Tottus in Pari, 225: intense attività

STRAORDINARIE "GIORNATE SARDE " AL CIRCOLO "QUATTRO MORI" DI OSTIA

TRE GIORNI DI SARDEGNA NELLA CAPITALE

La sesta edizione delle "Giornate Sarde" si è appena conclusa, dopo tre giorni di kermesse di musica, cultura, conferenze, produttività dedicata alla Sardegna. In questi tre giorni un fiume di persone venute da tutta la regione del Lazio oltre che da Ostia e Roma, hanno visitato l’intera manifestazione, dove hanno potuto vedere la migliore produzione dell’isola dall’artigianato alla parte produttiva e degustato una cucina particolare nel suo genere. Premesso questo, un capitolo a parte merita la parte culturale, dove abbiamo affrontato argomenti di prima nicchia come la conferenza sulla vita di Gian Maria Angioy tenuta dal Prof. Luciano Carta, il quale ha ripercorso e illustrato nella sua esposizione la vita e le gesta del personaggio Angioy, con una esposizione tale da appassionare tutti i numerosi presenti i quali alla conclusione hanno salutato il Prof. Carta con un lungo applauso. Il sabato mattina l’onorevole Gemma Azuni consigliere comunale in rappresentanza del comune di Roma ha ricordato il legame che lega le istituzioni del comune di Roma e della Provincia di Roma con i sardi e la Sardegna. La coordinatrice dottoressa Maria Antonietta Schirru dopo la sua presentazione della conferenza ha fatto leggere alcuni passi del libro a due alunne della scuola elementare che poi Giovanni Floris ha presentato e illustrato nei contenuti e significati il libro "La Sardegna di dentro la Sardegna di fuori" di Giacomo Mameli. Con aneddoti personali inerenti al libro ha descritto la diversità che c’è tra la gente comune e i facoltosi venuti da fuori, ma al di là di questo la Sardegna è della gente comune. L’autore del libro Giacomo Mameli ha evidenziato con alcuni esempi d’impresa le possibilità che la Sardegna di dentro ha per crescere e affermarsi al di fuori del proprio territorio. La parte culturale si è conclusa con la conferenza "Sardinia Insula vini" dove grazie alle cantine presenti:  Cantine Argiolas, Cantina di Dorgali , Cantina Sociale di Dolianova, Cantina Sociale del Giogantinu, Cantina Gostolai, Cantina Sociale del Mandrolisai, Cantina del vermentino di Monti, Cantina Sociale di Monserrato, Cantina Il Nuraghe di Mogoro, Cantina di Oliena, Cantina Socialie dell’Ogliatra, – Cantina Antichi Poderi di jerzu, Cantina Sardus Pater, Cantina Sella&Mosca è stata presentata la migliore produzione vinicola dell’isola. L’archeologo professor Mario Sanges nel suo intervento ha illustrato la storia e le caratteristiche della vite sarda dalla preistoria ad oggi. A conclusione della conferenza il dottor Tonino Costa ha illustrato ai presenti con un percorso guidato i vini e i suoi accostamenti con i prodotti sardi con una degustazione di formaggi di vario tipo. I presenti entusiasti hanno gradito questo percorso dell’esposizione, a conclusione di tutto che dire l’esibizione di Maria Giovanna Cherchi che ha entusiasmato con la sua musica avvolgente tutti i presenti, riscuotendo lunghi applausi. L’impegno del circolo per la prossima edizione sarà rivolto alla promozione, e alla conoscenza della nostra cultura e delle nostre tradizioni ad un pubblico sempre più vasto oltre che a rinverdire e rinsaldare i rapporti tra noi. Piero Nera

 

IL "DESSI’" DI VERCELLI RICORDA "LA RIVOLTA DI AMPSICORA"

IL GUERRIERO SARDO CHE OSO’ SFIDARE I ROMANI

A Vercelli, nel salone dello storico Dugentesco, la Sardegna, ancora una volta, si è manifestata al pubblico, con la sua arte e la sua storia mentre, contemporaneamente, sempre in città e in piazza Cavour, hanno fatto bella mostra di sé l’artigianato e i prodotti agroalimentari dell’isola sempre graditi dai vercellesi. Ancora una volta, dunque, l’Associazione Dessì ha promosso un incontro con la cittadinanza locale per parlare di personaggi che hanno onorato la Sardegna dalle origini della sua storia sino ai giorni nostri. E così è stato raccontato "Ampsicora", antico guerriero sardo che ha combattuto contro i romani negli anni dal 218 a.C al 215 a.C. Ad una platea attenta e interessata nell’ascolto ai fatti narrati, si è rivolto per primo il dott.Tonino Oppes, giornalista-scrittore, capo-redattore di Rai 3 Sardegna, il quale in prima battuta ha presentato due suoi lavori: "Tutti buoni, arriva Mommotti" e "La memoria ha il sapore di menta", dedicati principalmente ai bambini, e successivamente, ha parlato di Ampsicora, della sua tenacia, del suo valore e della temerarietà che ha dimostrato nell’affrontare per lungo tempo un esercito più organizzato, più armato e più numeroso come quello di Roma, caput mundi, possedeva e utilizzava per tenere a freno i popoli conquistati e sottomessi. Un imprevisto contrattempo, all’ultimo minuto, non ha consentito al dott.Maurizio Corona, di presentare, nell’occasione, il suo libro sulla vita e le gesta di Ampsicora " La rivolta di Ampsicora – Cronaca della prima grande insurrezione sarda (215 a.C.). La manifestazione ha avuto largo consenso e il privilegio di ospitare in sala, diverse autorità locali tra cui il Presidente della provincia, Roberto Masoero e l’Assessore comunale Caterina Politi. Il Presidente dell’Associazione "G.Dessì", Dino Musa in apertura ha portato il saluto dei soci e ringraziato quanti hanno avuto sempre attenzione e sensibilità per le attività del sodalizio. L’addetto stampa, giornalista Giampaolo Porcu ha moderato la manifestazione. Dopo la conferenza è stato offerto un buffet e l’invito a visitare la mostra "….e il mare intorno. L’isola come mito" – Rassegna di fumetto, arte grafica e satira, ospitata nel Foyer dello stesso "Dugentesco". Nucleo centrale della rassegna le opere del grande disegnatore sardo Franco Putzolu dal titolo "S.O.S. Sardos", che ironizza sui fatti della Sardegna dal 1972 ad oggi. Il successo, tra i tantissimi visitatori della mostra, è andato ben al là di quanto ottimisticamente ipotizzabile.

Giampaolo Porcu

 

FRA LE MANIFESTAZIONI PER FESTEGGIARE I 30 ANNI DEL "DOMU NOSTRA"

