TENCO 2021: AMBRA PINTORE E SIMONA COLONNA IL 23 OTTOBRE AL TEATRO ARISTON DI SANREMO

Ambra Pintore e Simona Colonna

Due cantautrici, solari, mai ripiegate troppo su sé stesse. Profondamente convinte che nella ricerca personale, seppur faticosa, si radichino le fondamenta di un percorso artistico onesto, innovativo e originale come le produzioni discografiche che Ambra Pintore e Simona Colonna hanno all’attivo.

Ambra Pintore, cantautrice di origini sarde, si muove elegante nella ricerca musicale della world music in cui la mescolanza, la fusione linguistica e sonora sono imprescindibili.

Simona Colonna, eclettica artista piemontese, accompagnata dal suo violoncello, è un abile cantastorie che riempie il suono di sfumature folk proprie della world music.

«Il nostro incontro, avvenuto in occasione del Premio Andrea Parodi a Cagliari, parla di terra e del senso di appartenenza radicato nelle nostre storie di vita. Una sensazione che definirei attrazione a prima vista: Ambra e l’isola con il suo mare; io, le montagne e il mondo contadino del mio territorio» racconta Simona Colonna.

Ambra e Simona due anime che abitano un’energia affascinante e coinvolgente fatta di suoni, paesaggi e profondità. Hanno inciso insieme tre brani per i rispettivi dischi Terre del ritorno (2017) di Ambra e Folli e folletti (2018) della cantante piemontese. Per il 2022 stanno scrivendo un progetto che affonda le sue radici nelle vicende storiche, artistiche e culturali, in parte da sfatare e in parte da rivitalizzare, che hanno visto protagoniste le loro due terre d’origine, tra settecento e ottocento: Sardegna e Piemonte.  

Mescolano le loro lingue d’appartenenza con agilità, senza temere la commistione, e con una vera propensione all’ascolto dell’altro, del diverso, dell’ignoto da cui possono scaturire incontri sonori inaspettati e da esplorare.  

 Per il Premio Tenco, in prima assoluta, interpreteranno i due brani di Lucio Battisti Mary oh Mary incisa da Bruno Lauzi nel 1970, e la più nota Pensieri e parole. «L’invito del Tenco è una sfida artistica stimolante» spiega Ambra «affrontare un mito della musica italiana pensando a due versioni per sole voci e violoncello, ti costringe a cercare l’essenza della scrittura dell’autore, liberata dalle versioni che nei decenni si sono susseguite. Ridurre oggi è quasi un atto di coraggio, in una società bulimica musicalmente…»

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