NELLA SEDE DEL “PROGETTO PER NUORO” SI DISCUTE DI TRANSIZIONE ENERGETICA E DELLA NUOVA COLONIZZAZIONE DEL TERRITORIO E MARE DELLA SARDEGNA

Ivana Cucca, GB Sanna, Lisetta Bidoni, Bustianu Cumpostu

di CRISTOFORO PUDDU

Di transizione energetica e di quale possibile futuro per la Sardegna ne hanno dibattuto, affrontando i vari aspetti del determinante e scottante tema di attualità, la consigliera comunale nuorese  Lisetta Bidoni, Ivana Cucca, docente con dottorato di ricerca in urbanistica, Bustianu Cumpostu, ingegnere e leader politico,  GB Sanna, esperto in gestione di fondi comunitari.

L’incontro, presso la sede del “Progetto per Nuoro” in Piazza Sebastiano Satta, ha fornito chiarimenti tecnici e politici sulla reale portata degli obiettivi che animano la transizione energetica. Il conseguente passaggio dall’attuale mix, composto da combustibili fossili che determinano un’alta impronta carbonica, alle auspicate fonti rinnovabili e alternative con minore impatto globale; dunque, una transizione estremamente necessaria nell’immediatezza verso una energia verde, per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 che determinano anche i catastrofici cambiamenti climatici.

Gli obiettivi necessari globali sono indicati dalla stimata riduzione del 20%-30% di emissione dei gas serra e riduzione di almeno del 20% dei consumi energetici attuali, nei settore industriale, trasporto, terziario e residenziale.

Le alternative sono il passaggio al fotovoltaico, energia prodotta dalla fonte rinnovabile e inesauribile del sole; all’eolico, energia prodotta dal vento e dagli eventi atmosferici; all’idroelettrico, energia idraulica rinnovabile pulita che origina dall’acqua attraverso opere di ingegneria ed in totale contrasto agli attuali consumi generalizzati di gas, petrolio e carbone. Una rivoluzione totale di trasformazione e di svolta economica epocale, verso un’energia pulita e di sicuro salutare impatto ambientale.

Vediamo in sintesi quale può essere, o cosa si prospetta, in termini di transizione energetica per la Sardegna.

In base al noto accordo di  Parigi del 2015 si imponeva, per dare  un futuro al nostro pianeta e nel segno della radicale difesa del suolo e del territorio, la necessaria riduzione dell’80% dell’energia elettrica prodotta da fonti fossili e contenere così l’innalzo delle temperature. Un impulso determinante per questa risoluzione attuativa ed obiettivo ambizioso, passa attraverso gli ingenti fondi messi a disposizione dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Le risorse ripartite in varie missioni, interessano significativamente lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, che stimolano gli appetiti di gruppi multinazionali per lucrare e realizzare opportunità di auto-ricchezza.

Le notizie relative alla Sardegna paventano un tentativo di minacciosa aggressione ed occupazione, indiscriminata e irrazionale sull’intero territorio e coste, con le possibili deturpanti istallazioni di parchi eolici in mare. La risposta, a livello popolare, è la nascita di vari movimenti di base e la sensibilità di pochi sindaci e amministratori locali illuminati, che danno  voce e rilevano i pericoli di una nuova colonizzazione di natura energetica; paragonabile come occupazione del territorio a tutte le altre servitù militari, che la Sardegna ha subito e continua a subire, con la sottrazione di aree all’agricoltura, alla pastorizia, alla pesca e alla vivibilità totale delle bellezze ambientali e turistiche.

Bustianu Cumpostu ha incentrato il suo documentato intervento sul ciclo dell’idrogeno e sullo studio-proposta “Energia Dechida – Energia Giusta”, sistema energetico sardo a Smart Grid (attualizzato a misura dei sardi ed  incentrato sulla realtà sarda) e connesso alla Super Grid mondiale, rete intelligente per monitorare, gestire distribuzione ed accedere nell’internet dell’energia dove tutti si è produttori e consumatori. Obiettivo: contrasto alla povertà energetica con autoconsumo collettivo dalla Comunità Energetiche Rinnovabili, in un contesto politico e sociale di economia circolare e solidaristica.

GB Sanna, con linguaggio chiaro, preciso e fornendo inedite personali notizie, ha spiegato tutte le dinamiche politiche dell’atto di alta amministrazione del DPCM Draghi, informazioni legislative  e vincoli che regolano l’acquisizione dei territori, privati e no, da adibire allo sviluppo della transizione energetica. La docente Ivana Cucca, attivista di un movimento e urbanista, ritiene che la Sardegna sia un laboratorio per la fase di transizione energetica e perciò necessitano delle consapevoli e responsabili scelte strategiche in materia con ruolo da protagonisti: sia per la preservazione del binomio paesaggio-ambiente sia nello sfruttamento dei beni provenienti da sole e vento.

Nel dibattito si sono inseriti diversi interventi, costruttivi, vivaci ed ideologici, del numeroso pubblico presente; tutte le voci hanno espresso la volontà di definire, con diversificate forme e indicazioni, un percorso fattibile e strategicamente utile alla transizione energetica in Sardegna, da operare nel   segno  identitario di popolo orgoglioso e saggio interprete di scelte. Indicazioni preziose per Lisetta Bidoni e per il gruppo “Progetto per Nuoro”, promotore dell’incontro, che ha acquisito nuovi e forti elementi per rielaborare un efficace e costruttivo impegno in seno all’attivismo politico e sociale.

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Un commento

  1. Cristoforo Puddu ha ben rappresentato la ricchezza del dibattito che si è sviluppato nel corso dell’incontro che si è tenuto a Nuoro il 16 giugno. Promosso da Progetto per Nuoro, l’ncontro ha visto la partecipazione di un vasto pubblico fortemente preoccupato, che non intende subire scelte assunte fuori dalla Sardegna e senza il consenso del popolo sardo, che rivendica il diritto ad essere informato e a decidere responsabilmente le politiche di transizione energetica nella nostra terra.

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