“LUCI A SAN SIRO”. QUANDO DUE SARDI, EX NUORESE, DIVENTARONO PROTAGONISTI NELLA “SCALA DEL CALCIO”: PIETRO PAOLO VIRDIS E GIAMPAOLO GRUDINA DI FRONTE IN UN MILAN-PISA DEL 1989

Questa è una storia di calcio da raccontare. Ed è la parabola di due ex grandi calciatori. Sardi. Pietro Paolo Virdis da Sindia, Nuoro, e Giampaolo Grudina da Decimomannu, Cagliari. Due parabole che, sebbene, in passato abbiano avuto punti in comune, non si sono mai incontrate o, meglio, incrociate a questo livello. Il massimo livello del calcio italiano. E, per giunta, nella “Scala” del calcio. Al minuto 45′ , in particolare, quando Virdis si appresta a tirare un calcio di rigore per . È domenica 29 Gennaio 1989. Il Milan da un mese aveva “messo da parte” i sogni scudetto, visto il grande cammino di Coppa Campioni che stava facendo. Era lo squadrone degli Invincibili, del calcio sacchiano, degli olandesi. Ma, pur sempre, era il Milan. Anche se la “pratica primato” si era, ormai, “spostata” nell’ altra sponda del Naviglio. Lo scudetto, proprio in quel momento, era diventata una questione fra l’Inter di Trapattoni e dei tedeschi ed il Napoli di Maradona. Ed il Milan, per non perdere ulteriore distacco dalle due battistrada, alla 15 giornata del girone di andata della Serie A, si trovava ad affrontare in casa il Pisa. Schierando la seguente formazione: Galli, Mussi, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi, Evani, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Virdis, allenatore Sacchi. I rossoneri si trovavano momentaneamente al sesto posto in classifica. Dall’ altra parte il Pisa del presidentissimo Anconetani, impelagato nella lotta per non retrocedere. In quell’ occasioni i nerazzurri toscani si presentavano in un ottimo stato di forma, non perdendo dall’ 11 dicembre 1988 ed arrivando da due vittorie e due pareggi. Ruolino di marcia che aveva rimesso la compagine del compianto “mago” Bruno Bolchi “in carreggiata salvezza”. Era quello anche il periodo, su più vasta scala, in cui la società di Anconetani aveva cercato di stare più stabilmente nella massima serie del calcio italiano. Vi era riuscita l’anno precedente, 1987- ’88, quello dello scudetto rossonero sacchiano. Con una storica salvezza guidata dal sardo Giuseppe Materazzi. Non vi riuscirà, purtroppo, l’anno successivo, il 1988- ’89, quello della partita in questione, conclusosi con un’amara retrocessione. Il Pisa di Bolchi, quella domenica di Gennaio, schierava a San Siro questa formazione: Grudina, Tonini, Faccenda, Lucarelli, Cavallo, Bernazzoni. Un “testacoda”, insomma. Con il Milan deciso a “rintuzzare” lo svantaggio da Inter e Napoli ed il Pisa, allora, in decima posizione. Soprattutto i rossoneri. In casa sono in grado di “fare girare la testa” a chiunque. Anche per l’enorme mole di gioco che producono. L’arrembaggio inizia da subito. Con Grudina che “sale sugli scudi” sia su Evani che su Colombo e, poi, deviando in angolo un colpo di testa di Costacurta. La rete rossonera sembra nell’ aria. Ma, ancora una volta, è l’ “estremo” pisano a “dire di no”: questa volta a Van Basten. Non proprio uno qualunque. Ad un minuto dall’intervallo, però, l’incantesimo ospite sembrerebbe giunto al dissolvimento con un rigore per il Milan. Ed è questo il momento “clou” del match. Sul dischetto si porta Pietro Paolo Virdis, uno che di rigori non ne aveva mai sbagliato. La sua sua statistica è infallibile. Oltre che la grande carriera da capocannoniere, allora in carica. Dall’ altro, a