L’ANIMA DEI ‘CORDAS E CANNAS’: PIERO MARRAS RICORDA FRANCESCO PILU

Francesco Pilu

Solità. Festa di Sant’Antonio. Il comitato, organizzatore della festa, è già al lavoro da tempo. E’ in programma, fra l’altro, un concerto con Piero Marras. Fatto non secondario, all’interno del concerto, verrà ricordata la figura del musicista Francesco Pilu, anima dei Cordas e Cannas.

Ha inizio il concerto. La piazza contiene a stento un pubblico numeroso e partecipe.

Già dalle prime note si ha la sensazione che sarà una serata da serbare nella memoria.

Le canzoni si susseguono, le emozioni pure.

E’ un crescendo. Tante canzoni di ieri che hanno il sapore dell’attualità, la forza dei sentimenti, la freschezza della brezza estiva.

Quando le canzoni sono capaci di stabilire un legame profondo col cuore di chi ascolta non invecchiano mai. Mantengono, intatta, la bellezza della giovinezza -precisa Marras.

Niente di più vero. Si scorge, infatti, una rondine che annuncia il mattino e un Dio che protegge il ritorno dei suoi figli nelle notti senza stelle. Si sente il passo dei popoli che corrono verso la libertà, tra singhiozzi di luce e canti di culla…

Piero Marras

E’ la storia dell’uomo in cammino.

A metà concerto la musica tace… come preludio di qualcosa di estremamente delicato e importante.

E’ lo spazio da dedicare al ricordo di Francesco Pilu.

E Marras, rivolgendosi al comitato della festa, precisa subito: “Solo una bella sensibilità poteva avere l’idea di ricordare un grande artista che se n’è andato troppo presto. Parlo di Francesco Pilu.

Parlo di uno che, come me, ha dedicato la vita alla musica. Di uno che ho avuto l’onore di conoscere, col quale ho avuto anche il piacere di condividere il palco. Siamo stati insieme, fra l’altro, in Australia e in Canada. Abbiamo vissuto un bel periodo e nutrivamo una stima reciproca. Quello che mi piaceva di Francesco era il fatto che era un animale da palcoscenico, perché quando desiderava coinvolgere le persone, animare la festa…come lui non penso che ci riuscisse nessuno. E dava tutto se stesso perché credeva in questo strano mestiere, perché credeva in sa limba, nella forza della nostra lingua sarda. Dal punto di vista degli ideali eravamo molto vicini”.

Delegata dalla moglie Tiziana (che ancora non trova le parole e la voce per parlare del suo amatissimo Francesco) salgo nel palco. E inizio a raccontare il Francesco che ho conosciuto e imparato a stimare. Ricordo il nostro primo incontro, oltre vent’anni addietro, a Olbia, in occasione di una riunione di Emergency, della cui organizzazione fu uno dei primi sostenitori. E questo la dice lunga sull’anima di questo straordinario artista che è stato sempre, per scelta di vita, dalla parte degli oppressi, degli ultimi, degli sfruttati.

Sottolineo perciò il fatto che Francesco apparteneva – e apparterrà – a quella categoria di persone capaci di occupare delicatamente le stanze dell’anima anche dopo il loro addio terreno.

Francesco, come altri artisti (Andrea Parodi e Tonino Puddu, per citarne solo due) è stato capace di costruire la sua immortalità già in vita.

Ciò che diventa importante, ora, è innaffiare il suo ricordo, mantenerlo vivo…affinché i giovani e quelli che verranno conoscano la sua musica, il suo canto e il suo essere una persona perbene.

Prima di abbandonare il palco, recito i versi che scrissi per lui dopo il suo addio terreno, Pare quasi che Francesco sia in mezzo a noi. La sensazione è forte.

A consegnare la targa- ricordo alla moglie Tiziana è Tiziano Maccioni, presidente del Comitato, e le parole incise – scritte dalla penna dell’amica Danila Martini ma che rappresentano tutti coloro che hanno amato e stimato Francesco – vengono lette da Piero Marras:

“Per la generosità e le mani protese al prossimo, per lo sguardo attento agli ultimi, per il sorriso empatico donato a tutti, per l’armonia di voce, launeddas, armonica e ogni strumento con cui ha narrato emozioni e Sardegna, la comunità di Solità che, più volte, ha avuto l’onore di ospitarlo con i Cordas e Cannas, ricorda con affetto e nostalgia Francesco Pilu”.

Lo spettacolo riprende. Con lacrime a stento trattenute, con un’emozione nuova e con un battito in più.

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Un commento

  1. Francesco Bonino

    l’ultima volta che ho avuto l’onore e il piacere di vederti…se l’avessi saputo, ti avrei abbracciato più forte. Ciao Amico mio

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