ALESSANDRA SORCINELLI, ESEMPIO DI SENSIBILITA’ E AMORE VERSO LE PERSONE

Alessandra Sorcinelli

di STEFANIA CUCCU

Sapeva ascoltare, sapeva leggere. Non i libri, quelli sono capaci tutti. Sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso” (A. Baricco).

E questa è Alessandra Sorcinelli: folle, versatile, imprevedibile, misteriosa, geniale, senza vincoli. Una persona che ha fatto della sua sensibilità e del suo amore verso le persone, una missione di vita. Sin da bambina si trova in prima linea a combattere contro le avversità della sorte, contro i pregiudizi e le disparità di genere.

Sin da bambina, sperimenta lutti familiari gravi che la lasciano esposta al male quotidiano e si trova coinvolta, anche da giovane donna, in esperienze di vita amorosa complicata. Vittima, ma non vinta, trova conforto nella poesia e nello scrivere.  Per lunghi anni nasconde questa dote per motivi familiari e sociali, poi, ad un tratto, la svolta.

Di lei si può dire tanto in termini professionali: nel 1991 consegue la Laurea (vecchio ordinamento) in Giurisprudenza; nel 2004 consegue la Laurea (nuovo ordinamento) in ‘Servizi Giuridici per le Imprese’; nel 2006 completa il master in ‘Esperto per la Pubblica Amministrazione in Sardegna’ e, sempre nel 2006 consegue il master del ‘Ministero per le Pari Opportunità’.

E ancora… Numerose partecipazioni a eventi culturali, festival della poesia, pubblicazioni in antologie… Vincitrice di premi e menzioni nazionali e locali… Giurato esperto in concorsi letterari nazionali, organizzazione di eventi museali artistici e culturali, conferenze, seminari, convegni e curatrice di Mostre d’Arte…

Ma quel che di lei fa una grande donna, sono le sue qualità umane.

“Ciò che conta non è ciò che faccio ora, e neppure il mio curriculum scolastico: ho due lauree, ho un master in Esperto in Pubblica Amministrazione in Sardegna… Quando studio, studio forte. Ho anche altri master e tanti titoli accademici; mi sono occupata di appalti pubblici e ho gestito 13 musei contemporaneamente.  Faccio tutte queste cose, ma queste sono cose che riguardano l’organizzazione di umane genti, perché il fondamento per me è amare il prossimo tuo come te stesso, anche quando avresti mille motivi per arrabbiarti con lui.”

Alessandra crede nelle potenzialità insite in ogni essere umano. Potenzialità che è in grado di scorgere molto rapidamente per via della sua spiccata sensibilità.  

Amo mettere in evidenza tutti gli autori, anche quelli che nessuno terrebbe mai in considerazione! Sin da piccola ho avuto sempre l’attitudine a impegnarmi nella meritocrazia, ma sempre con una sensibilità notevole a far emergere tutte le persone intorno, soprattutto quelle che gli altri non fanno emergere. Questo non significa assisterle in maniera comunista o sociale. Non amo l’assistenzialismo; desidero insegnare alle persone come portare avanti il talento che hanno. Sono un tramite tra quello che può essere il destino e il fato di ognuno; io mi trovo nel mezzo. E infatti sono una sindacalista e aggiungo che avrei voluto fare l’assistente sociale e anche il direttore di carcere!”

Una persona altamente sensibile: visionaria e intuitiva, capace di vedere le cose in prospettiva, mai in modo riduttivo, parziale o disprezzante.

“Ho una pazienza notevole, ma ho anche la lungimiranza di capire quando uno è viscido o non lo è, dal primo momento. E so già che quella persona mi tradirà. Ciò non toglie che la missione è tale che la devo mettere in luce. E non ho paura che questo intacchi il mio valore. Gli esseri umani, sono spesso egoisti e invece di pensare che il mondo è fatto di abbondanza e ce n’è per tutti, temono che mettere in luce una persona significhi perdere un pò del proprio splendore. A me questo non interessa. C’è in me il vizio di adorare le umane genti. Sono molto cattolica, ma questo è un aspetto secondario perché, come diceva Margherita Hack: – Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione.”