SA OGHE DE SU CORO

Si dice che le prime pietre del Naviglio Grande venissero da quel ridotto che i Milanesi avevano messo su per contrastare nel  1157 l’imperatore Federico I Hohenstaufen , più noto come Barbarossa, che poi avrebbe dovuto capitolare a Legnano per la gioia degli altri comuni lombardi e per gli emuli nostrani di tale Bossi Umberto, senatùr (sic) dell’italiana repubblica. Se da Milano lo seguite verso il Ticino (il naviglio non l’Umberto) vi imbattete su una serie di piccoli (si fa per dire) paesi tra i quali Cesano Boscone, che in questo periodo festeggia alla grande il trentesimo compleanno del locale circolo dei sardi. I sardi di Cesano hanno messo su tante di quelle iniziative che per forza si sono dovute spalmare anche nei vicini comuni di Assago, Corsico, Trezzano e Buccinasco (un bacino di utenza di più di 100.000 abitanti!). Non ve le elenco tutte che non mi resterebbe spazio per altro: Salvatore Cominu espone le sue sculture, si canta e si balla col gruppo "Ichnos",c’è la compagnia filodrammatica di Barumini per il teatro in sardo, ancora canti e balli con "A Manu Tenta" do Osilo e, dulcis in fundo il gruppo musicale "Sa Oghe de su Coro" domenica 12 ottobre ore 17 a Buccinasco. Che reputo essere di gran lunga l’evento più importante solo  perché è in questo coro che da un paio d’anni anche il vostro cronista va esibendo la bontà e l’intonazione dell’ ugola sua. Insomma esordiamo in pubblico sotto la direzione somma di Pino Martini Obinu, lui sì per nulla emozionato vista la lunga militanza in complessi di fama nazionale dai mitici Stormy Six ai Tanca Ruja di più fresca memoria. Resta da spiegare come una ventina di persone, sardi, figli di sardi, italiani comuni, abbia la pervicacia di dedicare parte delle proprie serate (non una roba mostruosa, trattasi di tre sere di  giovedì ogni mese)per un percorso che evidentemente non è solo musicale, ma fa parte delle medesime necessità che regolano il comportamento dei soci che, ancora oggi oltrepassati  da tempo i cancelli del 2000, vanno a infoltire le schiere dei circoli sardi lombardi. Vero che l’età di detti soci va clamorosamente spostandosi verso numeri che ci riportano ai fenomeni  ultracentenari caratteristici di certi paesetti barbaricini, ma vero anche che sono le generazioni nate al di qua del mare che vanno riscoprendo l’orgoglio di definirsi "anche" sardi, nonché naturalmente europei, interisti, ecologisti e chi più ne ha più ne metta. E un percorso all’interno della musica sarda è quanto di meglio può servire allo scopo di capire il fenomeno. Mettete la giornata odierna, fuori c’è un sole che fa venire voglia di andarsene per campi e valli a bearsi dei rossi vermigli che l’autunno ha imbandito per la gioia degli umani e dei cacciatori di pernici; soffoco sotto la giacca di velluto marrone che mi sono messo per "sembrare più sardo". L’auditorium  che ospita la manifestazione ha 296 posti a sedere  e sembra immenso, vuoto com’è di pubblico quando arriviamo verso le sedici. Chi vuoi che venga a sentire un coro che canta in sardo nel pomeriggio di questa fantastica domenica ottombrina? Quando i ragazzi della "pizzica" che suonano e cantano prima di noi ( Marcello e gli "A Sgrasciu") hanno finito il loro numero non c’è già più una sedia libera. Da non credere! Le mie colleghe di coro hanno riesumato gonne lunghe pieghettate e bottoni in filigrana d’oro a ornare camicette plissettate dai ricami complicati, i maschi sono pregati di indossare almeno un "corpette" che rimandi al costume tradizionale. E per quanto riguarda le canzoni? Vediamo se riesco, almeno parzialmente, che queste righe per quanti tentativi vada facendo non emettono nota alcuna, a riferirvi dell’emozione che sottende a ogni motivo musicale, per chi canta e per chi ascolta. "Assandira "è fatta per stupire di ritmo e di passione :"Fantinos sedilesos, currend’a caddu nudu, senza sedda ne briglia… canta bortas ti bramo, a risplendere ‘e luna, a lugore de istella, E a s’andira s’andira andira andira lirò." Non sembra di partecipare a una bardana sotto le stelle che vanno coprendo la piana del Campidano tutto? Con "Sa cozzula" (Banneddu Ruju l’ha trascritta e armonizzata nel 1950) si entra in quel repertorio che ha a che fare con la presa in giro di certi mariti troppo possessivi che finiscono col ritrovarsi …un sacco di corna perché :"…E tue in artu mare navighende/ attere corcat chin’ muzere tua…".  Ridono soprattutto le donne. Tocca ai dilliri dilliri di "Nanneddu meu" di Peppinu Mereu ristabilire un clima più consono anche se, è noto: "Tantu lu ides, su mundu er gai/ a sicut erat e no torra mai". Ma è col "Deus ti salvet Maria" che il patto fra cantori e pubblico (sardo) si fa stretto e indissolubile: ne sono versioni a centinaia, noi la si inizia con Bianca che ha voce tersa come l’acqua di Lourdes, anzi come "sa ivena e sa currente".  Il "Ballu furiosu" che segue serve a tergere l’ultima lacrima di nostalgia, qui confesso che quando ho da cantare a ritmo :" No bind’ad’aer pius de cozzighina" faccio un casino d’inferno e mi mordo la lingua tre volte.  Pare che non se ne accorgano che in pochi, a giudicare dagli applausi "furiosi" che seguono la fine del brano. Ora tocca a Ivan, appena rientrato da New York e ancora con gli occhi a mezz’asta, intonare "Ajò lassademi" da un testo che Pino ha rimaneggiato da Gavino De Lunas, l’usignolo di Padria, che lasciò la vita alle fosse Ardeatine, vittima della follia di rappresaglia nazi-fascista, a compimento di un vissuto esemplare per coerenza e dedizione all’umano. ("…tando narademi cando su turmentu ad’a finire"). Con "Procurad’ e moderare" si urla finalmente ai "barones"di ogni tempo di finirla una volta per tutte, diversamente sarà :"…gherra, gherra a s’egoismu e gherra a sos oppressores": uditorio assolutamente d’accordo e urla d’entusiasmo in sala. Chi non ha ancora udito "Isettande" di Pino Martini cantata da questo coro non sa bene cosa sia la parola dolcezza: "Isettande chi si frimede su mare/ isettande chi si frimede su ‘entu/ iscultande sa vida". Poi intoniamo un "Gloria" ( in latino) di quelli che a Santu Lussurgiu già si stanno preoccupando per la concorrenza e, sempre nell’intento di superare l’attimo di intensa spiritualità, facciamo seguire un’"Aperimi sa janna"in cui la parte maschile va facendo richieste esplicite alle ragazze che, al solito: "sa janna no l’aperio/ o no l’aperio/ finza ch’essit su sole in artu mare". Segue un "Dillu" dove tutto il coro risponde a Eros, "Su portadori",coi "dillu dillu dilluru doi/eloro dilluru elloro doi" reiterati sino alla consumazione delle gole.  Si rifiata sussurrando "No poto reposare" prima di rituffarci su di un "Passu Torrau Cantau" in cui  noi maschi si implora tale "Antoni nostu" di "ismitti de buffare" (ca sa buffera è zae fadendi dannu) e le donne gli ricordan
o che "tenisti oghe bella e attonada/ como si cantas pares una craba". A finire un "Laire" cantato davvero a squarciagola e qui sembra proprio che il pubblico e il coro siano oramai un tutt’uno. Che dire quando molti si mettono a ballare per dovunque al ritmo di un bis del "Passu Torrau", è lei che ci commuove e ci ispira:"…Sa Sardigna chircadela in tottue…bellos sun so’ fiores in beranu/ e bella è s’aurora e sa luna/ ma tue pi-u bella ses ancora/ ma tue pi-u bella ses ancora".
Sergio Portas

 

PRESENTATO AL "SA DOMU SARDA" DI CREMONA, IL LIBRO DI ANNIBALE GRASSELLI BARNI

A CACCIA IN SARDEGNA

A Cremona, sabato 8 novembre 2008, quasi cinquanta persone, in un orario insolito (ore 11 del mattino) e in concomitanza con altre importanti manifestazioni di richiamo, hanno accolto l’invito del locale Circolo sardo "Sa Domu Sarda", presieduto dal cav. Antonio Milia, e hanno preso parte alla presentazione  del volume  "A caccia in Sardegna" (1905, riedito nell’isola nel 2004) dello scrittore cremonese Annibale Grasselli Barni (1870-1940). L’iniziativa è stata promossa dal Circolo sardo in collaborazione con la Biblioteca Statale di Cremona  (diretta da Stefano Campagnolo),  con la  Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro e con la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI). Dopo i saluti del direttore Castagnolo e del presidente Milia, sono seguiti due interventi: il primo di chi scrive, il secondo di Salvatore Tola, studioso della cultura sarda. Personalmente ho plaudito all’iniziativa del Circolo sardo di Cremona perché  ben pochi cremonesi conoscono il volume scritto dal concittadino Annibale Grasselli Barni, edito la prima volta a Milano nel 1905  col titolo  "In Sardegna (tra una fucilata e l’altra)" e con  numerose fotografie;  pubblicato in seconda edizione, con una lettera-prefazione di Grazia Deledda, senza la specificazione tra parentesi del titolo originale,  sia nel 1911, a Milano,  sia nel 1934, a Firenze; e ultimamente, nel 2004,   riedito in Sardegna, col titolo "A caccia in Sardegna" (con lo scritto deleddiano e con la sola foto Alinari dello scrittore in copertina), nella serie curata da Manlio Brigaglia per la collana "La Biblioteca della Nuova Sardegna", uscita in abbinamento al quotidiano di Sassari (il dott. Odoardo Rizzotti, Amministratore delegato del giornale, ha generosamente messo a disposizione le copie per l’evento cremonese). In Sardegna, il libro è conosciuto  (prima di quest’ultima ripubblicazione, la casa editrice Gia di Cagliari, nel 1989,  aveva procurato una ristampa anastatica dell’edizione milanese del 1911): il sito web della Regione Sardegna, alla voce Cultura-Viaggiatori del Novecento,  dedica una scheda a Grasselli Barni. Salvatore Tola ha ripercorso le pagine dello scrittore cremonese "amico della Sardegna" (come già lo aveva definito la Deledda), mettendo in evidenza come un viaggio  "cinegetico", cioè intrapreso per ragioni di caccia, abbia dato poi il frutto letterario (nel migliore senso dell’aggettivo) di un resoconto che, oltre che certificare il numero degli uccelli finiti nel carniere, dà descrizioni efficaci di paesaggi, di ambienti paesani e urbani, di modi di vita, di singole persone evitando toni dispregiativi  per le arretratezze sociali (specie in campo igienico) ed economiche riscontrate nelle varie tappe dell’itinerario e suggerendo, anzi, soluzioni in particolare nel campo dell’organizzazione agricola.  Oggi quindi anche i cremonesi  più sensibili alla valorizzazione dei personaggi locali hanno potuto prendere familiarità con un autore di cui sembrava essersi persa ogni memoria. Hanno appreso che Annibale Grasselli Barni fu giornalista acuto e scrittore di valore, nato a Cremona nel 1870 da una ricca famiglia di proprietari terrieri. Trattò diversi argomenti, scrisse una raccolta di versi e le biografie di Vittorio Emanuele III e di Margherita di Savoia, ma si occupò soprattutto della questione coloniale italiana, e in particolare dell’espansione in Libia (la Biblioteca Statale di Cremona, nella circostanza,  ha allestito una mostra di tutte le opere  di Grasselli Barni  da essa possedute). Quando sbarcò in Sardegna, a Golfo Aranci, nel 1899, aveva appena ventinove anni. Era un giovane molto ricco, che poteva permettersi un viaggio di piacere, quello della caccia, in un’isola che era un vero e proprio paradiso per i cacciatori. Attraversò la Sardegna fino al golfo di Cagliari,  armato di tutto punto,  accompagnato da una muta di cani; era in grado di pagarsi  il servizio di qualsiasi carrozza o diligenza o la compagnia di guide locali (nelle lunghe marce a piedi)  e i pernottamenti in albergo (per quello che questa parola può significare nei paesi della Sardegna di fine Ottocento). "Tra una fucilata e l’altra", dopo aver di volta in volta abbattuto un numero spropositato di uccelli (specialmente le beccacce, che per il loro volo improvviso sono le più impegnative), Grasselli Barni non fece riposare i suoi occhi indagatori e in questo modo poté annotare sul suo taccuino osservazioni preziose dal punto di vista sociologico e antropologico,  proprie di chi vuol conoscere a fondo un territorio (anche allo scopo di prefigurare un suo miglioramento) e l’anima di un popolo.

