LA POESIA DEVE ESSERE LIBERA SENZA CATENE: E’ VITA … CREAZIONE, GIOIA DEI BAMBINI CHE RENDONO VISIBILE L’INVISIBILE

di RITA CODA DEIANA

Per quale motivo si scrive Poesia? Questa è una domanda alquanto complicata da soddisfare. Da cosa deriva quell’impulso che spinge il Poeta  a scrivere, ad arrovellarsi su un pensiero e a renderlo pulsante, vivo. Quando scatta con esattezza la molla che ci spinge ad esternare ciò che dentro ci fa ribollire? Spiegarlo non è certo semplice, e non è semplice nemmeno parlarne a cuor leggero.

Non lo è perchè per ognuno è diverso, per ognuno deriva da qualcosa di diverso e non tutto è comprensibile dagli altri, da chi non sente questa necessità, da chi è altro da chi non è Poeta. Il tema dell’incomunicabilità è sempre presente nella vita di un Poeta. Nella vita artistica l’incomunicabilità è molto forte e a volte diventa castrante dover convivere con lei, con questa consorte per nulla consolatoria. Il Poeta cerca in tutti i modi di comunicare se stesso tramite la sua parola, la sua prosa, la sua poesia, il suo verso, tramite le immagini che va creando con la sua arte, ma non sempre riesce nel suo intento. O meglio, per essere precisi, esso ci riesce ma questa comunicazione non arriva a tutti allo stesso modo, e questo direi che è normale perchè non tutti siamo sulla stessa frequenza, c’è chi riesce a seguire e chi no, chi si perde altrove, chi sta indietro. Il Poeta ci tenta e ci mette tutto se stesso. E’ impressionante il sudore e le lacrime che grondano dalle sue opere, lui ci ha messo tutto l’impegno possibile e se a qualcuno il messaggio non verrà recapitato, non deve farsene una colpa. Non deve perchè l’incomunicabilità è parte fondante della sua vita, ed è un ingrediente principale nella portata della Poesia. Senza incomunicabilità, senza la necessità di superarla questa incomunicabilità, il Poeta non sarebbe vero Poeta. Non riuscirebbe a creare, a ispirarsi, a lasciarsi ispirare e a trasmettere la sua ossessione. Si, perchè è di ossessione che si tratta: il Poeta crea sotto l’influsso della sua ossessione, e grazie ad essa si ispira e si lascia prendere dall’impeto della sua Poesia, del suo modo di farla, la Poesia. Può essere ossessione per una persona, per una musa, per un concetto, per un ideale, per una eidos, per un sogno, per una immagine, per un quadro, ossessione per altra arte, ossessione per la musica, ossessione per il piacere, per la dannazione che ne deriva…  qualsiasi ossessione possa esistere conduce, nel Poeta, alla stessa medesima meta: la creazione. Senza una ossessione non si crea. Si crea solo se l’ossessione è pura, è scevra di artifici e di regole decise a tavolino, l’ossessione deve essere libera, senza catene. Quando si prefigura una ossessione di siffatta specie, allora avviene la magia: il Poeta si concentra sulla sua ossessione e crea, crea altra vita perchè la Poesia è questo, Vita, vita che darà a sua volta l’imput ad altri (non a tutti, certo) al fine di crearne dell’altra, ispirerà altre ossessioni e così via all’infinito, nell’eterno circolo di vita e Poesia, di Poesia e ossessione, di ossessione e creazione. Chi non riesce a lasciarsi ossessionare da niente e nessuno non sarà mai Poeta. Mai. Il Poeta  non decide nulla di sè e della sua Poesia, no. Essa viene a lui come ad un profeta, se ne impossessa e lo usa come tramite per farsi verbo, per trasmettersi al mondo, il quale a volte riceve e a volte no, ma è pur sempre uno scambio, uno scambio tra due entità vive. La Poesia è viva, come viva deve essere l’ossessione, in un continuo rinnovare se stessa. Ecco che allora possiamo dire di esserci avvicinati al vero senso della Poesia, e alla vera origine della sua nascita, della sua apparizione nel mondo. Si scrive perchè questa ossessione ci spinge a farlo, perchè si sente l’impellente bisogno di far uscire fuori tutto quel liquido che ci brucia dentro come fosse lava incandescente e tu il cratere nel quale essa ribolle. L’ispirazione viene e ci travolge e può pervenire da qualsiasi cosa che si è vista, sentita, assaporata, vissuta, sognata, desiderata…  da chiunque e da qualunque cosa, e quando arriva noi diveniamo schiavi nelle sue mani, privi di volontà e di discernimento. Non siamo più noi a comandare, è lei. Solitamente ci sono dei momenti ben precisi nella vita di un Poeta che preludono ad una esplosione della sua Poesia, questi momenti sono impercettibili, ma se si sta attenti, in ascolto, si possono individuare e congelare per poterli gustare con meno fretta, con maggiore razionalità e meno istintualità. Questi momenti spesso arrivano dopo lunghe pause nel nulla, a crogiolarsi nella vita reale, fatta di routine e di ritualità, e di immensa sicurezza. Il Poeta vive e deve creare nella insicurezza della propria esistenza, la sicurezza è nemica della sua ossessione, la routine idem, non fa bene alla sua Arte. La Poesia è impregnata di insicurezza, trasuda insicurezza da tutti i pori, trasuda angoscia, trasuda desideri non realizzabili, trasuda materia cosmica, irraggiungibile, intoccabile. La Poesia trasuda movimento, e il movimento non è mai indice di sicurezza che piuttosto si accosta all’immobilità, alla staticità. La Poesia è dinamica, non puoi imbrigliarla; anche le parole che il poeta scrive nero su bianco non sono statiche, ma anzi esse si muovono in una ritmica danza ossessiva e ti afferrano a destra e a manca come vogliono, senza preservarti da lividi ed ematomi. La Poesia nasce nella Vita e continua anche oltre la Vita.