Alessandra è affidabile, sincera, ha molta cura delle relazioni, capisce i sentimenti altrui, ne anticipa spesso i bisogni, perché sa mettersi nei panni degli altri. Ha un innato perfezionismo che la spinge all’operosità e al desiderio di fare tutto bene.

“Io ho sempre il senso di appartenenza e di squadra in qualsiasi cosa che faccio, che sia dal pulire il bagno a fare lavori di altissimo concetto. Attualmente sono il Responsabile del Gruppo Audit Interno in un Ateneo che si occupa di didattica, ricerca e terza missione. Sono anche il Segretario Regionale della UIL Università della Sardegna; quindi, di umane genti, ne tocco. Ho gestito per 25 anni appalti pubblici dove la mia specialità era, e lo è ancora oggi, quella di gestire appalti di servizi: non comprare un oggetto o un bene, ma gestire le persone in appalto, gli esseri umani, perché sono quelli che ti danno filo da torcere, ma anche il migliore risultato!”

Virginia Saba e Alessandra Sorcinelli

La sensibilità che Alessandra mette in campo in ogni aspetto della sua vita, non la si può acquistare, è una dote lasciata dalle tante percosse subite nella vita. Una parte lesa, che ascolta con molta attenzione il dolore altrui, parlandoci poi con parole di bene.

“A me sono mancati i genitori molto presto; ero bambina e provavo odio contro chi aveva la madre. Poi, col tempo, ti accorgi che… o muori o ti riprendi, e gli esseri umani, quando si riprendono dalle difficoltà, creano le cose migliori. Quando mi chiedono: “Perché sei così libera che dici tutto alle persone senza offenderle? Perché parli senza problemi?” Rispondo che è un modo di essere. E io sono cresciuta libera.  Mia madre era una pittrice e casa mia era un porto aperto; è sempre stata una zona franca per tutti nel mio quartiere negli anni 60/70. (elimino?) Avevo un papà che era spesso fuori, come tutti gli uomini, ma si occupava di diritti umani: si occupava dei diritti delle donne iraniane. L’ho scoperto frugando nei cassetti, perché lui non lo diceva a nessuno. Mia mamma era una pittrice, organizzava le mostre e faceva parte dell’avanguardia culturale e artistica che era presente a Cagliari negli anni ‘70. Io ho passato la mia vita in galleria d’arte con lei. È morta quando avevo 9 anni, e così ho vissuto da una zia che aveva una casa enorme e dava ospitalità a tutti, anche ai mangiafuoco e ai saltimbanco! Abbiamo sempre accolto tutto e tutti perché c’è sempre stata questa tendenza ad aiutare le persone. E da questo nasce la mia necessità di fare qualcosa per gli altri. Con tutto quello che ho vissuto, oggi potrei essere un pò più cattiva, tipo Joker che medita di far cattiverie. E invece ho una personalità sullo stile di ‘Geppo’ un cartone degli anni ‘40.”

Geppo è un diavolo buono, in origine un angelo sfortunato che svenendo cadde all’inferno al momento della ribellione di Satana, tramutandosi così in diavolo. Vive all’inferno dove, diversamente da tutti gli altri diavoli, cerca di soccorrere e aiutare i dannati dei vari gironi infernali, finendo spesso a contrastare il volere di Satana che invece vorrebbe farne un diavolo cattivo come tutti gli altri. Come diavolo, Geppo è un fallimento e quando prova a fare delle cattive azioni alla fine risulteranno produrre azioni benefiche.