Paolo Pulina

 

I FESTEGGIAMENTI DEI CIRCOLI DI MONS E CHARLEROI IN BELGIO

RICORRENZE CON IL GRUPPO "CORDAS ET CANNAS"

Festa Sarda a Colfontaine (Mons-Belgio). La manifestazione, voluta e organizzata dai due circoli Sardi "Su Nuraghe" di Flenu-Mons e "Quattro Mori" di Chatelineau-Charleroi, ha avuto luogo nei locali dell’Espace Magnum di Colfontaine (Mons). La ricorrenza, quest’anno, assume solennità e importanza di tutto rilievo. Per la prima volta la festa sarda, che ha scansione annuale, è organizzata congiuntamente da due circoli diversi. Lo hanno voluto fermamente i rispettivi presidenti Ottavio Soddu e  Vito Boi. I due circoli sono rappresentativi di oltre mille sardi che, stabilitisi in origine nelle zone minerarie della Vallonia, ora sono cittadini belgi a tutti gli ef
fetti. Integrati perfettamente e in modo compiuto in quella comunità, connotata da accoglienza e grande senso civico. L’auspicio, sottolineano Boi e Soddu è che, in un futuro prossimo, anche gli altri circoli sardi uniscano le forze per organizzare un’unica grande "Festa Sarda". Il programma predisposto dal comitato organizzatore ha previsto una cena sociale. Ha fatto seguito l’esibizione dei "Cordas e Cannas", famoso gruppo musicale gallurese reduce dai successi di New York, Brasile, Cuba, Giappone, Russia, Scozia, Australia e Olanda. Essi intratterranno gli ospiti fino a mezzanotte. Quindi il via alle danze, con musica da discoteca. Alla serata conviviale hanno partecipato, quali ospiti d’onore, i sindaci di Talana (Ogliastra) e di Sant’Anna-Arresi (Sulcis-Iglesiente). A loro è stato dedicato un momento importante e significativo. Gli organizzatori sottolineano che, nella circostanza, la festa ha assunto un’importanza rilevante, ricorrendo il 35. anniversario della fondazione del circolo "Quattro Mori" di Charleroi, il 30. del "Su Nuraghe" e il 25. della costituzione del "Gruppo Folk Su Nuraghe",. Ottavio Soddu e Vito Boi sono felici perchè l’invito a partecipare alla festa è stato accolto da un gran numero di sardi. E’ stato un modo, anche questo, per rinverdire i ricordi, le tradizioni, i profumi e i sapori della terra natia. Ma anche l’occasione per una rimpatriata festosa fra amici e parenti; per riabbracciarsi e rivivere momenti importanti della vita di ciascuno, trascorsi in Patria e fuori.
Carlo Patatu

 

 

A CINISELLO BALSAMO, SI SONO RIUNITI I CIRCOLI SARDI DELLA LOMBARDIA

FRA PROGETTI FUTURI E SOLIDARIETA’

Riunione dei circoli sardi della Lombardia presso l’AMIS di Cinisello Balsamo. Coordinati da Antonello Argiolas, i 20 presidenti delle associazioni dislocate sul territorio, hanno cominciato a dare uno sguardo alle attività da svolgere nel 2009. Dopo un breve dibattimento instaurato sulle condizioni economiche precarie in cui versano diversi sodalizi, anche a causa della mancanza di risorse, si è tornati sull’annuale problematica legata alla mancanza del ricambio generazionale nei quadri dirigenziali degli stessi circoli. L’estenuante lavoro e il logorio quotidiano a cui sottostanno coloro che hanno le redini in mano di queste associazioni, necessitano giocoforza perlomeno di un piccolo affiancamento di forze nuove che abbiano gli stimoli giusti per proseguire con entusiasmo a prefiggersi gli obiettivi che i circoli sardi hanno nel loro dna. Si è parlato poi di progetti regionali per il 2009. I circoli devono attenersi convenientemente alle indicazioni che la Regione Sardegna darà nell’indicare su quali punti nevralgici instradare le attività future. Un filo logico da seguire anche per poter far fronte, con i riconoscimenti regionali, anche alle spese per organizzare i vari eventi. "Sa Die" 2009 per i circoli della Lombardia, si terrà a Milano. Col benestare della presidente del Cscs di Milano, Pierangela Abis, con le contigue assemblee, Antonello Argiolas e un gruppo ristretto di collaborati cominceranno a disporre le basi per questa rilevante celebrazione. Dopo che Filippo Soggiu, presidente Emerito della FASI e responsabile del Settore Trasporti ha fornito le indicazioni di massima su quella che sarà la nuova "continuità territoriale", si è proferito di solidarietà. Ogni circolo sardo della Lombardia elargirà una quota per sostenere la comunità di Capoterra colpita dall’alluvione lo scorso mese di ottobre. Su indicazione di don Battista, parroco del rione Frutti d’Oro della cittadina cagliaritana, verranno sostenuti i nuclei familiari più indigenti. Saranno alcuni rappresentanti dell’emigrazione sarda della Lombardia, prossimamente, a recarsi in Sardegna per recapitare i denari raccolti. In tema di solidarietà, era presente il nonno del piccolo Fabio Muroni, colpito da una grave malattia legata alla sindrome di West, per ringraziare la FASI e tutti i circoli della Lombardia che tanto hanno fatto per aiutare economicamente il bambino in questi ultimi mesi, attualmente in cura a Caserta. Altra tematica "calda" affrontata nella mattinata all’AMIS è la situazione del Centro Sociale Culturale Sardo di Milano per lo sfratto ricevuto dal Comune. Il 1° dicembre alle ore 17.30 davanti a Palazzo Marino, tutti i sardi emigrati saranno chiamati a raccolta per manifestare contro questa decisione. Pierangela Abis ha spiegato le motivazioni dello sfratto e della difficoltà di trattative con il settore Demanio mentre ha sottolineato l’appoggio bipartisan del Consiglio Comunale, dell’intervento del Consiglio Regionale Sardo, che ha raccolto le firme di tutti i consiglieri, dell’intervento di Cossiga e dell’Assessore Romina Congera presso il sindaco Moratti. Massimiliano Perlato

 

IL "GRAZIA DELEDDA" HA FESTEGGIATO I DIECI ANNI DI ATTIVITA’