ricevere quel tiro vi è un altro sardo, Giampaolo Grudina. In questo momento molti sardi e tifosi e tifosi penseranno: “Entrambi venivano dal Cagliari”. Ma hanno vissuto parabole differenti. Eppure non si sono mai incrociati. Eppure, più che il Cagliari, ove Virdis ha lasciato il segno, vi è un’altra gloriosa squadra sarda che accomuna il passato dell’attaccante di Sindia e del portiere di Decimomannu. Una squadra che sarà, in effetti, il “trampolino di lancio” verso le categorie maggiori e la Serie A. Fino ad arrivare a questo momento. Alla “Scala del calcio”. Tutto loro. Di Virdis e Grudina. E della Nuorese. Già, perché è stata proprio la società barbaricina, più che il Cagliari, ad accomunare meglio le parabole di questi due grandi calciatori sardi. Virdis giocherà nella Nuorese in quella che, assieme alla 2006-07, è da considerarsi la più importante stagione dei verdeazzurri nella loro quasi centenaria storia. Era la Nuorese del presidentissimo Fulvio Bonaccorsi. Quello dei nove campionati consecutivi in Serie D. La Nuorese di Virdis era quella 1973- 74. Quella che, a conclusione della stagione, vedrà sfumare la C per soli quattro punti, piazzandosi al terzo posto con 42 punti, dietro Cynthia Genzano, promossa con 46 punti e Romulea, seconda a quota 43. E davanti a tutte le altre sarde: Alghero, Iglesias e Thiesi. In quella stagione Pietro Paolo Virdis, con 25 presenze, segnerà 11 reti e, poi, passerà al Cagliari. Quella Nuorese è da ricordare. Oltre Virdis annoverava giocatori di tutto rispetto: Gentile, Mangioni, Biagiotti, Biagiotti, Solinas, Di Bernardo, Satta, Napoli, Virdis, Enrico (Chicco) Piras, Frieri. E tecnico l’indimenticabile savonese Valentino Persenda. Un tecnico, quest’ ultimo, che dopo la parentesi calcistica chiusa ad Oristano come bandiera della Tharros, da Nuoro inizierà un’ultraventennale carriera di tecnico che lo porterà in molte panchine della C. Bonaccorsi, il presidente pisano, innamorato di Nuoro, sarà colui che, alla fine degli anni Sessanta, prenderà le redini dei verdeazzurri, li riporterà in D, allora quarta serie nazionale, e li farà restare per quasi due, indimenticabili, lustri. Raggiungendo risultati di assoluto prestigio. Era la Nuorese di Mingioni, ma anche di Stellino e Frogheri, alla cui memoria verrà intitolato lo stadio Quadrivio. Ed, appunto, di Virdis, detto “Schedina”. Soprannominato così dai tifosi del Quadrivio perché, ad inizio gara non veniva schierato da Perde da e, con il numero 13 (la “schedina”) andava in panchina. Entrava nel secondo tempo e segnava, regalando il premio partita a tutti. Con Virdis era come “giocare al Totocalcio”. E  “fare 13”. Anche su rigore. Ma non in quel rigore. Quel rigore, l’unico della sua vita, verrà parato. Da un sardo. E per giunta ex estremo difensore della Nuorese anni ’70. Come lui. Giampaolo Grudina. Ed anche per lui la Nuorese sarà un importante “trampolino di lancio” verso altri lidi. Per “schedina” Virdis la maglia verdeazzurra del 1973-74 fungerà da inizio di una carriera tutta in “ascesa”: Nuoro, Cagliari, Torino sponda bianconera, Udine con l’immenso Zico, Milano rossonera con gli olandesi. Per chiudere degnamente a Lecce. Ancora in A. Diversa è, invece, la storia di Grudina. In questo caso la Nuorese del presidentissimo Bonaccorsi “giunge” qualche anno più tardi, nella stagione 1977-78. E per Grudina si tratta di un appuntamento importante. Non l’inizio di una carriera, che aveva già avuto il suo “incipit” nel 1973-74 nella Monteponi Iglesias. Da promettente. Per poi “aprirsi”, anche per lui, le “porte” del Cagliari.  