“Con questo voglio dire che se dovessi incattivirmi ne avrei le motivazioni, ma voglio fare cose belle e cose insieme.  Ho 55 anni; mia madre è morta alla mia età. La leggenda racconta che nessuno sapesse che fossi in arrivo. E questo incide ancor di più nella personalità di un individuo, come dico in una mia poesia… ‘I figli attesi sono figli attesi, poi ci sono i figli voluti attesi e fatti, poi ci sono i figli di niente che sono quelli che arrivano quando la mamma non sa di esser incinta… A un certo punto succede qualcosa … e (come narra la leggenda della mia vita raccontata da mia nonna)… eri tu che sei nata settimina! Quindi io arrivo così, inaspettata! E anche questo è un elemento che lascia un vuoto da colmare. Ecco come scavano le cose… Dopo la morte di mia madre ho vissuto da mia zia dal lunedì al venerdì. Viveva al centro di Cagliari, alla Marina, quartiere antico della città da cui vedevo il mare. Vivevo nello stesso piano di mio cugino musicista che oggi insegna musica. Il fine settimana tornavo da mio padre e tutta l’estate vagavo come un pacco da tutti i parenti.  Ho imparato a girare da sola e a visitare tutti i musei. Devo ringraziare anche i miei insegnanti per i valori che mi hanno trasmesso.  Ho avuto una maestra, in particolare, che ci ha insegnato a leggere per i bambini delle case popolari, quelli di San Benedetto, dove io sono nata e vivo tuttora. Qui ci incontravamo con dei ragazzini del quartiere Villanova, molto poveri, che avevano difficoltà nella lettura. Ricordo che la maestra diceva: ‘Voi che sapete legger bene, leggete agli altri, perché almeno ascoltano!’ Queste cose restano e fanno quello che poi io, piano piano, ho sempre fatto: dedicarmi agli altri. Da adolescente, quando ancora c’era il manicomio, le mie prime esperienze interessanti le ho fatte con le persone dichiarate matte.  A 12 anni prendevo un libro e, durante l’ora d’aria che davano alle ragazzine, uscivo di casa, facevo finta di andare da qualche parte e me ne andavo al manicomio. Lì c’erano tante signore che a quei tempi venivano internate nel manicomio anche se matte non lo erano; forse erano un pò stravaganti, ma le avevano messe lì perché creavano disagio. Per me era come avere tante mamme.  C’era un luogo che era il capannone delle signore, una specie di hall, io stavo lì a leggere con loro e loro mi preparavano la cioccolata. Una, nello specifico, era la mamma di una ragazza che conoscevo e che mi diceva: ‘Non vado a trovarla perché mi vergogno!… E così ci andavo io. Sgattaiolavo e entravo lì; non era blindato, non era come ora, dove gli esseri umani si sono blindati la coscienza e tutto il resto…”

E ancora…

“Quando ero ragazzina, a 16 anni prendevo la macchina di nascosto e guidavo perché mia zia aveva un’autoscuola. Chiamavo i ragazzini che vedevo deficitari, mi organizzavo il gruppo di studio e facevo lezioni suppletive per conseguire la patente. Quando sai qualcosa, cosa che te ne fai se non la condividi con le persone?  Le soddisfazioni che ti danno le persone, anche quelle che non credi poi fiorirà qualcosa, sono una potenza.  E queste cose le fai perché fanno bene a te prima che agli altri. Ho fatto anche l’avvocato di strada, ho lavorato con quelli che sono i servizi per i senza tetto, quelli che non sono neppure censiti: gli ultimi. Ogni tanto mi ficco in queste situazioni!  Ma non solo gli ultimi. Ho avuto degli scambi bellissimi anche con milionari, perché il bello non sta solo con gli ultimi. E talvolta, anche gli ultimi mi hanno pugnalato… soprattutto le donne! Soffro molto quando vedo che le persone scambiano il mio fare, per un egocentrismo esagerato. Ci sono delle persone che in tutto questo mio fare vedono cose maligne o cercano di imitarmi. E ovviamente non hanno successo.  Non sanno che io mi dedico a tante cose perché fanno parte tutte di quelle germinazioni, dei semi messi quando ero già ragazzina.

Non nasce nulla così per caso. Per questo mi spavento quando vedo che le persone improvvisano. Michelangelo è stato 7 anni nella Cappella Sistina: non ha realizzato la sua opera d’arte in due minuti! Quando si fa un capolavoro della vita (e lo si deve fare!), lo si deve fare tutti i giorni… minuti… ore… inventando sempre qualcosa di nuovo perché c’è necessità di un miglioramento continuo.  Come diceva beato Carlo Acuti: ‘Siete nati originali, non diventate fotocopie. E non fate le fotocopie degli altri!’ Non siamo fatti tutti per fare le stesse cose. C’è chi è fatto per avvitare un bullone e chi per svitarlo. Così è. C’è chi è fatto per scrivere una poesia e chi è fatto per spostare un macigno. Non c’è nulla di umiliante o di sbagliato: l’errore sta nel mettere qualcuno a fare qualcosa per cui non è portato.”

