LA POETICA DI ANTONIO SANCIU VOLA TRA RESILIENZA E SPERANZA

Antonio Sanciu

di CRISTOFORO PUDDU

Antonio Sanciu, solo un anno fa, era stata la piacevole rivelazione di una voce vitale e nuova della poesia in limba. Aveva esordito con la raccolta di versi “Sa chigula non sessat de cantare” (EDES, Sassari, 2022): composizioni essenziali, da inserire nella grande tradizione lirica isolana in rima, e di forte dimensione emozionale. Ora si ripropone con la elegante pubblicazione bilingue “ Mirende olos de caddos de deu   Guardando il volo delle libellule”, pubblicata dalla Soter editrice di Villanova Monteleone ed inserita nella “Piccola collana di memorie”, ideata da Salvatore Tola e diventata nel tempo un’apprezzata nicchia di letteratura, caratterizzata da librini di piccolo formato con copie numerate e firmate dall’autore. Volumetti e  preziosi prodotti “cult”, con un carattere di esemplarità ed originalità nel panorama dell’editoria sarda.

La poetica di Antonio Sanciu si riconferma e si eleva in spazi sommitali lirici di valenza linguistica e di grande interesse letterario; tanta è l’armonia e la musicalità espressa in alcuni componimenti da sembrare già predisposti per il canto. Se la scrittura, in generale, è considerata atto creativo ed interpretativo della parola, la poesia di Antonio è certo un atto interpretativo dell’animo e va oltre la parola stessa, per la profonda  valenza significante. La poesia nasce dal cuore dell’esistenza, o meglio dalle vicende personali e del vivere, ed è frutto di un’arte raffinata che risale alla fonte e ai modelli della poetica sarda, ma con segni forti di rinnovamento e di modernità.

Nel pensiero dell’uomo vive presente, dettato principalmente dal percorso esistenziale personale, quel senso di perpetuo dualismo tra infelicità e felicità; la condizione di ricerche positive è una costante umana da perseguire/conseguire ed il poeta, a maggior ragione, cerca di assaporare le possibili speranze che costellano l’esistenza nella quotidianità, da donare agli attenti lettori. La poesia di Sanciu è concepita, talvolta, medicamentosa per capire e superare le avversità della vita con le risorse della ragione; il nostro poeta conosce profondamente il significato di resilienza e sa adattare anche la poetica al processo di adattamento per inclemenze e traversie, offrendo un messaggio di fiducia a se stesso e all’umanità. I dolori della vita – il disincanto come fonte emozionale di tristizia – affrontati con spirito da resilienti, sviluppano un sentiero e senso di realtà con nuove risorse interiori  per accettare il potere di cambiamento naturale che il tempo esercita su ogni essere.

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Affrontare totalmente la complessità della silloge, breve e intensa, è pressoché impossibile per la raffinata poesia che tocca le onde profonde dell’animo con suggestioni liriche e tematiche, trattate con ottimo livello contenutistico e stilistico. Tanti gli elementi da “celebrare” nella meritoria seconda opera di Antonio Sanciu e nei versi che donano l’immagine candida dei sentimenti, messi a nudo e donati nella loro essenzialità, a quanti avranno attenzione e sensibilità per coglierli ed apprezzare; una poesia che lega l’uomo al vivere, all’universo e alla natura con una sottintesa ed intima religiosità.

Diversi componimenti riflettono sulla nascita, sul destino e sull’andamento dei rapporti amorosi, tratteggiati dal percorso di innamoramento e dal misterioso risveglio dei sensi nel segno della bellezza e della primavera. Sanciu realizza quadri da sogno e di fantastica idealizzazione che, talvolta, la vita vanifica con le possibili disillusioni. Elaborando la costruzione dei versi, il poeta, focalizza i suoi confini e dimensione emotiva, dove tutto vive di memoria e sempre vitale come una magica esperienza d’amore. Il poeta sperimenta l’esistenza e ne penetra il mistero da cantare con amore, finezze storiche e filosofiche. Non tutto il vivere è sofferenze, anzi!, e Sanciu ci offre curiosi e divertenti quadretti poetici con tratti di ironia e divertimento.

La silloge ospita, in apertura una meravigliosa foto in bianco e nero di Salvatore Pirisinu: un suggestivo sentiero di Sardegna in prospettiva, incastonato tra meravigliose sugherete e muretti a secco.

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4 commenti

  1. La fortuna di aver avuto un maestro cosi

  2. Gianluigi Marras

    Antonio, purtroppo mio maestro come funzionario per poco tempo, mi ha sempre incantato anche per la musicalità del suo discorrere, sempre preciso e nel contempo evocativo, ironico e ricco di sfumature

  3. Alessandra La Fragola

    Grandissima stima

  4. Sempre il 🔝

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