NORA, CENTRO DI FONDAZIONE FENICIA E POI CITTA’ PUNICA E ROMANA: UNO DEI SITI ARCHEOLOGICI PIU’ IMPORTANTI DELLA SARDEGNA

Oggi della fiorente città di Nora è possibile ammirare le rovine nel parco archeologico di Pula, a pochi minuti dal centro turistico. Le testimonianze della civiltà fenicio-punica sono stata quasi del tutto coperte dalla successiva dominazione romana. Nora fu fondata dai Fenici, alla fine dell’VIII o del VII secolo a.C., sull’incantevole promontorio del capo di Pula, tra mare e stagni. Attualmente nell’antico centro commerciale fenicio, punico e poi romano, si possono visitare la necropoli fenicia, il complesso abitativo e il tophet punico. Tra le antiche vie lastricate in andesite, si può ancora ammirare uno degli edifici meglio conservati di Nora, il bellissimo teatro, costruito agli inizi del I secolo a.C. Imponenti sono le strutture termali decorate da magnifici mosaici e i templi. Numerose sono anche le opere di edilizia abitativa privata, spesso provviste di cisterna dell’acqua, costruite con muri in opus caementicium e africanum, talvolta particolarmente prestigiose, come la casa dell’atrio tetrastilo, con i suggestivi mosaici. Vicino al mare si trova il foro, che conserva basi di statue onorarie di personaggi famosi. Dal sito di Nora, tra i più rilevanti della Sardegna meridionale, proviene una delle testimonianze più importanti dell’archeologia sarda, la famosa Stele di Nora (fine IX-inizi VIII sec. a.C.), nella quale appare l’attestazione più antica del nome Sardegna.

I Fenici iniziarono a raggiungere il promontorio del Capo di Pula dall’VIII secolo a.C., epoca a cui risale anche la famosa stele di Nora. Il centro abitato si sviluppa dal VI secolo a.C. con l’arrivo dei Cartaginesi. Dal 238 a.C. e dal 227 a.C. la Sardegna passa sotto il controllo dei Romani.

Nora viene dotata delle strutture tipiche della città romana, come il foro, il teatro e gli edifici termali. Nel 455 d.C. i Vandali occupano l’isola sino alla conquista bizantina; in questa fase alcune strutture perdono la loro funzione e vengono riutilizzate per attività diverse da quelle originarie, come per esempio il teatro. Le ultime frequentazioni risalgono all’VIII secolo d.C.

I primi scavi nell’area archeologica risalgono alla fine dell’Ottocento, quando, dopo una forte mareggiata, riemerge il tophet. A partire dagli anni 1891-92, l’archeologo Filippo Nissardi indaga le necropoli puniche e nei primi del Novecento viene riportato alla luce un lembo della necropoli romana. Nel corso degli anni Cinquanta l’area urbana è indagata sistematicamente da Gennaro Pesce e conosce poi ulteriori ma sporadici interventi durante gli anni Settanta e Ottanta.

Dal 1990 le ricerche sul sito riprendono in maniera costante fino a oggi grazie al lavoro delle Università di Cagliari, Genova, Milano e Padova.

Era il 1773 quando, alla periferia di Pula, vicino alla chiesa di San Raimondo, l’abate domenicano di origini polacche Giacinto Hintz individuò il più importante ed enigmatico documento epigrafico a caratteri fenici ritrovati in Sardegna. Un documento di eccezionale importanza; se dopo 244 anni di studi ancora si dibatte sul contenuto delle otto righe incise nell’arenaria porosa è evidente che dietro quei segni, la stele nasconde ancora la sua intima verità. Per alcuni ricercatori i caratteri dell’alfabeto non sarebbero soltanto e puramente fenici, ma si tratterebbe di un alfabeto misto fenicio-sardo, con caratteri usati dal popolo dei Sardana appunto. Nella stele inoltre compare la più antica attestazione del nome della Sardegna. Oggi la Stele di Nora è conservata al Museo archeologico nazionale di Cagliari.

http://www.costasmeralda.it

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Antoni Canu Di Bisarco

    Sono stato … stupenda – siamo Fenici , punici , romani , bizantini e spagnoli … siamo sardi …Salude

  2. Gianfranco Unali

    dio mio, ancora con questi luoghi comuni?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *