A DIECI ANNI DALLA NASCITA: DISTRETTO CULTURALE DEL NUORESE, “L’ATENE SARDA”: QUANDO LA CULTURA FA ECONOMIA?

di GIANRAIMONDO FARINA

Vi è un distretto culturale, unico in Italia, che da un decennio a questa parte, sta’ producendo e sfornando dati e risultati importanti, riferiti soprattutto all’economia ed allo sviluppo locale. Per la precisione parliamo del Distretto culturale del Nuorese, definito “Atene della Sardegna”. Perché, innanzitutto, distretto culturale? E perché “Atene della Sardegna”? 

Il Distretto culturale del Nuorese è nato nel 2012 a seguito di un Master in sviluppo turistico tenutosi alla Cattolica di Milano, corroborato da uno studio di fattibilità del 2015, svolto da un gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Francesco Timpano, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Uno studio che ha fornito, nel complesso, una dettagliata chiave di lettura sul contesto territoriale, organizzativo e normativo. Nello specifico sono stati oggetto di approfondimento, analisi e studio il quadro normativo di riferimento, gli assetti istituzionali ed organizzativi, il contesto territoriale, i beni e le attività culturali del territorio, le funzioni ed i servizi. L’area di riferimento corrisponde alla Sardegna centrale e nord orientale, fra Barbagie e Baronie, con caposaldo la città capoluogo di Nuoro. Un’area, questa, sostanzialmente omogenea sia dal punto di vista storico- economico che culturale e sociale. In merito alla definizione di Distretto culturale, vi è da precisare che le “industrie culturali” sono quelle che producono e distribuiscono beni o servizi che, quando vengono concepiti come possedere un carattere, un uso o uno scopo specifici che incorporano o trasmettono espressioni culturali, quale che sia il loro valore commerciale. E’ in questo senso che si può parlare anche di “industrie creative”, utilizzanti la cultura come input . Dal punto di vista del policy making diversi sono stati i contributi forniti da tutte quelle regioni europee che hanno inserito le Creative Cultural Industries all’interno delle strategie di specializzazione intelligente che hanno generato i programmi regionali nell’ambito dei fondi strutturali 2014/2020. Appare centrale l’integrazione dei settori “tradizionali” connessi alle attività culturali, quelli connessi ai media e alle industrie culturali, ma anche quelli connessi alla connotazione culturale complessiva del territorio. E per il Nuorese una connotazione complessiva è quella che si trova, ben specificata, dentro la definizione di “Atene Sarda”. Termine, quest’ultimo, dovuto proprio a Grazia Deledda. Fu la futura Premio Nobel, nelle pagine della “Rivista delle Tradizioni Popolari Italiane” diretta da Angelo de Gubernatis, a consegnare un esordio destinato ad entrare nella storia : “Nuoro è chiamata scherzosamente, dai giovani artisti sardi, l’Atene della Sardegna. Infatti, relativamente, è il paese più colto e battagliero dell’Isola. Abbiamo artisti e poeti, scrittori ed eruditi, giovani forti e gentili, taluni dei quali fanno onore alla Sardegna e sono avviati anche verso una relativa celebrità”. E gli artisti, effettivamente, non mancavano. Oltre alla Deledda, operavano artisti come Antonio Ballero, Francesco Ciusa e Costantino Nivola. Cui si aggiungevano poeti del calibro di Sebastiano Satta e scrittori come Salvatore Cambosu e Salvatore Satta, colui che, nel suo grande romanzo pubblicato postumo nel 1975, Il Giorno del Giudizio, ha regalato una fotografia della società nuorese senza tempo. La cultura, diventa, quindi l’elemento “collante” delle singole realtà che compongono questo Distretto. Quest’ultimo, nel concreto, vuole creare, soprattutto per il futuro, una sinergia feconda in grado di mettere in relazione istituzioni e luoghi della cultura, eccellenze artigianali e sedi espositive. Ben oltre le divisioni ed i particolarismi. La scelta della sede presso la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Nuoro non ha fatto altro che avvalorare il “peso” economico dell’ente. Un “peso” che si può esplicare benissimo in base ai dati conseguiti in dieci anni di attività. Ed i numeri sono eloquenti soprattutto per quanto riguarda i soggetti coinvolti ed finanziamenti. Con riferimento ai primi, si sottolinea la particolare e dinamica struttura. Abbiamo, innanzitutto, i soci fondatori che sono ASCOM – Confcommercio di Nuoro, Associazione Dialogo e Rinnovamento, Camera di Commercio di Nuoro, Confapi Sardegna Nuoro Ogliastra, Confindustria Sardegna Centrale ed Isre – Istituto Superiore Regionale Etnografico. Al consiglio direttivo si affianca il vero e proprio “motore”, il comitato tecnico scientifico sapientemente presieduto da Antonello Menne, avvocato e docente in Università Cattolica. Comitato che ha espresso la storica dell’arte e museologa Antonella Camarda, attuale direttrice del Museo Nivola di Orani, a manager del Distretto. I numeri degli associati ordinari, oltre quelli fondatori, raccontano di venti enti pubblici fra comuni e Provincia di Nuoro, cui si aggiungono quattro associazioni di categoria tra AGCI Associazione Generale Cooperative Italiane, Confcooperative, Confesercenti e Legacoop, tutte sezioni di Nuoro. Ad essi si aggiungono sei operatori culturali a controllo pubblico fra cui si distinguono il Consorzio per la Pubblica Lettura “Sebastiano Satta” di Nuoro, il Consorzio Universitario UniNuoro e MAN_Museo d’arte della Provincia di Nuoro. Molto nutrita e variegata si presenta la componente degli Operatori culturali a gestione privata. La nutrita componente degli operatori a gestione privata, ben diciotto, annovera soggetti come la Fondazione Costantino Nivola di Orani (Nu), l’ISTASAC Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea nella Sardegna Centrale e lo Spazio Ilisso.

