“DANIELA – IL DIRITTO ALLA FELICITÀ”: MASSIMILIANO PERLATO ‘ABBANDONA’ IL RUOLO AUSTERO DI GIORNALISTA PER PARLARE D’AMORE NEL SUO ULTIMO LIBRO

di CARMEN SALIS

Il nuovo lavoro di Massimiliano Perlato, scrittore e giornalista nato a Saronno che vive nel cuore della Brianza a due passi da Monza, racconta come accade che ci si ritrova per innamorarsi quarant’anni dopo.

Daniela, il diritto alla felicità (Edizioni Amicolibro), èun libro delicato e forte nello stesso tempo, coraggioso e sincero, come dovrebbe essere l’amore.

Massimiliano, le parole per te non sono solo lavoro ma anche passione. Ci sono tanti modi per raccontare l’amore, tu hai scelto quello più puro.

Ho scelto il percorso più trasparente perché il Sentimento vero, quello che dona genuinità alle nostre azioni, che necessita d’esser improntato su queste basi. Un dialogo universale sempre edificato su valori indissolubili, dove stazionano il rispetto, la fiducia, l’armonia, la serenità. Raccontare l’amore per me è stato un passaggio molto semplice e congeniale al mio modo di pensare. Forse in questo sono stato facilitato perché è come se fossi nato con una penna in mano e scrivere, talvolta, è un compito quasi naturale. Da quando sono entrato in contatto con Daniela, a quarant’anni di distanza dalle scuole medie frequentate nello stesso istituto, glorificare la genuinità dei nostri animi, è stato come bere un bicchiere d’acqua. Ho lasciato da parte il tesserino da giornalista, dove lo scrivere e il raccontare è completamente un altro mondo, per aprire il mio cuore alla poesia, all’Amore per antonomasia. 

L’amore che ritorna è quello che non se n’è mai andato o quello che non è stato mai vissuto?

La Daniela che ho conosciuto sui banchi di scuola era una fanciulla dolce e delicata. Senza timore di essere smentito, era sicuramente la più bella della classe. Avevo preso una cotta colossale per lei. Ma la mia timidezza e l’età acerba di quegli anni, non mi hanno aiutato. Ero talmente timido che facevo fatica a parlare con me stesso riflesso nello specchio. Figuriamoci con lei. Ho trascorso l’adolescenza nel suo mito idealizzato. L’ho subito persa di vista una volta terminato l’iter scolastico dell’obbligo ma il suo nome, il suo ricordo non mi ha mai abbandonato. Tantissime volte mi son chiesto che fine avesse fatto, se fosse felice. Noi siamo una generazione che è cresciuta priva delle opportunità odierne. Non c’erano i social, non esistevano i telefonini. Solo due anni fa, da lì parte il libro, da quel 25 marzo 2021, grazie ad una amica in comune, con un po’ di fortuna, l’ho ritrovata. A noi piace evidenziare questa situazione come un segno del destino. E da lì ci siamo raccontati senza risparmiarci, giorno dopo giorno. Un viaggio intimistico di pregevole fattura, di reciproca conoscenza con un’impronta fortemente epistolare che è durato poco più di un anno. Il questo lasso di tempo, il mio corteggiamento è stato assiduo con lettere quotidiane che sono poi il succo di questa corposa pubblicazione. Direi che l’amore che oggi viviamo, non è un ritorno. E’ semplicemente il coronamento di un percorso davvero unico in cui ho rintracciato gli antichi candori di quando eravamo bimbi. Con l’esperienza quarantennale che ci ha aiutato a comprendere davvero, a questo punto della nostra esistenza, quali potevano essere potenzialmente i desideri reciproci per far emergere un dialogo intenso, dando del tu in modo significativo al Nobile Sentimento per eccellenza, che poi come logica conseguenza, ha trovato terreno fertile.

Ci vuole più coraggio a raccontare di sé o di chi si ama?

Senza presunzione, penso che decantare alcuni aspetti del proprio intimo, nel narrare l’amore, non sia un atto di coraggio, bensì un passaggio obbligato in cui i particolari del corteggiamento hanno la priorità su tutto. Ho ampiamente alimentato la fantasia, dando vita a parecchi racconti in cui l’immaginazione ha colorato scenari che ipotizzavo di vivere con Daniela. È stato un lavoro certosino in cui la testa è entrata in sinergia totale con il cuore ed insieme poi, abbiamo deciso di mettere tutto nero su bianco, per rendere indelebili passaggi di vita magari da rileggere con calma negli anni futuri.

Le parole rimangono, diventano specchio e a volte fanno paura. Hai mai avuto voglia di cancellare qualcosa?

Sorrido nell’ascoltare la tua domanda Carmen, semplicemente perché una volta terminata la prima bozza, mi sono ritrovato al cospetto di un testo davvero consistente. E solo l’idea di cancellare anche una virgola, mi è sembrato un peccato mortale. In queste pagine c’è tutto di noi, del nostro peregrinare negli anni del passato, del nostro sentire. Ogni parola ha un significato e non sono riuscito a privarmene. E’ un testamento d’amore che nella sua integrità ha una coscienza sostanziale per questi due anni celebrati. E’ vero quando affermi che le parole rimangono e diventano specchio. Ma è la peculiarità positiva del loro valore. Non dovrebbero mai fare paura unicamente perché rappresentano la verità con cui confrontarsi. La situazione che può mettere in difficoltà e quindi in qualche modo averne timore, è il riuscire ad accettare queste parole che diventano incancellabili e che possono talvolta, essere crude e sintetiche. Ecco, umanamente alla base degli individui, e dicendo questo faccio un ragionamento in ampia scala, manca l’umiltà nell’accettare anche il pensiero altrui. Una volta che si acquisisce questa prerogativa, anche le critiche assumono un tono costruttivo e diventano ricchezza interiore.

Sogno nel cassetto?

Tantissimi. Il più importante è legato alle ultime quattro parole del libro, dove c’è una richiesta originale di matrimonio. Concedimi la licenza di potermi vantare che non è consuetudine farlo, scrivendoci un libro. Questo testo è stato ponderato proprio come omaggio al nostro microcosmo familiare. Un bel dono di nozze, direi. E poi tornare a casa, in Sardegna, per poterlo presentare insieme al libro dello scorso anno “In movimento” edito sempre da AmicoLibro.