ALBERI E CENTENARI NASCONO E MUOIONO INSIEME: A VILLAGRANDE STRISAILI IN SARDEGNA, IL RECORD MONDIALE DI LUNGA VITA

Da quel momento ci sono due vite parallele che prendono forma e crescono insieme. Quella del bimbo che diventa giovane e poi uomo. E quella dell’albero che sfida e supera in altezza il suo “creatore” mettendo su tronco e rami belli e robusti.

Passano gli anni: l’uomo diventa vecchio e quindi centenario.

L’albero, qualche anno più giovane, gli sta dietro e resiste anche lui alle intemperie della vita, nel suo caso a vento, pioggia e a siccità. Poi il centenario muore. E l’albero cosa fa? Muore anche lui: da un giorno all’altro si secca.

Verità o leggenda, non si sa. Ma forse serve a spiegare perché il piccolo centro dell’Ogliastra è diventato la capitale mondiale della longevità. Il segreto? Uomo e natura lì, sono la stessa cosa.

Il primo centenario di Villagrande Strisaili è registrato negli archivi della Diocesi nel 1700. E allora, se così si può dire, valeva di più: si moriva prima e arrivare a “chent’annos” era considerato un fenomeno soprannaturale.

Ma quello che è stato studiato dopo dice che il soprannaturale c’entra fino a un certo punto. C’entrano invece cose più tangibili come il latte, il formaggio e forse anche il vino. C’entrano l’aria buona che in quella zona è un miscuglio di brezza marina è fresco di montagna e mare. E poi c’è il fattore sociale.

Lo spiega bene Rita Usai, la responsabile dell’ufficio di longevità, istituito dal Comune proprio per monitorare questo fenomeno: “Gli anziani sono parte attiva della comunità- racconta- da quando si svegliano a quando si addormentano hanno sempre qualcosa da fare perché la famiglia e il tessuto sociale li considerano un importante punto di riferimento”.

Come lo era tziu Michelino Scudu, 101 anni compiuti a gennaio, scomparso a giugno.

Lui era uno dei campioni che ha portato a Villagrande il primato mondiale di longevità, assegnato nel 2011 secondo criteri scientifici molto rigoroso. A Okinawa, dall’altra parte del mondo, c’è il record di longevità femminile. Ma in Ogliastra dicono che nella finalissima senza distinzione di sesso vincerebbero loro: le donne di Villagrande- affermano con sicurezza- muoiono molto dopo gli uomini di Okinawa. Centenari lucidi: tziu Michelino- raccontano le cronache- due estati fa era nella poltrona d’onore come presidente della selezione regionale di Miss Italia.

Gli studi scientifici hanno poi contribuito all’ingresso di Villagrande e della sua frazione Villanova nel Guinness dei primati nel 2014.  E lì continua a rimanere. Calcoli ben fatti che tengono conto dei dati raccolti dal Comune dal 1861, nascita del Regno d’Italia in poi. Tutto si basa sull’indice di longevità estrema (ELI, extreme longevity index): di solito è inferiore allo 0,5%. Ma a Villagrande Strisaili è doppio, quasi triplo: raggiunge l’1,267%.

Dal 1948 i centenari a Villagrande e Villanova sono stati quarantasei. Ora sono in cinque, tre uomini e due donne. La genetica conta, spiega Usai, forse al 70-80 per cento. Il resto lo fa lo stile di vita. E il pastoralismo, l’esistenza all’aria aperta a contatto con la natura, è più di una spiegazione. Non solo Villagrande. Quella è la capitale, ma il discorso può essere esteso a tutta la Sardegna.

E infatti, prima del lockdown, se ne erano accorti anche i cinesi.

L’idea di un posto che allunga la vita era arrivata a una cordata composta da enti governativi e investitori privati.

E l’obiettivo era quello di realizzare lungo le coste villaggi con un target turistico ben preciso: cinesi di mezza età o anziani. Mare, cibo buono. Okay, ma la chiave per portare i vacanzieri (si parlava anche di voli diretti Cina-Sardegna) era quella: l’isola della lunga vita.

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Un commento

  1. La dimensione del tempo è differente in #Sardegna

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