TEST RAPIDI IN INGRESSO E CONTROLLI DI MASSA: COSI’ LA SARDEGNA IN ZONA BIANCA PUNTA A DIVENTARE “COVID FREE”

di DAVIDE MADEDDU

Ingressi con certificato di vaccinazione o di negatività oppure test in aeroporto. La Sardegna, da lunedì 1° marzo unica ‘zona bianca’ d’Italia, gioca la carta per diventare “isola covid free”. E parte con controlli su chi sbarca nel territorio regionale. Ad annunciare la novità, che dovrebbe partire da lunedì 8 marzo, è stato il governatore Christian Solinas. «A chi fa il vaccino viene rilasciato un tesserino che attesta questa condizione e per questi non c’è problema – ha detto il presidente della regione a “Un Giorno da pecora” su Radio1-. Chi ha un certificato che attesti la negatività nelle 48 ore prima dell’imbarco passerà da un percorso rapido e potrà uscire immediatamente dall’aeroporto. Chi non ha avuto la possibilità di farlo dovrà dedicarci un poco del suo tempo perché eseguiremo un test rapido accreditato dall’Istituto superiore di sanità e in pochi minuti avrà il suo risultato».

Qui si aprono due strade: «Se negativo potrà accedere all’isola, mentre se dovesse risultare positivo scatteranno protocolli che sono uguali ovunque». Quarantena se asintomatico e assistenza.

Nel frattempo vanno avanti nell’isola i programmi che vedono, da una parte la campagna “Sardi sicuri”, con test a tappeto in tutto il territorio regionale e tracciamento dei contatti; dall’altra parte il piano dei vaccini. Nel primo giorno di operatività del piano vaccinale per gli over 80 sono stati 1.600 gli sms inviati dall’Ats (l’azienda unica per la tutela della salute) ai nati fino al 1937 per l’adesione alla campagna di vaccinazione anti Covid-19. Di questi, 450 hanno già prenotato la somministrazione attraverso la piattaforma Sardegna Salute. Il messaggio contiene un link per l’adesione. Successivamente gli interessati saranno contattati dall’Ats per la comunicazione della data, dell’ora, del luogo in cui sarà somministrato il vaccino. Dal 15 marzo gli stessi sms saranno trasmessi agli over 80 nati sino al 1941. In Sardegna gli ultraottantenni sono 115mila. Si prevede di immunizzarne 87mila circa entro marzo e 23mila entro aprile. E la campagna di vaccinazione nell’isola utilizzerà gli hub e la rete già collaudati con l’operazione Ad Adiuvamndum, il progetto che ha messo insieme Regione, ministero della Difesa, associazioni di volontariato e del sociale per eseguire test sierologici e tamponi.

«Stiamo insistendo perché ci sia una possibilità per la prima zona bianca di investire su una campagna di vaccinazione massiccia – prosegue Solinas – e, per fare questo, abbiamo attivato oltre 50 punti di erogazione di vaccini che sono in grado, qualora ci arrivino le dosi, di vaccinare l’intera popolazione in 30-45 giorni. Potrebbe essere un modello a livello internazionale perché diventerebbe la prima isola di queste dimensioni interamente immunizzata e che potrebbe aprirsi a una stagione turistica in assoluta sicurezza».

Da lunedì 1° marzo nel territorio regionale, valgono le nuove disposizioni che, pur imponendo l’obbligo della mascherina e il distanziamento sociale, spostano l’orario del coprifuoco dalle 22 alle 23,30. Allo stesso tempo sono state riaperti sino alle 23 ristoranti, pizzerie e assimilati, mentre bar e caffetterie potranno aprire sino alle 21. Quanto alle palestre, piscine, cinema e luoghi di cultura, la decisione arriverà a fine settima. Dopo l’analisi dell’andamento epidemiologico e d’intesa con il tavolo tecnico istituzionale composto dai rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità e della Regione Sardegna.

In vista del rientro in classe di tutti gli studenti, l’associazione nazionale presidi chiede l’attuazione del piano vaccinale per le scuole. «Come cittadini della prima regione in zona bianca – scrive la presidente Anna Maria Maullu – ci sentiamo orgogliosi della responsabilità che il popolo sardo ha dimostrato nel rispettare le regole anticovid, ma ci preoccupiamo del fatto che le nostre scuole, continuando a ospitare in presenza la totalità degli alunni della fascia 3-14 anni e da lunedì 8 marzo anche il 100% degli studenti della secondaria di II grado, se non si procede subito all’attuazione del piano vaccinale, sono particolarmente esposte al rischio di focolai».

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