ciò che sta in basso, la punta della freccia indica l’alto. La scrittura è sinistrorsa, dall’interno verso l’esterno. Ci sono tratti verticali che marcano la fine di una frase". Pur dicendo che in mancanza di un disegno preciso e in presenza di punti danneggiati, la lettura completa non è facile, così traduce la terza riga fra i due tratti verticali: "Noi siamo assenti, molto lontani, tristi". A parte la suggestione che questa frase provoca ed evoca, ed anche prescindendo dalla esattezza della traduzione (ci vorrebbe un pari di Sauren per confermarla o smentirla), la lettura che della spirale ne dà l’epigrafista segnala che o si tratta di un falso geniale ed estremamente colto oppure si è davanti a una prova della frequentazione etrusca nella vallata ora sommersa dal lago Omodeo.
In ogni caso, la Soprintendenza non si può arrogare il diritto di tacere ancora, dopo un anno che i ciottoli sono nelle sue mani. Non può, voglio dire, usare la prepotenza del silenzio come se quell’ufficio potesse fare a meno – il verbo giusto sarebbe "fregarsene" – di un corretto rapporto con i cittadini sardi che contribuiscono non poco a pagare gli stipendi di funzionari ed archeologi lì impiegati.
PS – Cerco lettori di questo blog, disposti a sottoscrivere una lettera al ministro dei Beni culturali, Bondi, che riproduce questo testo. Basterà un cenno, firmato con nome, cognome, località di residenza e indirizzo elettronico, nei commenti a questo blog. Si dispensano gli anonimi.

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