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Il concetto è dinamico, su questo non ci piove, ma quando a creare Poesia sono i bambini con i loro temi cari, con la loro infinita fantasia, immagini dal contenuto di notevole valore per l’autenticità dello stile letterario nella minuziosità delle descrizioni finemente particolareggiate, per i loro sentimenti così vibranti di passione, gioia, creatività,  rivelando un animo sensibile dotato di una rara forza penetrante, la Poesia cambia direzione, si lascia quasi “coccolare” dalle tenerezze dei  bambini che, come per gioco, si accostano ai grandi Poeti, con quella dolcezza, semplicità e quella dote che, soltanto i bambini hanno, di esaltare con giusta misura le autentiche qualità dell’animo umano. La profonda sensibilità creativa dei bambini, si avvale di una chiarezza linguistica, che è una dote naturale di ogni bambino. Dote che agevola il realismo descrittivo di fatti e situazioni e in certi casi, sublimandone l’espressione drammatica con felici spunti lirici, musicali, di tipo sentire, colori e giochi. I temi cari delle loro creazioni sono memoria di un mondo che vivono quotidianamente, dell’ambiente naturale, ma soprattutto fantasticherie e sogni, rielaborazioni di  sensazioni, impressioni, di esperienze che vivono, anche drammatiche che poi riescono a tradurre in versi di sicuro e riuscito effetto. Così, i bambini del magico paese delle Janas (fate), dell’acqua: Sadali, un meraviglioso borgo, al confine tra il sud Sardegna e la Barbagia di Seulo, ammantandosi di Poesia per esorcizzare la pandemia del Covid-19, periodo così insolito per loro, per tutti i bambini, per noi tutti… allargando il campo della sensibilità, hanno dato voce alla Poesia che è dentro di loro. Carboni Danilo, Deidda Nicolò Lorenzo, Farris Alice, Loi Tommaso, Idrissi Ismail, con i loro versi, evocazioni, hanno reso visibile l’invisibile, giocando con l’immaginazione, con la fantasia.