1998- 2008 DI VITA PER IL CIRCOLO DI PISA

E’ con orgoglio e soddisfazione che oggi siamo qui a festeggiare i dieci anni della nostra associazione. L’attività svolta sinora, riconosciuta da importanti patrocini, ci ha permesso di conseguire un notevole prestigio e il riconoscimento ricevuto dalle Istituzioni locali ha concorso in modo determinante al buon esito delle nostre iniziative. Un grazie particolare agli amministratori, agli intellettuali, agli artisti e alle associazioni che hanno creduto in noi e hanno dato un prezioso sostegno alla crescita e alla credibilità del "Deledda". Un ringraziamento speciale va a tutti i dirigenti, agli organizzatori, ai volontari (soci e amici dei soci) della Festa della Sardegna che hanno sempre partecipato con passione e dedizione. E’ anche grazie a questo gruppo di amici che l’associazione ha potuto crescere e raggiungere i traguardi sinora conseguiti. Presso la Stazione Leopolda di Pisa, dal 20 al 23 novembre si sono svolte diverse manifestazioni. Il 20, c’è stata l’inaugurazione del decennale e l’annullo filatelico. Sono intervenuti: Giovanni Deias, Presidente dell’associazione; Giancarlo Ortu, Presidente fondatore dell’associazione; Federico Gelli, vice Presidente della Regione Toscana; Massimo Dadea, Assessore Regione Sardegna; Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa; Titina Maccioni, Presidente del Consiglio Comunale di Pisa; Tonino Mulas, Presidente della FASI. Subito dopo sono stati consegnati dei fondi raccolti durante la campagna solidarietà 2008. Il 21 novembre c’è stato il Convegno "L’Italia e le minoranze linguistiche". Uno sguardo giuridico e storico linguistico. Hanno coordinano: Simone Pisano, vice Presidente FASI; Paolo Sanna, dottore di ricerca all’Università di Pisa. Come relatori hanno partecipato: Paolo Passaglia, prof
. Associato di Diritto Costituzionale Università di Pisa; Franco Fanciullo, docente di Glottologia e Dialettica italiana Università di Pisa; Giovanni Lupinu, docente di Glottologia e linguistica della Sardegna Università di Sassari; Fiorenzo Toso, docente di Linguistica generale Università di Sassari; Maria Antonietta Piga, responsabile sportello linguistico Provincia di Nuoro. Nella stessa giornata si sono svolti alcuni seminari:  "Onomastica nei romanzi di Grazia Deledda" a cura della dottoressa Rosalba Luongo. "Viticoltura ed enologia in Sardegna" a cura del dottor Davide Mustaro. Tributo ad Andrea Parodi con il gruppo "ParodiA". Ospite la signora Valentina Parodi. Il 22 c’è stato il Premio speciale di poesia "Tinuccia Manca". Sono intervenuti: Giovanni Deias, Presidente dell’associazione; Silvia Panichi, Assessore alla Cultura del Comune di Pisa; Tonino Pischedda, Sindaco del Comune di Pozzomaggiore; Titina Maccioni, Presidente del Consiglio Comunale di Pisa; Tonino Oppes, Capo Redattore Tgr Sardegna; Antonio M. Pinna, Presidente del Premio; Paolo Pillonca, Presidente della giuria del Premio. In serata il Concerto di Rossella Faa. Giornata di chiusura con il seminario: "La ceramica sarda" a cura della dottoressa Gilda Cefariello Grosso. Nei giorni della manifestazione erano in funzione stand di promozione turistica del Sulcis-Iglesiente, stand di enogastronomia e artigianato. Una mostra fotografica su "Ambienti di Sardegna". Mostra sull’attività del circolo "Deledda". Una rassegna di grafica, disegno satirico e fumetto "…E il mare intorno. L’isola come mito".
Giovanni Deias

 

RIFLESSIONI DAL CIRCOLO "MARIA CARTA" DI BERGAMO

NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETA’

La vita di un’associazione è fatta di fasi nelle quali il lavoro svolto è più visibile, grazie ad iniziative che richiamano l’attenzione e che rappresentano il momento conclusivo di un impegno spesso lungo e faticoso. E di fasi nelle quali pare invece che niente si muova, che tutto sia fermo. E proprio allora però che si lavora di più, che si spendono le energie più grandi. Rispetto allo scorso anno, il 2008 da questo punto di vista può sembrare un anno di minore impegno, di minore progettualità. In realtà non è così. L’attività di quest’anno è stata altrettanto intensa, anche se si è tradotta in momenti meno visibili, e ha creato le condizioni per alcune iniziative che il prossimo anno vedranno il circolo "Maria Carta" e la Sardegna in primo piano nella vita culturale di Bergamo. Basti pensare all’accordo con l’associazione "Dante Alighieri", con la quale sono in allestimento importanti manifestazioni di cui si darà conto appena possibile. Più in sordine, quindi, anche il 2008 è stato un anno produttivo, con la serie di conferenze tenute nei locali della Circoscrizione 2, messi a disposizione dal Comune, con gli incontri conviviali che ormai sono diventati una tradizione e un’occasione di incontro, con le iniziative volte a far conoscere il circolo e il suo ruolo nel presentare alla comunità bergamasca i valori della sardità e delle radici soprattutto culturali della Sardegna. Anche il dibattito che riguarda il mondo dell’emigrazione sarda ci ha visti impegnati con passione ed entusiasmo, in uno sforzo che spesso ha consentito di dare un contributo di idee e di proposte. Il momento culminante e più visibile è stata certamente la sesta edizione del Premio "Maria Carta" a Siligo, con il prestigioso riconoscimento dato ad Enea Cabra di cui i mezzi di informazione della Sardegna e di Bergamo hanno dato notizia con grande risalto. C’è tuttavia una parte di lavoro più oscura, meno visibile, che non arriva all’attenzione generale per una sorta di pudore e perché di certe cose non è bello vantarsi. Si tratta di tutti quei piccoli atti che giorno per giorno vengono compiuti per fornire ai soci, e non solo a loro, piccoli servizi che in certe situazioni diventano davvero importanti perché sono atti di vicinanza, di calore, di solidarietà. Anche in questa direzione si rivolge l’attività del circolo, a volte in modo più evidente, a volte in modo silenzioso. Gianmario Virdis, già voce del Coro di Usini col quale la nostra associazione ha condiviso momenti bellissimi in Sardegna, ed oggi cantautore che si affaccia con entusiasmo nel panorama della musica sarda, ci ha parlato di Veronica, una bellissima bambina di 3 anni nata in Inghilterra da genitori sardi. Veronica non ha avuto in sorte una vita facile. Anzi, ha avuto in sorte una vita molto difficile. Per la quale combatte con tutte le energie e la dignità che le sofferenze rendono necessarie, ma anche con l’amore che tantissime persone hanno messo a disposizione per aiutarla. Si è creata così una mobilitazione spontanea e forte che avrà il suo culmine in una serata musicale che si terrà lunedì 8 dicembre ad Usini nella Chiesa di Santa Croce e alla quale parteciperanno numerosi artisti tra i quali, oltre a Gianmario Virdis, i "Tenores di Bitti" e i "Corda set Cannas". La musica, come ci dice Gianmario, non ha la pretesa di cambiare colori, suoni o profumi. Ha però un suo linguaggio universale, un linguaggio libero da barriere, che non ha confini: un linguaggio che guarda verso un mondo migliore. Il circolo "Maria Carta" non può che accogliere questo invito alla speranza ed essere vicino a Veronica, ai suoi familiari, a Gianmario e agli artisti che uniranno le loro voci e i loro suoni nella serata di Usini per aiutare una bambina bellissima. Ci saremo anche noi col cuore e, ne siamo certi, anche con i contributi dei tanti sardi che qui a Bergamo sanno molto bene che cos’è il sacrificio e cos’è la sofferenza. Come AIUTARCI… c/c bancario:  IBAN IT84V0101587641000070176590

dall’estero: Bic: SARDIT35XXX – BANCO DI SARDEGNA URI  beneficiario: Veronica  causale: per Veronica

Oppure c/c postale:  IBAN IT-25-V-07601 – 17200 – 000091770115 all’estero bic/swift: BPPIITRRXXX

beneficiario : Mario Masia e Giovanna Casiddu causale: per Veronica

Per informazioni contattare Paola ai numeri:  333 5779781 – 347 4970272

Gavino Maieli

 

LA SOLIDARIETA’ DEGLI AMICI SARDI CHE VIVONO NEGLI STATI UNITI

FONDO PRO-EMERGENZA ALLUVIONE IN SARDEGNA

Il nostro circolo, in occasione della riunione conviviale di ottobre, ha istituito un fondo Pro-Emergenza Nubifragio Provincia di Cagliari.  Lʼiniziativa  al momento eʼ  solo sorretta dalla generosità  delle nostre  famiglie e da nostri amici.  Abbiamo chiesto la partecipazione di altre associazioni italiane organizzate  nella zona di  New York . Spero che il nostro appello produca  qualcosa  anche in questi momenti non certo facili, in cui  la situazione economica  simpatizza per  pochi.  Confidiamo nel gran cuore degli italiani  e sono certo che  batterà   per le vittime  del nubifragio della provincia di Cagliari..Un abbraccio a tutti   e buon lavoro. Giacomo Bandino

 

NELL’ISOLA UNA DELEGAZIONE DEL CIRCOLO "MONTANARU" DI UDINE

VIAGGIO IN SARDEGNA

Il Circolo Sardo "Montanaru" di Udine, tra le varie attività e iniziative, ha organizzato un viaggio di nove giorni in Sardegna. L’iscrizione aperta ai soci e non, ha permesso a un buon numero di partecipanti di conoscere non solo le note bellezze della Gallura e della Barbagia, ma anche di apprezzare la squisita ospitalità e l’innegabile calore umano delle persone incontrate, in particolare a Santa Teresa Gallura. L’accoglienza sempre generosa e l’abbraccio di una natura incontaminata, dai profumi e colori stupendi, hanno legato ogni giorno di più il gruppo che non scorderà facilmente quel viaggio. La Sardegna ha mostrato la sua veste migliore in un periodo dell’anno veramente magico: la primavera. L’occhio del visitatore non sapeva dove posarsi, ora affascinato dall’incanto del mare trasparente, color verde smeraldo e azzurro intenso, ora catturato dall’aspra bellezza delle rocce o dalla dolcezza delle colline coperte di sughereti e profumata macchia mediterranea. Alla buona riuscita del viaggio hanno contribuito le scelte organizzative del Presidente del Circolo Montanaru, signor Domenico Mannoni che ha saputo valutare e cogliere le occasioni per offrire un’immagine indimenticabile della Sardegna e del suo folclore. Tra l’altro è stato molto apprezzato l’incontro con le Autorità Comunali di Santa Teresa Gallura, Olmedo e Castelsardo che hanno accolto gli ospiti con un caloroso saluto di benvenuto e uno scambio di doni. Alle Autorità Comunali di Santa Teresa Gallura, Olmedo e Castelsardo e alle brave guide che ci hanno accompagnato, con pazienza e simpatia, alla scoperta della storia e della cultura sarda, rivolgiamo i  nostri più sinceri ringraziamenti per averci fatto sentire non semplici turisti, ma graditi ospiti. Maria Laura Soravia