Tuttavia, a differenza di “schedina” Virdis, Grudina a Nuoro ci arriverà per riprendersi e rilanciarsi verso altre ed alte categorie. E così avverrà. Anche quella, per la Nuorese di Bonaccorsi fu una stagione importante. La squadra si classificherà al nono posto, a 34 punti, subito dietro i rivali della Torres, ottavi a 36. Saliranno nella nuova C2 che si stava formando per il 1978-79 quattro squadre: Almas Roma, Lupa Frascati, Avezzano e Banco di Roma. La formazione verdeazzurra, anch’essa da ricordare, era la seguente, sotto la guida tecnica di Mariano Dessì: Grudina, Mingioni, Soru, Carboni, Picconi, Bertoldo, Guida, Serra, Ferrante, Chicco Piras, Motti. Quel campionato passerà alla storia per aver avuto, ironia della sorte, proprio il 29 gennaio 1978 (esattamente 11 anni prima del Milan- Pisa in oggetto) la cosiddetta “partita del grande gelo” fra Nuorese ed Avezzano. Si giocava a Nuoro e gli abruzzesi, nelle cui fila militava il futuro bomber verdeazzurro e simbolo indimenticabile Ioris Gasbarra, giungevano al Quadrivio forti della quarta posizione. Il match terminerà in parità, 2-2, con i giocatori stremati e semiassiderati. E Grudina che, proprio in quell’ occasione, rischierà l’ipotermia, venendo sostituito da Stocchi al 75′. Dopo la positiva esperienza di Nuoro, l’ “estremo” di Decimomannu “spiccherà” il volo. Questa volta gradualmente. Ma con determinazione. Civitavecchia, Grosseto, brevissimo ritorno a Cagliari, e poi Livorno. Qua, nella stagione 1983-84, coronata dalla promozione amaranto in C1, realizzerà il record di sempre realizzato da un portiere nelle categorie professionistiche italiane di calcio: sette reti subite in tutto il campionato. E, dopo Livorno, la consacrazione a Pisa. Prima come rincalzo e poi da titolare. In A. Fine carriera a Caserta. Anche qua “lasciando il segno”: contribuendo a vincere da secondo il campionato di Serie C1 1990-91. Ecco, in quel tiro di rigore di “schedina” Virdis del 29 gennaio 1989, vi è anche questa storia. Cosiccome nella mano destra di Grudina che respinge quel tiro. Unico penalty sbagliato dalla punta di Sindia in tutta la sua straordinaria carriera di cannoniere, unico calciatore sardo ad aver vinto la classifica marcatori della Serie A (stagione 1987-88). La storia che fa da “trait d’union” è quella gloriosa della Nuorese. E di un piede e di un guanto che quel pomeriggio di gennaio di 35 anni fa, per qualche minuto, si “tinsero” di verdeazzurro di Sardegna. Accendendo i riflettori a San Siro, “la Scala del calcio italiano”. Per la cronaca, Milan- Pisa finirà 0-0. Virdis e Grudina rientreranno negli spogliatoi con questo ricordo. Il loro. Che è un po’ anche il nostro.

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9 commenti

  1. Pietro Paolo Virdis ha un ristorante a Milano. Ci sono stato. Non è grande ma si mangia bene e soprattutto cucina lui

  2. Mitico Pietro Paolo..

  3. Angelina Pompitta

    Complimenti tanti auguri ai due sardi sparsi nel mondo forza non mollate l’orgoglio si bravi.

  4. Pietro Paolo Virdis ♥️🖤

  5. Grudina paro’ un rigore anche a Maradona.

  6. Gianraimondo Farina

    Paolo Sailis quello fu Copparoni, anche lui sardo

  7. Fabio Matteocci

    Paro’ il rigore e la partita fini’ 0-0.

  8. Alessandro Siena

    Grudina,un professionista serio. Un piacere ricordarlo.🖤💙

  9. Grande Virdis

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