TRE GIORNI LUNGHI UNA VITA: INCONTRO AL GREMIO DEI SARDI DI ROMA CON L’AUTORE GIORDANO CONTU

da sinistra: Maurizio Moretti, Antonio Maria Masia, Giordano Contu, Massimo Palombi,  Andrea Masullo, Alessandro Pala

Una domenica fredda ma assolata ha visto arrivare i soci de “Il Gremio” per riflettere su un avvincente libro dedicato alla tragedia vissuta da Olbia dieci anni fa, la cui presentazione è stata aperta e chiusa con le musiche di Ennio Moricone e del francese Francis Lai eseguite al pianoforte dal Maestro Massimo Cappello che ci ha ricordato le origini sarde (il padre era di Ozieri) dell’autore delle famose colonne sonore di “Love Story” e di “Un uomo e una donna”.

Il Presidente Masia illustra il contenuto dell’opera attraverso il sottotitolo: “Dieci anni dall’alluvione in Sardegna del 2013”.

Un evento eccezionale che in quel fatidico anno non interessò solamente l’Isola ma colpì a macchia di leopardo in giro per tutta la Penisola.

Chi non ricorda quelle città inondate dall’acqua o preda di eccezionali eventi meteorologici che mostrarono lo sfascio dei sistemi di prevenzione e difesa di tutto il Paese.

Un filmato di allora ci mostra lo sfacelo di quei tre giorni, seguiti da altri cinquanta per ripristinare la vivibilità della cittadina.

Un filmato  –  proposto da Contu  –  dedicato al sorriso che accompagnò l’opera instancabile dei nostri Granatieri, coinvolti dal Sindaco di Olbia che aveva richiesto aiuto alla Prefettura che, purtroppo, aveva già tutte le sue risorse in uomini e mezzi impegnate nel territorio, perché l’evento interessò tutta la zona e senza l’intervento della Brigata Sassari ( “Sa vida pro sa Patria” inscritto nel cartiglio con i due leoni che sorreggono lo scudo con i quattro mori ) e di tutta la Comunità olbiese, la situazione sarebbe stata ancor più drammatica. La pellicola è praticamente dedicata al sorriso che accompagnò l’impegno diuturno dei militari nell’opera di soccorso, sgombero e ripristino del territorio, devastato dal ciclone che ebbe la denominazione di “Cleopatra”.

Il presidente Masia racconta di quando a Palazzo Strozzi nel lontano 2005 venne recitata una sua poesia in sardo che si lega perfettamente al messaggio contenuto nel libro di oggi: “Omine contivizadi sa Terra, ca sa dimora tua est solu custa” (Uomo abbi cura della Terra, perché è la tua sola ed unica dimora). È, pertanto, d’obbligo che l’umanità abbia cura dell’unico creato di cui dispone se non vuole essere stravolta dalle forze di una natura tradita. E la domanda del libro è consequenziale: riuscirà l’uomo a rispettare la natura? In conclusione Antonio Masia ci informa che il ricavato viene devoluto ad un’associazione che opera nel campo dell’assistenza ai malati di Alzheimer.

Tocca ora all’architetto\giornalista Maurizio Moretti avviare il “concerto di parole” con gli ospiti dell’incontro per arrivare ad individuare la missione del libro, che oltre a voler contribuire alla formazione di una opinione informata delle Persone, vuole testimoniare come l’impegno comune porta ad un risultato concreto in difesa di un ambiente reso fragile da un uso scriteriato del suolo.

Giordano Contu premette alla sua risposta il ricordo di quei giorni quando lavorava in Toscana ed aveva dovuto verificare come in quel territorio persino i corsi d’acqua erano stati asserviti alle esigenze abitative, provocando frequenti inondazioni. Purtroppo la mancata collaborazione fra i Comuni ed i Cittadini era la causa principale di questa violenza contro il territorio e le tragedie come quella ricordata non potevano non essere sempre più frequenti.

Maurizio Moretti, ora in veste di architetto, sottolinea come nel Regno Unito la lotta sia tra coloro che vogliono sfruttare i terreni ed il loro uso agricolo, che impone, come è sempre stato in agricoltura, il “riposo” periodico dei terreni. Un conflitto che vede in difficoltà l’operato delle autorità che ricoprono cariche temporanee che mal si conciliano con i tempi lunghi dell’agricoltura e lasciano ampio spazio alla speculazione del giorno per giorno. Purtroppo l’uso del suolo è una delle cose più difficilmente governabili di fronte all’onnipresenza della speculazione.

L’attore Alessandro Pala Griesche propone la prima lettura che riguarda proprio la drammatica diffusione di queste sciagure in tutto il territorio italiano.

La chiosa di Maurizio Moretti vuole sottolineare come questa lettura ci deve scioccare e fare riflettere sui rapporti fra politica di pianificazione urbanistica e burocrazia. D’altronde l’esperienza della ricostruzione del ponte di Genova dimostra che quando si vuole fare, si può riuscire anche in tempi ragionevoli.