 

DOPO IL CONVEGNO ORGANIZZATO DAL CIRCOLO "SARDEGNA" DI COMO

L’ESEMPIO SARDO NELLA NORMATIVA SULLA SICUREZZA

Non c’è nulla di ‘bianco’ nella morte di un uomo sul posto di lavoro, e basta con l’ipocrisia delle ‘fatalità’. Parliamo invece di responsabilità, sia degli imprenditori, sia degli stessi dipendenti che a volte si sentono troppo sicuri o rinunciano alle misure di sicurezza per fare più in fretta. Non ci sono state reticenze nel dibattito sulle vittime del lavoro che si è svolto a Como per iniziativa del circolo dei sardi e della Federazione delle associazioni dei sardi in Italia (Fasi), con la partecipazione della Regione Sardegna, della Regione Lombardia e di Articolo 21. La manifestazione, che si è tenuta nella prestigiosa Villa Olmo, è stata un modello dei contenuti che vogliono avere le tappe della "Carovana per un lavoro sicuro" che sta toccando tante regioni italiane: la denuncia, ma anche la ricerca di iniziative e proposte. Una prima risposta è venuta dalla Sardegna, regione che, per prima in Italia, si è dotata di una legge che assiste le famiglie delle vittime del lavoro prevedendo un contributo massimo di 30 mila euro. Ma non solo questo, ha precisato il consigliere regionale Luciano Uras, del gruppo di Rifondazione Comunista, primo firmatario del testo, poi votato all’unanimità dalla massima assemblea legislativa sarda. La legge, approvata nel maggio scorso, oltre alla solidarietà, prevede finanziamenti per il coordinamento dei poteri e delle attività di prevenzione, di controllo e repressione delle cause di incidente; e indica progetti di formazione mirata agli operatori addetti alla sicurezza pubblica e privata, ai lavoratori e ai datori di lavoro. Su questo punto si è poi soffermata molto l’assessore regionale del lavoro, Romina Congera, la quale pochissimi giorni dopo la promulgazione della legge l’ha resa operativa disponendo i primi sei interventi a favore di famiglie di caduti sul lavoro. Preparare in modo adeguato gli operatori della sicurezza e, quindi, i lavoratori, deve essere una strada obbligata se si intendono ridurre gli incidenti che nel solo 2007 hanno causato in Sardegna 36 morti e una spesa complessiva in Italia di oltre 45 miliardi di euro. Formare, ha concluso l’assessore, significa anche costruire nuove sensibilità, nuovi sensi di responsabilità. Diverso l’approccio al problema da parte della Regione Lombardia che punta soprattutto ad incentivare le imprese perché siano motivate ad aumentare le misure di prevenzione. Ne ha parlato un funzionario della Regione, Patrizio Tambini, che è anche assessore ai lavori pubblici della Provincia di Como. Oltre a premiare le aziende meritevoli sul terreno della sicurezza, la Lombardia intende aumentare la vigilanza e semplificare le normative che a volte risultano troppo complesse.  Nel dibattito l’Associazione Nazionale dei Mutilati e degli invalidi del lavoro ha espresso un giudizio molto positivo sulla legge regionale sarda, giudicandola la migliore normativa esistente. L’ex parlamentare Adriana Bartolich ha suggerito che tra le strade seguite dalle due Regioni – apparentemente così diverse – si possa trovare una mediazione e che particolare attenzio
ne si debba porre alle piccole e medie aziende dove le violazioni delle norme di sicurezza sono più frequenti. I rappresentanti di vari circoli sardi della Lombardia hanno sottolineato quanto siano condizionati i lavoratori dall’incessante ricatto dei tempi produttivi imposti dai datori di lavoro. Articolo 21 ha sottolineato infine l’importanza che questi confronti hanno per far crescere una nuova coscienza del problema, in modo da riuscire a raggiungere, anche in Italia, quella drastica riduzione degli infortuni sul lavoro ottenuta in altri Paesi europei – in particolare in Gran Bretagna – grazie soprattutto ad una capillare azione informativa e formativa.
Ottavio Olita

 

DA "LA NUOVA SARDEGNA", L’INIZIATIVA DEL CIRCOLO A.M.I.S. DI CINISELLO BALSAMO

LA LUCE DEI COSTUMI DI OSILO SULLE CUPE STORIE DEI BANDITI

E’ piena come un uovo la sala di Villa Ghirlanda, fiore all’occhiello del Comune di questa cittadina di 80mila abitanti alla periferia di Milano che almeno una volta all’anno viene concessa volentieri dagli amministratori di Cinisello al circolo AMIS intitolato a Emilio Lussu per le sue iniziative esterne che coinvolgono il territorio. Stavolta il tema in discussione riguarda la criminalità in Sardegna, esaminata in diacronia: dalla storia del banditismo alle nuove forme delinquenziali che si affacciano pericolosamente anche in Sardegna. Il relatore è un noto magistrato cagliaritano: Paolo De Angelis. Al suo fianco l’assessore comunale alla Cultura Giuseppe Sacco, il commissario capo della polizia di Cinisello Angelo Lino Murtas – moderatore del dibattito – e Tonino Mulas, presidente della FASI. Immobili come statue, tre ragazze di Osilo del gruppo "A manu tenta" (Doloretta Manca, Sara Manueli, Elisabetta Pulinas) nel pieno sfavillio di un costume celebrato da secoli ricordano in silenzio agli ascoltatori in sala una presenza distinta. La relazione di Paolo De Angelis, già ricchissima di spunti originali, è ornata ulteriormente dai discorsi di Tonino Mulas e Giuseppe Sacco e dalle "cuciture" del moderatore Murtas. Il pubblico segue tutto con attenzione e poi interviene in colloqui con i protagonisti al termine del dibattito pubblico. C’è una grande soddisfazione nelle parole di Carla Cividini, presidente dell’AMIS: Già l’anno scorso il dottor De Angelis era stato autore di un intervento davvero pregevole sui sequestri di persona, ricorda. Quest’anno la sua relazione ha toccato i punti nevralgici di una criminalità di tipo inusuale per la Sardegna. La popolazione locale ha risposto alla grande è questa è la nostra soddisfazione maggiore perché i buoni rapporti con la gente sono l’essenza della nostra attività. Mi dispiace soltanto che all’ultimo non sia potuta venire da noi Romina Congera, l’assessore regionale del Lavoro che ha sempre sostenuto le nostre iniziative. Ma contiamo sulla sua presenza alla prima occasione. Il nostro programma è vasto. Un ringraziamento speciale la signora Cividini lo dedica a Doloretta Manca e a tutto il gruppo di Osilo, sindaco compreso, ma soprattutto ai bambini: sono stati di una bravura eccezionale, saremo molto contenti di ospitarli ancora, l’anno prossimo. Ad accompagnare il gruppo del paese del castello c’era anche il giovane sindaco Nanni Manca, che da ragazzo ballava con il gruppo e ha voluto guidare la rappresentanza osilese: questa opportunità è per noi una di quelle soddisfazioni che non si dimenticano, confida. Abbiamo avuto modo di presentare un aspetto importante delle nostre tradizioni più riconosciute e radicate. L’interesse è l’alto gradimento di cui ci hanno gratificato generosamente spingeranno noi amministratori a intensificare l’impegno su questo fronte: non si fa mai abbastanza per il proprio paese. Il sindaco pensa alla creazione di un vero e proprio museo del costume nel palazzo Satta acquisito dal Comune già da qualche anno e che oggi ospita alcune manifestazioni dell’estate osilese. Brilla di luce propria Doloretta Manca, nel suo costume regale, felice per la splendida esibizione dei bambini: Già dalla nostra denominazione – a manu tenta – prendiamoci per mano, si può capire quali siano gli scopi che ci prefiggiamo, dice. Noi siamo soltanto un gruppo di ballo, ci sentiamo portatori di un’identità complessiva inconfondibile, nella cultura materiale e nei beni immateriali di cui il nostro paese è ricco. E al nostro luogo di nascita ci sentiamo legate da un vincolo profondo e per certi versi misterioso. La prova dei bambini è anche frutto di un laboratorio iniziato nella scuola elementare grazie alla sensibilità dei due dirigenti che si sono succeduti in questi anni alla guida dell’istituto: Paolo Carta e Maria Paola Pintus. La mia felicità si riferisce anche al coinvolgimento delle famiglie, alcune delle quali inizialmente avevano manifestato delle perplessità. Le fa eco Elisabetta Pulinas: ma come tutte le cose belle della vita ci ha richiesto una buona dose di fatica. Io la ripeterei volentieri in qualche altra sede della nostra emigrazione. Elisabetta, iscritta alla facoltà di Scienze dell’educazione e della formazione all’Università di Sassari, concorda con l’idea di istituire un museo del costume a Osilo. Aggiunge Antonella Cambilargiu: Per noi la doppia manifestazione di Cinisello e Cesano Boscone rappresentano uno dei momenti più veri di proposta culturale. Dopo tanti anni di attività nel gruppo posso dire che questa uscita è stata una delle nostre prove migliori anche come gradimento da parte del pubblico. Chiude Sara Manueli: Ci hanno accolto in maniera egregia, al di là di ogni nostra migliore previsione. Per me è stata un’esperienza indimenticabile. Nel cortile di Villa Ghirlanda, prima che i bambini inizino a ballare, le ragazze del gruppo offrono agli ospiti alcuni omaggi della tradizione di Osilo. Poi tutti osservano compiaciuti l’esibizione dei mini danzatori e li applaudono calorosamente. Negli occhi di Antonella Cambilargiu splende una luce intensa e dolce allo stesso tempo. Paolo Pillonca

