FA SOGNARE I TIFOSI: “MARCOLINUS” GHIANI, DA SILI’ AL REGNO UNITO, IL FANTINO CAMPIONE DEL MONDO

Marco Ghiani

di PAOLO CAMEDDA

L’Inghilterra lo ha celebrato con grandi onori ad Ascot come vincitore dell’Apprentice Jockeys Championships, il Campionato degli apprendisti fantini, da lui dominato con 51 vittorie. Marco Ghiani, fantino oristanese che compirà 23 anni il prossimo 7 febbraio, è uno dei protagonisti emergenti dell’ippica britannica, e fa sognare in grande i suoi tanti tifosi: prima di lui fra gli italiani un’impresa simile era riuscita soltanto al grande Frankie Dettori nell’ormai lontano 1989. Lasciate alle spalle le difficoltà del 2020, il 2021 è stato per il giovane originario di Silì l’anno dell’esplosione definitiva. Conclusa una lunga stagione, ha mantenuto la parola data ad amici e tifosi ed è riuscito a ritagliarsi una settimana per riabbracciare la Sardegna, l’isola che sente sempre vicina quando corre, incontrare i suoi fan e ricevere un importante riconoscimento da parte dell’amministrazione di Oristano. In piazza Eleonora sorride e ha il volto sereno ed emozionato di chi, nonostante il successo, non si è montato la testa.

Marco, come è stato il ritorno ad Oristano? «È molto bello tornare a casa, dopo tanto tempo. Amici e tifosi mi hanno riservato una grande accoglienza, mercoledì sera abbiamo fatto una piccola festa all’Angolo del Gusto, nella pizzeria di famiglia. C’erano anche i tamburini e i trombettieri della Sartiglia. Ci siamo divertiti, ci voleva dopo una stagione molto intensa».

Come è arrivato Marco Ghiani a diventare un fantino di successo? «La prima volta che sono salito su un cavallo avevo 4 anni. Poi ho dovuto fare un’operazione e mia madre non mi permetteva più di montare. Ho fatto nuoto e atletica, ma il mio amore erano i cavalli e alla fine ho ripreso ad andarci nel Giara Club di Antonio Casu. Ho partecipato alla Sartigliedda e nel 2014 ho fatto su Componidoreddu, prendendo la stella sia con la spada, sia con su stoccu. A causa del maltempo sono caduto in Via Duomo e mi sono subito rialzato. Dario Vargiu, sette volte “Frustino d’Oro”, mi mandò un messaggio di complimenti per come avevo saputo gestire quel momento. È stato lui a farmi scoprire il mondo delle corse e andai a incontrarlo a Chilivani nella giornata delle stelle. Lui vide il mio entusiasmo e mi incoraggiò: “Ma se vuoi fare il fantino, devi prepararti come si deve”. In Italia, a Pisa, non c’erano possibilità.Allora ho studiato inglese a Oristano e ho iniziato a montare da Luigi Iriu. Quindi sono partito per l’Inghilterra e lì è iniziato tutto».

Quanto è stata dura la gavetta? «Ho frequentato la British Racing School, a livello base, per alcuni mesi. Quindi ho iniziato a lavorare con Luca Cumani, che mi ha dato la patente ed è stato importante, perché mi ha insegnato i ferri del mestiere. Con lui ho fatto le mie prime 7 monte. Quando è andato in pensione, per un mese sono finito dal figlio, in Australia. Lì ho vinto la prima corsa, una gara di qualificazione. Tornato in Inghilterra, mi ha preso a lavorare con lui Stuart Williams, e ad aprile 2020 ho iniziato a vincere. Poi sono stato in America a New Orleans, da Brendan Walsh. Tornato ho fatto in tempo a fare solo una settimana di corse prima che chiudessero tutto per il Covid».

Quali sono state le tappe principali della tua straordinaria ascesa nel 2021? «Il 2020 non stava andando benissimo, perché con il Covid avevo perso un po’ di contatti. Gli allenatori cercavano risultati sicuri e piuttosto che affidarsi a un giovane come me preferivano puntare su fantini affermati. Da maggio a novembre avevo solo 18 vittorie, i cavalli del capo non stavano correndo bene ed era difficile per me vincere. I montepremi erano più bassi, sono stati mesi complicati. I dubbi erano tanti, ma la determinazione, tipica di noi sardi, mi ha aiutato a non mollare. Da novembre sono ripartito a mille e non mi sono più fermato. Ad aprile 2021 ho conquistato il titolo di miglior allievo fantino sull’All Weather e ora ho vinto anche il Campionato estivo. Fra tutti sono arrivati per me i successi in sella a Real World nella Royal Hunt Cup al Royal Ascot e alle Strensall Stakes in un Gruppo 3. Saeed Bin Suroor mi ha aiutato molto, ho il 60% di vincite sui cavalli che mi ha dato da montare, e ovviamente Stuart Williams, che mi aiuta sempre e mi fa montare tutti i suoi cavalli. Per me è stata una stagione d’oro, speriamo di riuscire a farne un’altra così».

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? «La stagione si è conclusa il 16 ottobre, ma ci sono ancora altre corse. Inoltre mi piacerebbe avere un ingaggio su Real World alla prossima Dubai World Cup, corsa dal montepremi molto alto, da 8 milioni di dollari».

Come è cambiata la tua vita alla luce di questi grandi successi? «È cambiata molto, ma la famiglia, la mia fidanzata Brooke, e la nascita di mio figlio Louie Leonardo, il 17 maggio, hanno fatto sì che restassi sulla giusta strada, che non mi distraessi e rimanessi concentrato sull’obiettivo. È facile sbagliare e montarsi la testa, anche nel mondo dell’ippica, grazie a loro non è accaduto».

È cambiata anche la considerazione da parte dei tuoi colleghi fantini? «All’inizio mi chiamavano “il bambino”. Adesso, già dopo la vittoria dell’All Weather, mi hanno detto che sono uno di loro e mi hanno avvisato: “Mi raccomando, comportati bene”».

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