La parola è ora all’ingegnere Andrea Masullo, già coordinatore delle politiche per il clima e l’adattamento del Ministero dell’Ambiente ed ora direttore scientifico della onlussGreenaccord”, che ci chiede se abbiamo idea di quanti eventi catastrofici si sono abbattuti sul nostro Bel Paese da quel 2013. Purtroppo l’equilibrata presenza di fosforo ed azoto è turbata dall’immissione di veri e propri veleni che provocano lo sconvolgimento che porterà una vera e propria estinzione di massa, la morte delle nostre foreste, un’ancor più drammatica divaricazione della forbice ricchi\poveri. La lettura della “Laudato sii” denuncia con gravità la guerra a pezzi che dilania la terra ( in questo momento sono 59 gli eventi bellici in giro per il mondo [ NdA ]) e lo sfrenato sfruttamento che, lungi dal portare benessere, finisce per ostacolare la normale dinamica della natura.

Nei suoi ricorrenti interventi papa Francesco si scaglia anche contro le politiche che aggravano le condizioni dell’ambiente portandoci inesorabilmente verso la compromissione di quelle dinamiche naturali che mantenevano l’equilibrio nelle forze della natura e delle temperature. Nei suoi 12.000 anni di storia umana il globo terraqueo ha potuto mantenere un sano equilibrio, che negli ultimi tempi è stato gravemente compromesso proprio da quelle attività che, invece di riequilibrare i divari sociali ed impedire la concentrazione della ricchezza in poche mani, sta portando 350 milioni di persone a cercare nei paesi più sviluppati un rimedio alla loro inesorabile miseria. La politica è cieca ed il suo ipocrita atteggiamento fideistico nei confronti della scienza, potrà portare solamente ad un mondo invivibile entro la fine di questo secolo. Ciascuno di noi, assumendo modalità di vita meno produttive di gas serra, dovrà contribuire al suo alleggerimento se vorremo salvarci.

L’architetto Moretti non può far altro che prendere atto dello scenario e della difficoltà a mutarlo fintantoché proseguiremo nella politica della spesa per riparare, anziché in quella per prevenire. Da custodi del creato, ne siamo diventati gli sfruttatori. Quale potrebbe essere la via d’uscita è la domanda per Contu.

Il quale non può che concordare sul dramma della mancanza di una politica della prevenzione. Non può essere la “solidarietà” che fortunatamente si manifesta in queste occasioni a risolvere il problema. Il dramma di Olbia è la dimostrazione che la “solidarietà” è indispensabile, perché senza l’immediato intervento della Brigata Sassari nel cuore della notte, senza la disponibilità delle sale parrocchiali e senza l’apporto dell’opera dei singoli Cittadini, difficilmente si sarebbe usciti da quel dramma.

L’architetto Moretti interviene con una breve chiosa sul colpevole distacco fra una seria politica di programmazione ed i singoli territori con le loro specifiche caratteristiche geomorfologiche.

Dopo la seconda lettura del nostro Pala Griesche, Maurizio Moretti rammenta che Sant’Agostino attribuiva due figli alla Speranza: lo “sdegno” per quanto accade ed il “coraggio” per cambiare le cose. E rammenta anche la specifica normativa europea sull’obbligo per i Comuni di predisporre opportunamente in ogni territorio gli invasi necessari per il contenimento delle acque pluviali in caso di eventi eccezionali. E’ d’obbligo, conclude, chiedersi chi sia il responsabile, chi deve pagare.

Anche per Contu questo è il punto da cui partire: ricercare le responsabilità e porre rimedio a questa situazione paradossale che, ad esempio, ha visto Olbia dover affrontare l’evento con piani risalenti ad oltre vent’anni prima, quando la realtà della Costa Smeralda non l’aveva ancora toccata e la popolazione era ben inferiore. In quei vent’anni le esigenze della nuova popolazione portarono ad uno sviluppo senza regole delle abitazioni e quindi allo sconvolgimento dei suoli.

Per Moretti, la colpa è dunque di ciascuno di noi.

Interviene infine Pala con la lettura finale dal libro.

E, conclude Maurizio Moretti, dobbiamo chiederci “io cosa posso fare?”, e si risponde da solo che già la lettura del libro ci aiuterà a capirlo da noi e, così come si riesce a trasformare il grano in pane, attraverso il “saper fare”, potremo riuscire a “saper fare” anche a fronte di una tragedia come …Cleopatra.

Un’ultima battuta di Giordano Contu è dedicata al doveroso impegno di non dimenticare gli avvenimenti passati e di aiutare per quanto possibile la conservazione della “memoria” – intesa come facoltà dell’intelletto – come si cerca di fare attraverso l’opera di assistenza delle associazioni che a ciò si dedicano.

Il Presidente preannuncia il prossimo calendario delle attività di dicembre e, sull’onda della musica, illustrata ed offerta dal Maestro Cappello, ci avviamo verso la Sardegna da mangiare e da bere, curata dalla signora Toia e dalla sua efficiente equipe.

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