 

 

APPLAUSI ANCHE AL TEATRO DI CESANO BOSCONE CON IL CIRCOLO "DOMO NOSTRA"

TOURNEE’ TRIONFALE IN LOMBARDIA

Il circolo sardo "Domo Nostra" di Cesano Boscone esiste da 30 anni: una presenza consolidata e di prestigio per gli ottimi rapporti che è riuscito a creare e fortificare nel tempo
con la comunità lombarda che li ospita. Questo trentennale ci sta impegnando molto: ogni fine settimana di ottobre abbiamo avuto una manifestazione, premette Marinella Panceri, milanese sposata con un sardo di Bono, neo presidente del circolo. Un nostro consigliere, Pietrino Depalmas, ha preso contatti con 6 amministrazioni comunali dei centri vicini a Cesano Boscone dove vivono cittadini di origine sarda. Con il loro aiuto abbiamo realizzato diverse iniziative culturali in ciascuno di questi Comuni: hanno accolto con piacere la nostra proposta, direi con entusiasmo. Scambi culturali ininterrotti, ormai da diversi anni, che rinvigoriscono i rapporti tra i sardi emigrati in questa zona della Lombardia e la popolazione locale. Sul palco del teatro comunale Doloretta Manca presenta i bambini di "A manu tenta" che eseguono 4 balli (intrada, ballu tundu, aggesa e dantza) accompagnati da Giuseppe Cubeddu con il suo organetto: Ilenia Amadu, Valentina Muresu, Matteo Dore, Giada Bassu, Pietro Migheli, Flavia Fadda, Monica Nonna, Pietro Dore, Cecilia Piras, Cristian Mannu, Azzurra Piroddu, Emanuele Mannu, Roberta Puggioni, Alice Bassu, Salvatore Vargiu e Rossana Ladinetti. Preceduti dalla musica di 4 canzoni famose di Piero Marras, i bambini di Osilo entusiasmano il pubblico in sala, che li applaude calorosamente. C’è poi l’illustrazione dei singoli pezzi del costume femminile di Osilo. La vestizione curata da Baingia Manca, Antonella Muresu e Mariangela Mura: camija a trintza, gropitu e imbustu, camijola, mudandones de pitzu, velu ‘etadu e faldetas de pannu, muncaloru ispaltu, cobaltedda a fiocu, faldeta a cuguddita, capita niedda, faldeta cova cada, isciallu biundu, iscuallu nieddu, velu de capita a faldeda ruja che rappresenta il simbolo più celebrato del vestire tradizionale osilese. Viene illustrato anche il costume maschile completo. Un trionfo, generosamente sottolineato da un lunghissimo battimani: sintesi di un breve viaggio tra i misteri di una tradizione che rischia di perdersi nelle nebbie delle memorie deboli.
Paolo Pillonca

 

GLI INDIPENDENTISTI SARDI ALZANO LA VOCE

BASTA CUN SA TIRRENIA!

iRS ha presentato in conferenza stampa a Cagliari il suo progetto-quadro per la realizzazione di un sistema sardo dei trasporti marittimi. Un sistema estendibile anche al trasporto aereo che si basa sul connubio fra apertura del mercato a una piena e reale concorrenza dentro la quale operi, per fornire i servizi essenziali e per generare economia, una flotta sarda. Questa proposta – ha spiegato Franciscu Sedda, ideatore e dirigente di iRS – fa parte del programma elettorale che iRS lancia per le elezioni 2009. Un programma che coniuga sovranità e pragmatismo attraverso una serie di proposte concrete e fattibili. Ciò che iRS vuole dimostrare è che c’è una politica che si prende cura dei sardi, dei loro diritti e dei loro interessi. Una politica che si prende cura dei sardi in quanto cittadini, consumatori, lavoratori, imprenditori. La società Tirrenia è controllata interamente dallo Stato italiano e riceve aiuti pubblici per collegare la Sardegna con l’Italia. La decisione dello Stato italiano di confermare per altri quattro anni il monopolio Tirrenia rischia per l’ennesima volta di danneggiare la libertà di movimento dei sardi. LA PROPOSTA. iRS ritiene fondamentale la costituzione di una compagnia navale sarda che operi in regime di concorrenza. Abbiamo la possibilità di allestire una flotta sarda, a capitale misto pubblico/privato, che garantisca il servizio pubblico indispensabile, in modo da evitare che il mercato privilegi tratte più remunerative a discapito dell’interesse generale. I VANTAGGI. Aumentare la concorrenza tra vettori vuol dire potenziare e diversificare l’offerta ai cittadini. Inoltre dotarsi di una flotta sarda significa promuovere i nostri prodotti e la nostra cultura, avere un indotto di migliaia di posti di lavoro. Ultimo, ma non meno decisivo, tale azienda verserebbe le imposte direttamente in Sardegna. LA FATTIBILITA’. Già oggi la Sardegna potrebbe, nel pieno rispetto delle norme europee, avere una propria flotta tramite l’Arst, società sarda di trasporti pubblici, che ha tutte le competenze e le potenzialità per dotarsi dei mezzi necessari per gestire la compagnia. iRS sostiene che le risorse vadano reperite anche in quei 5 miliardi circa di euro che l’Italia deve alla Sardegna. Se vuoi seguire gli sviluppi di questa iniziativa tramite news, manda una mail a:  flotta.sarda@gmail.com con la richiesta di inserirti nella newsletter. http://www.irs.sr/flottasarda/ Ornella Demuru

 

LA SARDEGNA PROMUOVE SE STESSA IN GIRO PER IL MONDO

AL "WORLD TRAVEL MARKET" DI LONDRA

Una delle fiere internazionali per l’industria turistica più importanti al mondo.  Lo spazio dedicato all’Isola, duecento metri quadrati, è stato allestito all’interno dello stand Enit-Agenzia nazionale del Turismo. Gli operatori sardi accreditati alla fiera sono quaranta in rappresentanza di grandi strutture alberghiere e resort 3, 4 e 5 stelle, ville e appartamenti, servizi legati al Golf, consorzi turistici, agenzie di viaggio, tour operator, bus operator, società che si occupano di incoming, turismo congressuale e che promuovono itinerari all’aria aperta. Allo stand Sardegna del WTM erano presenti anche le Province di Sassari, Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias.  Il Regno Unito è uno dei mercati turistici di riferimento per la Sardegna. Assieme a Germania e Francia raccoglie il 70 per cento degli arrivi di turisti stranieri nell’Isola. I turisti britannici sul totale dei turisti non italiani sbarcati in Sardegna nell’estate 2007 sfiorano il 12%. L’Assessorato del Turismo dedica molta attenzione ai rapporti con il turismo d’Oltremanica. Tra le altre iniziative portate avanti nel Regno Unito, la Regione ha attivato da due anni un co-marketing a Manchester. Strumento di comunicazione strategico è anche il sito Internet istituzionale Sardegnaturismo.it, tradotto in lingua inglese.

 

