La Sardegna abbraccia papa Benedetto XVI

di Cinzia Isola

 

Un caloroso abbraccio di fede, devozione e curiosità: per Papa Benedetto XVI, quella dei sardi, è stata un’accoglienza trionfale. E lui, capo spirituale della Chiesa, ma anche capo di Stato della città Vaticana, ha ripagato le fatiche di una lunga giornata per pellegrini, giunti da ogni angolo della Sardegna. Lo ha fatto dispensando un messaggio di fede, intriso degli immancabili moniti legati alla sfera sociale e civile oltre che spirituale. Impeccabile, ma anche socievole e sorridente con i più fragili: i centenari e gli ammalati. Ma determinato a difendere il ruolo delle madri, anche quelle sole. Meno impeccabile nell’etichetta: quando in cima della basilica di Bonaria, nei ringraziamenti alle istituzioni, scorderà di menzionare il presidente della regione Soru. Cercherà un rimedio qualche ora più tardi, nell’incontro serale con i giovani: fuori tempo e fuori luogo. Costeranno al Presidente fischi, e numerosi pollici rovesciati colti in flagrante e amplificati dai mega schermi piazzati sul largo Carlo Felice. Oltre il danno, la beffa: meglio ignorati che esposti alla gogna solitaria in mezzo a migliaia di giovani. Un tentativo malriuscito di salvare un protocollo che, la terza visita del Papa, ha subito qualche ritocco di improvvisazione. Come l’invito a Berlusconi da parte del regista-organizzatore monsignor Mani. Oppure l’intervento, tra omelia e benedizione, del sindaco Floris. E giusto per non farsi mancare niente, il ringraziamento pubblico del pontefice a Berlusconi e Letta. C’era da aspettarselo: nessuno ha creduto che la politica sarebbe rimasta fuori dall’evento. Escluso Soru, naturalmente. E la regione da lui guidata: che pure ha finanziato la metà della spesa sostenuta per realizzarlo. Ma tant’è. Perciò, spazio alla cronaca di questa lunga e memorabile giornata: alle 9.35, dieci minuti dopo l’atterraggio dell’aereo pontificio, Joseph Ratzinger è sbarcato all’aeroporto di Elmas. Ad accoglierlo all’aeroporto militare di Elmas il premier Silvio Berlusconi, il presidente della regione Soru, della provincia Milia, il sindaco di Cagliari Floris e l’arcivescovo Mani. Ma anche una piccola folla di fedeli. Pochi minuti e poi via, sulla limousine vaticana, passando velocemente e senza speranza di sosta su viale Sant’Avendrace. Dove una centenaria ha sperato invano nel miracolo per vivere il giorno più bello della sua vita: l’impegno di un amministratore locale non è bastato a fermare il Papa. Giunto in via Roma, davanti al Municipio c’è stato il cambio di vettura: lasciata la limousine, Ratzinger è salito sulla sua candida papa-mobile. Poi tra due ali festanti di fedeli ha raggiunto la basilica di Bonaria: ad attenderlo qui, almeno centomila fedeli. L’omelia slitterà di venti minuti: tempo donato in chiesa ai più sfortunati, ai malati, che saluterà individualmente, uno per uno. Il tema ricorrente e centrale è quello della Madonna di Bonaria, ma la politica non sparirà del tutto. Durante l’omelia il Papa ha esortato la Chiesa e i cattolici a tornare ad «essere capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica». Sottolineando la «necessità di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile». In Italia serve una «nuova generazione» di politici cattolici, che abbiano «rigore morale» e «competenza». Ma l’emozione è tutta in quel "Sa Mama, Fiza, Isposa de su Segnore": «come a voi piace cantare», ha detto Papa Benedetto XVI. Alla fine della benedizione in sacrestia scambierà due parole con Berlusconi che si sarebbe detto «anche un pò emozionato» per l’incontro. Nulla più è trapelato. La tabella di marcia, con qualche ritardo, prosegue come stabilito. La folla lo circonda anche durante il viaggio che, sempre in papa-mobile, lo porterà nella sede del seminario arcivescovile per il pranzo e il riposo pomeridiano. Qui ci sarebbe stato anche un breve incontro con il presidente Soru. Una scaletta senza tregua di impegni: subito in Cattedrale per l’incontro con il clero, passando davanti al carcere di Buoncammino. Breve tappa: tre detenuti scelti dalla direzione del penitenziario hanno atteso il passaggio del Pontefice fuori dal portone d’ingresso. Sono ormai le 17.45 : nel largo Carlo Felice i papa boys attendono in canto l’arrivo del Pontefice previsto per le 18.00. Saranno oltre 50mila, forse 70mila le persone che affollano il centro della città. Un incontro breve ma intenso: dopo il ringraziamento tardivo a Soru, parlerà finalmente ai giovani. Di famiglia, intesa come matrimonio tra uomo e donna. Un messaggio religioso già sentito che sfocia nella conseguente condanna, e qua già si fa politica, delle unioni di fatto. Ma Benedetto affronta anche un tema particolarmente sentito dai giovani. «La piaga della disoccupazione e della precarietà del lavoro», come anche dell’emigrazione e dell’esodo delle forze più fresche e intraprendenti. Il tempo è poco ma Ratzinger trova quello indispensabile a criticare i falsi idoli del «guadagno e del successo», imposti dalla società consumistica. Poi il saluto finale, prima di ascoltare "Deus ti salvet Maria", eseguita dalla cantante di Bolotana Maria Giovanna Cherchi e salutata da un grande applauso: «Grazie a tutti voi. Possa nostra Signora di Bonaria aiutavi. Io, con affetto, vi benedico assicurandovi un quotidiano ricordo nella preghiera. Grazie a tutti voi». Poi, il tempo è davvero finito: ancora in viaggio verso l’aeroporto di Elmas e l’aereo che alle 19.10 lo ha riportato nella Capitale.

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Un commento

  1. Anche Papa BENEDETTO XVI ha visitato la nostra Isola.

    Complimenti anche alla nostra brava Maria giovanna Cherchi

    che ci ha rappresentato come sempre nella migliore maniera.

    Angelo Curreli

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