Alessandra Sorcinelli è una fonte inesauribile di virtù, e tra le sue espressioni artistiche c’è anche la poesia: ama definirsi “poetessa della plebe”. La poesia fa parte della sua quotidianità e costituisce un’alta forma di sensibilità; una forma di comunicazione dell’anima verso le altre anime.

“La mia passione per le poesie l’ho sempre avuta, sin da piccola. Scrivevo nelle ultime pagine del quaderno, nella copertina! Scrivevo i versi e disegnavo. Facevo queste copertine finali che mio padre conservava nel suo cassetto e questo, l’ho scoperto solo dopo la sua morte. Mio padre ha conservato un disegno in particolare: in quel periodo mi aveva portato alla Festa dell’Unità e io avevo fatto un disegno con slogan e fumetto su tutto quello che avevo vissuto. Ne avevo fatto uno anche sulla passione di Cristo! Avevo 17 anni quando è morto mio padre, sono rimasta con mia sorella e mio fratello che era più grande di me di 11 anni; era il me uomo, facevamo tutto insieme! Era ironico e ci capivamo al volo! Poi la malattia lo ha portato via e mia cognata lo ha seguito poco dopo lasciandomi un nipote che ora è maestro di musica. E con lui ho visto replicata la mia vita.”

Tanti elementi nella vita di una donna: madre, artista, difensore dei diritti umani, rappresentante sindacale, che svelano i motivi di una esagerata voglia di fare del bene. Questa è Alessandra Sorcinelli. Un tesoro prezioso non solo per le persone che hanno l’onore e la fortuna di conoscerla e di starle accanto, ma per l’intera Sardegna…

“Ho parlato il giorno della prima di ‘A S’Andira’ con Gavino Ledda. E lui mi ha detto: ‘La Sardegna la devi vedere nel mondo!’. Il mio sogno è che la Sardegna venga vista da tutti e con le Case Editrici con le quali collaboro, ci sto riuscendo. Sto lavorando con delle piccole case editrici nazionali con lo scopo di fare una ‘scuderia’ sarda che pubblichi con editori a livello nazionale. Realizzo un piccolo sogno; ho già una prima squadra di 12 scrittori che porterò a Roma. Questa è la mia Sardegna nel mondo: autori che non parlano solo di Sardegna, ma di narrativa e di poetica…”

E tra il lavoro, la famiglia, la poesia, le presentazioni di giovani scrittori… Alessandra trova il tempo anche per un programma TV.  Sardegna Web è un programma nato per stimolare i giovani, e i meno giovani, verso il mondo dell’arte a costo zero. Per conoscere quali sono le strade che si possono percorrere. Un messaggio di speranza per tutte le persone che hanno affrontato delle difficoltà e che tuttora le affrontano; una fonte di ispirazione per i nostri giovani a cui mancano spesso modelli di riferimento positivi da cui prendere esempio per tessere la trama della propria esistenza.

(Tratto da “Figli di Sardegna, racconti di vita II”)

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6 commenti

  1. Che onore
    Commossa vi ringrazio
    Grazie Stefania Cuccu

  2. Che dire… In un programma televisivo nazionale, Loretta Goggi è solita esprimere il massimo gradimento, dicendo ‘Chapeau!!!’
    Ecco, Mi inchino davanti alla signora Sorcinelli e le auguro ogni bene.
    Chapeau!

  3. Bellissimo articolo per la super-splendida persona che è Alessandra ❤

  4. Poche parole … Ammirazione quello che provo🥰 grandissima persona ❤️

  5. Complimenti!

  6. È stato un grande piacere leggere la Sua biografia infinita.Sembra che abbia già vissuto più di 250 anni per le Sue esperienze.
    Verrò il 16/09 a Marina Piccola per godere l’alba in un modo veramente speciale e la conoscerò personalmente.
    Valeria Toffoloni

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