A BITTI E A NUORO, UN IMPORTANTITISSIMO CONVEGNO INTERNAZIONALE

GIORGIO ASPRONI, UNA VITA PER LA DEMOCRAZIA

Per tre giorni a Bitti (13, 15 e 16 novembre 2008) e per un giorno a Nuoro (14 novembre) Giorgio Asproni, il combattivo deputato della Sinistra storica prima nel Parlamento subalpino poi in quello del Regno d’Italia, è stato al centro di un convegno internazionale di altissimo livello, che ne ha scandagliato la figura e l’opera nella ricorrenza del bicentenario della nascita. Le quattro giornate di studio su questo illustrissimo figlio di Bitti (è nato in un giorno antecedente quello del battesimo, certificato per il 6 dicembre 1808), personaggio eminente dell’epopea risorgimentale, hanno fatto seguito a un convegno del 1979 (a Nuoro), a uno del 1992 (a Cagliari)  e a due ultimi incontri (Bitti-Cagliari, 2006; Pavia, giugno 2008, per iniziativa del Circolo culturale sardo "Logudoro") i cui atti sono stati pubblicati in tempo utile per essere presentati proprio a Bitti, in quest’ultima  prestigiosa occasione. Questo recente appuntamento in onore di Asproni aveva per titolo "Giorgio Asproni, una vita per la democrazia" ed è stato promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna nel quadro della valorizzazione dei protagonisti della storia e della cultura isolana fortemente voluta  dall’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Maria Antonietta Mongiu. Alla realizzazione dell’evento hanno dato un fondamentale apporto il Comune di Bitti (in testa il sindaco Giuseppe Ciccolini) e il Comitato di Cagliari dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (a cominciare dal suo infaticabile coordinatore, Tito Orrù, dell’Università di Cagliari) che hanno potuto usufruire della collaborazione della Provincia e della Camera di Commercio di Nuoro, dell’Istituto Etnografico della Sardegna (ISRE, con sede a Nuoro), della Fondazione Banco di Sardegna, della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari e della Facoltà Teologica della Sardegna (anch’essa con sede a Cagliari). Nel pomeriggio del 13 novembre, a Bitti, dopo i saluti delle autorità amministrative (sindaco Ciccolini e assessore regionale Mongiu) e scientifiche (Tito Orrù) già citate, la prima sessione dei lavori, presieduta da Luigi Lotti (dell’Università di Firenze, presidente dell’Istituto Storico Italiano dell’Età moderna e contemporanea) ha delineato il ruolo di Asproni nella vita politica e culturale italiana ed europea del suo tempo. Giovanni Pirodda, dell’Università di Cagliari, ha parlato della formazione classicistica di Asproni (nella sua biblioteca erano presenti opere di classici sia della letteratura italiana sia soprattutto di quella latina come Tacito, Sallustio, Orazio che hanno influenzato il suo modo di descrivere i personaggi sotto il profilo fisico e psicologico), dei suoi rapporti con gli intellettuali e politici del suo tempo (Angelo Brofferio, Lorenzo Valerio, Francesco Domenico Guerrazzi) e del suo giudizio negativo sul Manzoni, visto come rappresentante del moderatismo. Stefano Pira (anche lui dell’Università di Cagliari) ha svolto una relazione tesa a dimostrare che Asproni è stato "un borghese intriso di un senso profondo di democrazia" mentre Giuseppe Monsagrati (dell’Università La Sapienza di Roma) ha illustrato l’oscillazione dei rapporti di Asproni con Urbano Rattazzi, di cui è stato ora amico, ora oppositore. Alle relazioni hanno  fatto seguito due interventi collegati  alla mostra iconografica e documentaria su Asproni  distribuita tra Bitti e Nuoro: Paolo Piquereddu, direttore dell’ISRE di Nuoro, ha illustrato "il lascito asproniano all’ISRE; dai manoscritti alle opere a stampa" mentre il  docente bittese Giulio Albergoni ha riferito su "Asproni nei ritratti e nella fotografia". Ha chiuso la giornata un applaudito concerto dei Tenores di Bitti Gruppo "Remunnu ‘e Locu". Nell’intera giornata del 14, come si è detto, il convegno  si è svolto a Nuoro, presso il centro congressi dell’ISRE. Nella sessione della mattina, dopo i saluti del sindaco di Nuoro Mario Zidda e del presidente dell’ISRE Emilio Asproni, sotto la presidenza di Tito Orrù, le relazioni si sono concentrate sull’azione del deputato Asproni al Parlamento subalpino e sul suo impegno democratico e mazziniano a Genova. Per quanto riguarda il primo aspetto, Adriano Viarengo, del comitato di direzione della "Rivista Storica Italiana", ha esemplificato i due volti della Sinistra al Parlamento subalpino mettendo a confronto due figure: il sardo Asproni e il torinese Lorenzo Valerio (di quest’ultimo Viarengo sta curando la pubblicazione dei ricchissimi  carteggi). Le amicizie genovesi di Asproni sono state approfondite da Francesca Corte Enna, della Fondazione "Giuseppe Banchieri" di Ventimiglia. Maria Corona Corrias, dell’Università di Cagliari, che nel 1983 ha dato alle stampe una fondamentale ricerca intitolata "Il canonico ribelle: pensiero politico e sentimento religioso in Giorgio Asproni", ha trattato dell’amicizia di Asproni con la scrittrice Dora d’Istria, pseudonimo letterario di una principessa romena di origine albanese, ed ha esaminato le innovatrici idee di Asproni in materia di "questione femminile". Le attività di Asproni in Sicilia coi Mille e nei primi anni Sessanta nell’isola sono state oggetto dello studio di Andrea Noto, dell’Università di Messina. Ha avuto quindi luogo il primo dei due seminari di studi che hanno voluto proporre ricerche e didattica su Asproni parlamentare, giornalista e memorialista. Con il coordinamento di Delio Caporale, preside del Liceo classico "Asproni" di Nuoro, alcuni studenti hanno riassunto, con l’ausilio anche di un filmato, il lavoro collettivo svolto da un gruppo di studio. Sono stati quindi presentati i risultati conoscitivi scaturiti dalle ricerche del Gruppo di studio Asproni, organizzato come seminario permanente nell’ambito del corso di storia contemporanea della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari, diretto da Giuseppe Continiello e da Nicola Gabriele. Oggetto di quest’indagine sono stati gli scritti giornalistici di Asproni per il giornale "Il Pungolo" di Napoli (dal 1871 al 1876). Riccardo Delussu e Matteo Mazzuzzi hanno riferito su come Asproni ha affrontato sul giornale la questione sarda, e i temi correlati dell’autonomia e del federalismo. Claudio Ortu ha individuato nelle "Lettere da Roma", che si riferiscono al potere e alla politica di quasi un secolo e mezzo fa, un messaggio ancora attuale per i giovani: la possibilità (in cui credeva Asproni) di attuare nella realtà politica gli ideali di libertà, di eguaglianza e di giustizia. Andrea Mura ha analizzato i testi per "Il Pungolo" in cui Asproni informa e riflette sulla sua attività di parlamentare. Il deputato sardo, che è votato alla probità, al senso della giustizia, all’amore per la patria, che non manca a nessuna seduta, che è sempre informato sui temi all’ordine del giorno, attribuisce grande valore alle istituzioni, contro ogni tipo di  "tresca segreta". A chiusura della mattinata le comunicazioni di Gesuino Piga e di Paolo Pulina, presidente e vicepresidente vic
ario del Circolo "Logudoro" di Pavia: il primo si è occupato dei rapporti dei pavesi fratelli Cairoli con la Sardegna, auspice Asproni; il secondo, che ha  trascritto in maniera corretta e completa il carteggio fra Asproni e il canonico Giovanni Spano,  si è soffermato sui rapporti fra i due grandi intellettuali sardi dell’Ottocento. Il pomeriggio nuorese del convegno asproniano è stato presieduto da Giovanna Cerina, dell’Università di Cagliari. Marinella Ferrai Cocco Ortu, direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari, ha dimostrato come il sentimento dell’amicizia abbia trionfato nel quarantennale sodalizio fra Giorgio Asproni e Giovanni Siotto Pintor al di là delle divergenze politiche e della diversa collocazione parlamentare. Affinità e discordanze in materia di libertà e di federalismo fra Asproni e Giovanni Battista Tuveri sono state argomentate da Francesca Pau, dottoranda presso l’Università La Sapienza di Roma. Secondo la Pau, Tuveri, l’uomo del Pensiero, e Asproni, l’uomo dell’Azione, pur avendo temperamenti e percorsi di vita differenti, si trovarono concordi nei rimedi da opporre alla disfunzione del sistema unitario, il pernicioso centralismo. Il federalismo e l’autonomia sono per loro non  solo una questione d’istituzioni democratiche, che coinvolgono immediatamente la natura dello Stato, ma soprattutto una questione di classi dirigenti, la possibilità che esse riescano ad avvicinarsi alla concretezza storica e sociale delle diverse situazioni che caratterizzano il Paese. Lo studioso bittese Diego Carru, del comitato organizzatore delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Asproni, ha illustrato partitamente i rapporti tra il bittese Asproni e il compaesano, anche lui emigrato, Giuseppe Musio, importante magistrato e poi senatore del Regno d’Italia. Raffaello Puddu, presidente dell’associazione "Cesare Pintus" di Cagliari, ha messo in luce il repubblicanesimo di Giorgio Asproni e dei democratici sardi. Nel terzo giorno dei lavori, di nuovo a Bitti, studiosi dell’Università di Salerno, a cominciare dal presidente di sessione Luigi Rossi, si sono occupati  dell’attività giornalistica e della militanza di Asproni a Napoli dopo l’Unità. Roberto Parrella ha analizzato la direzione di Asproni al "Popolo d’Italia" negli anni 1864-1865 mentre Luca Castagna ha informato sui modi in cui nel giornale diretto da  Asproni venissero trattate diffusamente  le questioni statunitensi. Graziano Palamara  ha esaminato i rapporti di Asproni con i democratici napoletani mentre  Alfonso Conte ha indagato il sodalizio fra Asproni e il deputato Giovanni Nicotera negli anni Sessanta dell’Ottocento.  È  seguita quindi, a cura degli studenti del Liceo scientifico "Michelangelo Pira" di Bitti, coordinati dal vicepreside Gino Calvisi, una rappresentazione teatrale intitolata "Visita a Bitti del deputato Asproni" ispirata a "Un’intervista immaginaria ad Asproni" scritta da Carlino Sole nel 1982. Nel suo intervento Manlio Brigaglia ha sottolineato la necessità che siano conosciuti  i grandi  personaggi del passato: a Bitti, se Asproni è la figura simbolo dell’Ottocento, per il Novecento bisogna adeguatamente valorizzare l’originalità di un intellettuale come Michelangelo Pira. Per quanto riguarda Asproni, nel documento straordinario costituito dal suo Diario politico (1855-1876), egli era manifestamente scontento delle storture che affliggevano la Sardegna e biasimava il vizio antico dell’indolenza. Nonostante tutto però, come capita agli emigrati, anche da lontano, Asproni non ha cessato mai di amare  la sua isola, alla quale augurava un futuro migliore, frutto dell’impegno dei residenti. Nel pomeriggio, sotto la presidenza di Giuseppe Monsagrati, hanno occupato la scena due studiosi stranieri: Jean-Yves Fretigné, dell’Università francese di Rouen, ha esaminato le pagine del Diario asproniano in cui sono riportate le sue impressioni relative a un soggiorno parigino. Per Fretigné queste notazioni sono un documento sulla Parigi che vede all’opera il barone urbanista ristrutturatore Haussmann (la modernità industriale si intreccia con la decadenza morale); sono una testimonianza sull’emigrazione italiana a Parigi  all’epoca della Guerra di Crimea (1854-1856); documentano l’influenza che il mazzinianesimo ha determinato sulla cultura politica di Asproni, nel modo di concepire la storia, nel modo di porre l’iniziativa italiana a confronto della  iniziativa francese. Walter Scoeneberger si è soffermato sui rapporti fra Asproni e il conterraneo ricchissimo imprenditore Giovanni Antonio Sanna. Hanno chiuso il terzo giorno dei lavori le relazioni di Ugo Carcassi, già preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, che ha delineato un profilo psico-fisico di Giorgio Asproni; di Anna Maria Isastia (Università "La Sapienza" di Roma) che ha proposto un’analisi del programma politico e delle finalità etiche nei rapporti di Asproni con il "fratello" massone Giuseppe Mazzoni; di Aldo Borghesi, dell’ISSRA di Sassari, che ha illuminato la figura di Pietro Paolo Siotto Elias, primo biografo di Asproni; e della giornalista  Simona De Francisci, che ha ricordato i familiari e i parenti che Asproni cita nel suo Diario. Al cine-teatro Ariston le luci si sono spente in serata dopo un’applaudita performance dei Tenores di Bitti Gruppo "M. Pira". La mattinata conclusiva a Bitti è stata caratterizzata da due momenti. Il primo è stato quello della presentazione di un consuntivo  delle ricerche e degli studi su Giorgio Asproni e i suoi scritti (con interventi dei bittesi Bachisio Bandinu, presidente della "Fondazione Sardinia" di Cagliari,  e  Raimondo Turtas, dell’Università di Sassari; di Paolo Piquereddu, direttore dell’ISRE di Nuoro; di Gavino Angius, dell’Associazione Giorgio Asproni di Cagliari; di Gino Calvisi, vicepreside del Liceo "M. Pira" di Bitti; di Giuseppe Continiello e Nicola Gabriele, dell’Università di Cagliari. Nel  secondo momento, a chiusura in bellezza di una  stimolante e sempre partecipatissima "quattro giorni" di studi, dopo la relazione di Domenico Selis, dell’Università di Cagliari, su "La Sardegna nel cuore: Asproni attento osservatore delle cose grandi e delle piccole",  il palco è stato giustamente riservato ai principali  artefici di questo importantissimo convegno asproniano (come Asproni appartengono alla categoria dei "non flectar"): Luigi Lotti, infaticabile cultore di ricerche asproniane; Tito Orrù, insostituibile promotore di convegni di studi asproniani; Giuseppe Ciccolini, sindaco di Bitti, deciso a scavare fino in fondo il giacimento culturale (importante per il paese natale, per la provincia di Nuoro, per l’intera Sardegna, per tutta l’Italia, ma anche per l’Europa e per l’Oltreoceano) costituito dal lascito del grande bittese Giorgio Asproni, che  sicuramente, spendendo la sua vita per la democrazia, sulla terra è passato tutt’altro che leggero.
Paolo Pulina