 ….

“GLI OSPEDALI AL COLLASSO

 HANNO BISOGNO DI RILASSO

 SPERIAMO PASSI PRESTO

 NON HO IL SESTO SENSO

 VOGLIAMO LA NOSTRA LIBERTA’

 CHISSA’ QUANDO ACCADRA’….

(Coronavirus di Carboni Danilo)

 ….

“IO SPERO CON TUTTO IL CUORE

  CHE AL PIU’ PRESTO

  CI SIA UN LIETO FINE

  A QUESTA PANDEMIA

  E CHE CI PORTI PRESTO,

  SERENITA’ E ALLEGRIA”….

(Coronavirus di Deidda Nicolò Lorenzo)

 ….

“DALLA CINA SEI ARRIVATO

 E IL NOSTRO MONDO HAI SCOMBINATO,

 TUTTI A CASA, TUTTI DENTRO,

 PER PAURA DEL TUO SPAVENTO.

 NON TI VEDO E NON TI SENTO

 MA LONTANO NOI SAREMO.

OH GESU’ PORTALO VIA E RIDACI L’ALLEGRIA”…

(Coronavirus di Farris Alice)

 ….

“MA TU ANTIPATICO BIRBANTE

  NON ESSERE TANTO CONVINTO

  PERCHE’ IL MONDO IN UN ISTANTE

  TI AVRA’ GIA’ VINTO.

  E ALLORA TUTTI I BAMBINI

  RIABBRACCERANNO I LORO NONNINI

  TUTTI INSIEME CI AIUTEREMO

  E ALLA FINE FESTEGGEREMO”….

(Coronavirus di Loi Tommaso)

….

“CORONAVIRUS DI QUA

 CORONAVIRUS DI LA’

 FA SCAPPARE LA GENTE DI QUA

 E DI LA’. POVERO MONDO

 PROPRIO ROTONDO

 QUESTO CORONAVIRUS, FURIOSO

 FA CONTAGIARE TUTTI

 IN UN SOLO COLPO”….

(Coronavirus di Idrissi Ismail)

In ciascun verso dei giovanissimi Poeti che hanno creato Poesia, si coglie la speranza che viene dal profondo, è specchio di interiorità, desiderio di riprendere la quotidianità… la libertà. Carboni Danilo, Deidda Nicolò Lorenzo, Farris Alice, Loi Tommaso,  Idrissi Ismail con la Mnemosyne, la madre della Poesia, hanno convogliato le loro forze, generate dalla speranza, fantasia, gioia, paura. Si sono resi testimoni di quanto si cela dietro la Poesia che è un dono di sè agli altri. E’ nella Poesia che si forma la vivace e poetica personalità di ogni giovanissimo autore, a contatto con il mondo degli affetti familiari, la cultura e tradizione del loro paese… emblemi di valori profondi.

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5 commenti

  1. La poesia è vita, la poesia è amore
    Ma è anche tristezza e a volte dolore

  2. La poesia è lo specchio della nostra anima. Prende vita seguendo la voce che il nostro “io” più intimo ci indica. E può avere varie sfaccettature e possono anche sfociare nel dolore, nella sofferenza, nella delusione. Per i bambini può essere solo creatività e gioia

  3. in Sardegna bisogna assolutamente fare un giro a Sadali ed Esterzili , sono due paesi uno di fronte all’altro e sono bellissimi, in uno ci sono nata e cresciuta a Sadali facevo le vacanze ❤

  4. Poesia è spalancare la finestra della propria interiorità. È gioire per il miracolo della Vita che si rinnova attimo per attimo. È, come dice il grande Giovanni Pascoli, trovare nelle cose il loro sorriso e la loro lacrima. Poesia è ritrovare in noi quel fanciullino che spesso teniamo incatenato in fondo all’anima e lasciarlo libero di stupirsi per il miracolo della Vita e del Creato.

  5. Parlando di Sadali e di Tottus in Paris, con Luciano Seddaiu

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