UN PROGETTO IN PROGRESS PRESENTATO ALLA CONFERENZA INTERNAZIONE DELL’EMIGRAZIONE: UN DECALOGO CHE CONNETTE LA SARDEGNA RESIDENTE A QUELLA ‘DISTERRADA’

di GIUSEPPE CORONGIU

. Il Decalogo dei talenti sardi all’Estero nasce dalla consapevolezza che la nazione sarda è ormai formata da due segmenti: i sardi residenti e quelli de Su Disterru. I primi tendono a rimuovere psicologicamente i secondi che invece si sentono ancora parte del corpo madre. È necessario invece mantenere la connessione tra i sardi che abitano la madrepatria e quelli dispersi nei mille rivoli della globalità, per non perdere la ragione stessa dell’esistenza di questo popolo in origine isolano.

Tenere insieme questi pezzi è un imperativo categorico.

Bisogna ammettere, per essere franchi, che oggi è più facile partire-fuggire a causa dei mille fallimenti che abbiamo accumulato come comunità. Gli indicatori politico sociali raccontano di una Sardegna in sfacelo. È un fatto certo che ogni famiglia, anche del ceto medio urbano, cresce i figli con un training educativo che li prepari alla fuga. In Sardegna, per tante ragioni, è difficile realizzare sogni e avere il diritto alla felicità. È al contrario facile piegarsi agli eventi avversi, al potere dell’arretratezza e dell’inefficienza. È scontato piegarsi a classi dirigenti tracotanti quanto inconcludenti, figlie esse stesse di tante sconfitte storiche.

Dopo il fallimento della cosiddetta Rinascita, non si è riusciti a puntare sull’autodeterminazione, siamo diventati una piccola repubblica dell’assistenza, priva di capacità di costrutto o rigetto. Ma Su Disterru, come si dice in sardu, ha in sé la forza dei sardi sparsi nel mondo che hanno voglia di ‘restituire’ ciò che hanno imparato, acquisito, interiorizzato. Non è detto che vogliano tornare, ma restituire il loro sapere e la loro esperienza si. Per un dovere morale nei confronti della madrepatria primaria.

Per questo abbiamo chiesto, io e il folle ma adorabile amico Pierpaolo Cicalò (matto proprio perché mi ha dato retta), presidente dell’istituto Fernando Santi, ad alcuni di loro del Regno Unito, Danimarca, Svezia e Spagna di fare proposte concrete per il futuro della Sardegna. È nato cosí il primo ‘ teaser’ del Decalogo dei talenti sardi all’estero: un progetto in progress che riporta proposte concrete per lo sviluppo.

È un atto narrativo senza mediazioni in attesa di prossimi capitoli. Ognuno dei talenti selezionati racconta se stesso, il proprio mondo e le riforme sognate per la nostra comunità. ‘Sos disterrados’, coloro che hanno lasciato fisicamente la terra, superano il trauma e ribaltano, in prospettiva, il negativo in positivo. In un mondo immateriale, interconnesso, globale, digitale ciò che conta non è avere i piedi nella terra d’origine, ma la testa. E essi non sono ‘isconcados’ per nulla in genere. Infatti non conta il ritorno in quanto tale perché il movimento al giorno d’oggi è continuo e ci si sposta sempre avanti e indietro. I mezzi di comunicazione sono potenti e quotidiani. La nazione è nel viaggio e messaggio cosí come la vita è uno spostamento continuo.

Abbiamo avuto il grande onore, grazie all’assessora Ada Lai, una sensibile narratrice di storie lei stessa, e quindi in grado di percepire e capire, di esporre questi concetti alla Conferenza Regionale dell’Emigrazione. È stata un’esperienza bellissima, unica forse. Abbiamo sperimentato, almeno per un attimo, la forza dell’unità connettiva tra sardi di dentro e di fuori.

Si è sprigionata talmente tanta energia che, per un attimo, siamo stati non solo tutti sardi, ma tutti felici.

Magari questo attimo non durerà in eterno, ma nessuno potrà piú negare che ci sia stato. E ora almeno noi che eravamo presenti sappiamo che basterà ripetere l’esperimento tante volte quanto basta per garantire, alla nazione sarda terrada e disterrada, libertà e felicità perpetue nella nostra terra e nel mondo.

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