 

IL 6 DICEMBRE A SARONNO COME SALVARE UNA LINGUA

LOMBARDIA E SARDEGNA A CONFRONTO

La parola dialetto deriva dal greco dialektos, che significa "discussione", "conversazione" e anche "lingua". Nelle lingue moderne il termine dialetto ha assunto il significato di "parlata regionale", in opposizione alla lingua (nazionale). In pratica la distinzione è di natura storica e culturale, piuttosto che linguistica. In Italia dialetti e lingua si trovano sullo stesso piano, riflettono tradizioni e culture specifiche, possiedono un lessico e una grammatica. L’unica vera differenza sta nella diversa estensione: il dialetto è parlato in un’area di minor estensione rispetto alla lingua. Un valore particolare al dialetto è stato attribuito solo in tempi relativamente recenti. Dopo esserci preoccupati di riconoscere il valore dei beni monumentali e ambientali, lo stesso è stato fatto con il dialetto, rendendosi conto di come sia un prezioso bene culturale da tramandare: la storia è il vissuto di un popolo e fanno parte di esso i costumi, le abitudini, le tradizioni e soprattutto il linguaggio che in una piccola comunità si identifica con l’uso del dialetto. Pur considerato in alcuni ambiti come una forma scorretta dell’italiano, il dialetto rappresenta tuttavia un efficace mezzo di comunicazione in quanto si presta ad essere utilizzato non solo per motivi di ordine pratico, ma anche come strumento per esprimere in modo colorito sentimenti, passioni, emozioni. L’Italia è uno dei paesi più ricchi di dialetti nel mondo, quindi non dimentichiamo che conoscere il dialetto, parlarlo abitualmente sia in casa che fuori, insegnare ai bambini a parlare in dialetto, è sinonimo di ricchezza culturale.

Relatori: Prof: Salvatore Patatu, Docente Lingua Sarda, Giornalista, Scrittore e poeta; Dott. Andrea Rognoni, Direttore del Centro delle Culture Lombarde di Busto Arsizio. Coordinatore: Dott. Paolo Pulina, Responsabile Comunicazione Federazione Associazioni Sarde in Italia. Luciano Aru

 

DAL 13 DICEMBRE, MANIFESTAZIONE DI FINE ANNO ORGANIZZATA DAL CIRCOLO DI BAREGGIO

GIORNATA DELLA SOLIDARIETA’

In Italia, dialetti e lingua si trovano sullo stesso piano, riflettono tradizioni e culture specifiche, possiedono un lessico e una grammatica. L’unica vera differenza sta nella diversa estensione: il dialetto è parlato in un’area di minor estensione rispetto alla lingua. L’ Italia è uno dei paesi più ricchi di dialetti nel mondo, quindi non dimentichiamo che conoscere il dialetto, parlarlo abitualmente sia in casa che fuori, insegnare ai bambini a parlare in dialetto, è sinonimo di ricchezza culturale.

Il programma: Bareggio – Centro Giovanile "Martin Luther King" di Via Gallina N.38

Sabato 13 e Domenica 14 Dicembre 2008

Mostra di pittura e fotografia di ADOLFO MONTANI

Mostra di pittura di GIOVANNI CANU

Sabato 13 Dicembre serata teatrale (Ingresso libero)

Ore 21.00 Compagnia teatrale "IL MELOGRANO" di Bareggio In un Atto: "VITA IN CURTA"

Ore 22.00 Il cabarettista Sardo "GIUSEPPE MASIA" Tour 2008

Domenica 14 Dicembre Connubio della lingua Sarda e Lombarda

Ore 15.30 Convegno LA VALORIZZAZIONE DEL SARDO E DELLE LINGUE MINORITARIE

LINGUA SARDA E MILANESE A CONFRONTO

Parteciperanno:

•-       Franco Saddi: Presidente dell’Associazione Amedeo Nazzari

•-       Filippo Soggiu: Presidente onorario F.A.S.I.

•-       Dott. Simone Pisano vicepresidente FASI- ricercatore dell’Università di Pisa

•-       Dott. Franco Loi, poeta Milanese

•-       Prof.ssa Clara Farina (letture di poesie in ricordo di Remundu Piras)

•-       Gianfranco Brusasca (letture di poesie in sardo e in lombardo)

•-       Romano Oldani (letture di poesie in milanese)

•-       Ilde Lonati autrice del libro "Ràa e lumen"

I saluti di:

•-       Monica Gibillini, sindaco di Bareggio

•-       Pompeo Crivellone, sindaco di Cornaredo

•-       Graziano Milia, presidente Provincia di Cagliari

Ore 17.00 Omaggio a Franco Loi – Recital di poesie in Milanese

Voci e musica di Umberto Fiori e Tommaso Leddi (Stornj six)

Ore 17.30 Da anni l’associazione, grazie al contributo volontario dei soci alle varie manifestazioni, e lieta di festeggiare insieme a voi IL DODICESIMO ANNIVERSARIO DELLE DONAZIONI.

Ore 18.15 Intervento del Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati.

Seguirà la tradizionale degustazione di prodotti tipici sardi.

Franco Saddi

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *