PRESENTATI I RISULTATI DEL CENTRO STUDI IN POLITICA INTERNAZIONALE: L’ANALISI DEL MONDO MIGRATORIO SARDO

Alla Conferenza dell’Emigrazione Sarda del 28-29 aprile 2023 sono stati presentati i risultati dello studio del CeSPI (Centro Studi in Politica Internazionale), richiesto proprio dalla Regione Sardegna per avere un quadro ben delimitato sulla situazione attuale di emigrati sardi all’estero. Nello studio sono confluiti i dati storici, interviste a testimoni e rappresentanti e infine la compilazione di un questionario a cui hanno partecipato ben 84 realtà sarde così ripartite:

I circoli sardi partecipanti hanno rappresentato il 70% dei circoli sardi fuori dalla Sardegna (84 su 120) e il maggior contributo è arrivato dai circoli italiani (49 su 84, il 58% dei questionari ricevuti). Seguono i circoli europei (22,7%), Paesi con sede nell’UE (16, 7%), Extra UE come Svizzera e UK (6%) e infine dalle Americhe (14,3%) e da Asia/Australia (4,8%).

Il questionario, i cui dati sono stati raccolti nei mesi di Marzo-Aprile 2023 ha chiarito alcuni degli aspetti principali su cui è necessario lavorare:

 Potenziare e rinnovare l’approccio dei circoli, migliorando la loro capacità di relazionarsi con attori diversi, la mobilitazione di interessi e competenze interne ed esterne sui temi dello sviluppo sostenibile, e la creatività progettuale;

Rafforzare il ruolo delle Federazioni di stimolo e appoggio ai circoli; come anche di affiancare ai circoli altre reti per mobilitare gli emigrati in modo più ampio e diffuso;

Intercettare e reclutare professionalità e talenti individuali degli emigrati per ideare e realizzare iniziative sui temi dello sviluppo sostenibile, valorizzando esperienze già in essere (come talentisardi.it o il “decalogo dei talenti sardi all’estero”), verificando come calare queste idee nella realtà sarda, traducendole in concrete linee di intervento e attività;

Attivare reti di competenze in un’ottica di “cooperazione triangolare”, dentro e fuori della Sardegna (professionisti, imprese, università, centri culturali, …) attorno a temi definiti.

Un altro dato interessante a cui prestare massima attenzione emerge sulla comunità sarda emigrata: tre quarti del totale sono persone nate fuori dal territorio sardo e un terzo del totale hanno radici nei luoghi di emigrazione. Si riflette anche sulla questione giovanile: i più emigrano per studio e lavoro e sono generalmente poco presenti e attivi all’interno dei circoli; occorre allora dare una nuova centralità a queste figure coinvolgendole in spazi nuovi — anche virtuali — attorno a nuove tematiche sullo sviluppo sostenibile.

Un’esigenza dei circoli sardi, poi, è quella di avere maggior dialogo e confronto con la Regione Sardegna, per lavorare insieme su iniziative specifiche in campo socio-economico e ambientale. La Regione Sardegna è così chiamata a rafforzare il capitale umano e relazionale in un’ottica di sviluppo sostenibile ma soprattutto rafforzando canali di dialogo e ascolto, investendo in particolar modo in:

Informazione (ad esempio offrendo seminari on line, anche in lingue diverse, di informazione sulla strategia di sviluppo sostenibile),

Conoscenza (ad esempio creando un percorso di approfondimento e scambio con i giovani emigrati su alcune tematiche dello sviluppo sostenibile, in rete con le Università sarde e iniziative di startup);

Formazione (ad esempio mettendo a disposizione di emigrati e non corsi di formazione su tematiche e iniziative specifiche di sviluppo sostenibile, offrendo momenti e strumenti di progettazione a distanza, anche in lingue diverse);

Relazioni (ad esempio mettendo in relazione gli emigrati con gli attori dello sviluppo sostenibile sardo per identificare opportunità di scambio sui diversi temi economici, ambientali e sociali).

In questo modo gli emigrati possono diventare un ponte importante nelle relazioni tra istituzioni e attori sardi e dei territori dove risiedono e lavorano. Si sottolinea pertanto l’importanza di creare nuove figure centrali che fungano da perno nelle connessioni, persone informate sulle reti esistenti e capaci di creare nuove relazioni, opportunità e proposte di iniziative e progetti.

Lo sviluppo di una rete agile è senz’altro uno degli obiettivi più interessanti emersi; reti che possano coinvolgere eccellenze con competenze diversificate, che possano agire in sinergia con centri di alto livello o dare adito a startup di giovani in campo economico-ambientale. Gli ambiti d’azione segnalati dai circoli per mobilitare specifiche competenze e professionalità sono:

Accessibilità e continuità territoriale (69% delle preferenze, di cui quasi il 30% dichiara di avere competenze disponibili)

Sensibilizzazione e l’educazione allo sviluppo sostenibile (68%, di cui il 14% con competenze disponibili),

Gli attrattori culturali, naturali e identitari (64%, di cui il 25% con competenze disponibili),

Il turismo sostenibile e la tutela della cultura e della biodiversità (61%, di cui il 19% con competenze disponibili),

La governance per lo sviluppo sostenibile territoriale (59%, di cui 21% con competenze disponibili).
Vi è poi un insieme di altre tematiche che raccolgono buone percentuali di interesse (oltre il 50%), pur con ridotte competenze disponibili (poco sopra il 10%):

In campo ambientale (difesa della biodiversità – 59%, produzione e consumo responsabile – 58%, miglioramento della qualità dei prodotti – 56%),

In ambito di connessioni (rafforzare la mobilità pubblica e privata, e la connettività digitale, entrambe al 57%),

A livello sociale (ridurre la disoccupazione – 57%, ridurre il divario di genere – 53%, promuovere l’integrazione sociale – 52%, l’innovazione didattica – 51%, le competenze dei giovani – 50%).

Viene inoltre richiesto un miglioramento per l’efficienza amministrativa (53%) che riguardi non solo il rapporto tra circoli e istituzioni ma scambi di informazione più frequenti e intensi e migliori procedure per accedere alla doppia cittadinanza.

Infine, l’ultima cosa emersa degna di nota è il bisogno di una riforma della legge sugli emigrati, ancora troppo distante dalle condizioni socio-economico e culturali di oggi, che tenga conto delle diverse forme associative, dei luoghi di emigrazione, dei profili personali e dei percorsi di sardi nel mondo alla luce di come questo è cambiato negli anni.

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