Fra le dieci Associazioni culturali aderenti si notano Bocheteatro, Associazione culturale Atzeni di Mamoiada ed Associazione culturale Dialogo e Rinnovamento.

Molto interessante è la “finestra” aperta sul mondo dell’imprenditoria locale, naturalmente da implementare, al momento costituito da Amarolla Fotografia, Edizioni il Maestrale, Imago multimedia, Galaveras S.n.c. e Taulara s.r.l. . Ad essa è, poi, connessa, la partecipazione delle Aps, le associazioni di promozione sociale, così definite secondo il nuovo codice del Terzo Settore per cui si segnalano Acli Nuoro, Tambene, FocuSardegna e Ventu Pintau.

I dati economici, infine, descrivono un Distretto fondato su una importante linea di finanziamento. La Camera di Commercio di Nuoro è stata beneficiaria dei finanziamenti destinati dalla Regione alla realizzazione del Progetto “Distretto Culturale del Nuorese”, inserito nel secondo Atto aggiuntivo all’Accordo di Programma Quadro “Piano straordinario di rilancio del Nuorese”, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 29/1 del 7/6/2018, e avente un costo complessivo di  2.221.775 euro,  dei quali 1.669.800 finanziati dalla Regione Sardegna attraverso le fonti finanziarie POR FESR 2014-2020 Linea di Azione 6.8.3 e POR FSC 2014-2020 ed € 551.975,00 di quota di cofinanziamento camerale. Le successive Convenzioni di finanziamento, approvate, hanno riguardato i seguenti interventi, sempre riferiti al medesimo PON FESR 2014- 2020: Intervento 1.1 “Building del Distretto” (euro 262.500,00), Intervento 1.2 “Siti del Distretto” (42.000 euro), Intervento 1.3 “Percorsi del Distretto” (100.000 euro), Intervento 2.1 “Le porte del Distretto” (166.000 euro), Intervento 3.3. “Co-working space del Distretto” (506.000 euro).  A fronte di questi importanti dati e risultati, non può non rimanere inascoltato il forte e decisivo appello maturato il 21 Dicembre 2022, a seguito delle celebrazioni del decennale di fondazione del Distretto. Una voce ferma e precisa di tutta l’Assemblea dei soci del Distretto e del suo Comitato tecnico scientifico che si è espressa contro l’agonia del territorio e, più complessivamente, della Sardegna centrale. Una constatazione che, stando ai dati della mancata applicazione della continuità territoriale, forniti da “Uniontrasporti” riportati dal comunicato del Distretto, ha collocato Nuoro ed il suo territorio al 97 posto per dotazioni infrastrutturali. La denuncia dell’ente culturale ha avuto ed ha come “terminale” la Regione Sardegna, responsabile di aver “stravolto”, in tema di destinazione del PNRR, la politica di coesione comunitaria e, pertanto, la destinazione finanziaria dei fondi. A vantaggio, naturalmente, delle zone sarde maggiormente dotate di infrastrutture. Ed a discapito di tutta l’area centrale. Parliamo di una “fetta” economica significativa: ben 10 miliardi d’impegno da spendere entro il 2027, compresi i fondi PNRR.  Un “grido di dolore” ed un avvertimento nel deserto che il Distretto culturale fa proprio come mission e che si accompagna a quella puntuale e sagace descrizione che una giovane Grazia Deledda forniva, da Roma, sulla sua città natale, definita come “il cuore della Sardegna», anzi “la Sardegna stessa con tutte le sue manifestazioni”, nonché “il campo aperto dove la civiltà incipiente combatte una lotta silenziosa con la strana barbarie sarda, così esagerata oltre mare”.

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Un commento

  1. Adriana+Valenti+Sabouret

    Grazie mille, Gianraimondo Farina. Articolo interesssnte e illuminante.

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