IELMO CARA, L’ARTISTA PASSIONALE CHE PER CASO HA INIZIATO A DIPINGERE

ph: Ielmo Cara

di RITA CODA

L’arte non dipende da noi. Certo, la possiamo creare, soggiogare creandola ma sarebbe sempre un’arte artificiale, finta forse, che non ha molto a che vedere con quella naturale e spontanea dell’uomo. Non ricordo chi, ma qualcuno diceva sempre che l’uomo è positivo solo nel senso che è artista, nel senso che l’uomo crea e spesso detiene l’arte, solo per questo. Una vita senza arte sarebbe una NON-VITA, non trovate? Senza arte non c’è vita. O se pure esiste una vita senza arte è una vita triste, priva di unitarietà. Perchè l’arte unifica e unisce. Unisce le varie parti di noi stessi, le varie maschere che inevitabilmente si indossano. L’arte cura e amplifica ciò che è debole e che non riesce ad uscire fuori tranquillamente. Semplicemente. Se sei un artista lo sei perchè lo sei e basta. Lo sei perchè non puoi non esserlo, perchè di quell’arte ne hai bisogno quotidianamente per evitare il coma o per evitare la morte sensoriale, per evitare di entrare in una crisi d’astinenza. Lo sei perchè quando sei ispirato ti vengono tante di quelle idee e di pensieri che non riesci a fare o dire nulla se non liberi tutto ciò che ti sta brutalizzando l’anima. Lo sei perchè hai qualcosa da dire, da esprimere, che sia per te o per gli altri non interessa. Lo sei perchè se non lo fossi ti sentiresti ancora più incompleto di quanto non ti senta già. Essere artisti (quindi anche pittori) è come una netta necessità, come il caso dell’artista passionale Ielmo Cara, collezionista di minerali sardi, disegnatore, pittore autodidatta e incisore, che  nasce nel 1934 a Gavorrano, un paese di miniere, in provincia di Grosseto, da genitori sardi. Oggi vive a Carbonia è ha fatto della sua arte una vera passione di vita. Le sue opere sono delle vere testimonianze di vita, documentate con la tecnica del monotipo personalizzato dall’artista, tra i primi in Sardegna ad utilizzare questa tecnica, che consiste nella stampa di un’unica copia di un disegno a chiaroscuro, eseguito su lastra metallica con inchiostro calcografico e trasportato su carta mediante pressione. La tecnica ad incisione della linoleografia è una tecnica che utilizzarono grandi artisti del passato come Matisse, Picasso, Kandinskij. Ma l’artista Ielmo Cara spazia anche con la pittura a colori acrilici dai toni caldi, pittura ad olio e con i suoi stupendi Murales. Le sue meravigliose opere, ci fanno tornare indietro nel tempo, viaggiare, quasi come una macchina del tempo, e ci riportano a vivere la vita sociale, le scene quotidiane del sacrificio del lavoro dei minatori, attraverso l’espressiva sofferenza dei loro visi, mani, corpi.  Ci riportano alla memoria i paesaggi rurali della Sardegna, opere d’arte che sono dei veri e propri documenti fuori dal tempo, ma che durano nel tempo, affinchè la memoria della cultura, non si sbiadisca nel tempo.

LINOLEOGRAFIA – VAGONATORE DI MINIERA

In modo ironico l’artista Ielmo Cara,  focalizza la sua passione artistica con: “è stato tutto per caso”. Un medico, per caso, durante un suo ricovero, ammirando i suoi disegni, lo  definì pittore. Trovandosi per caso a Nuoro, entrò in contatto con artisti Sardi di grande prestigio e a 20 anni iniziò a dipingere. Sempre per caso, durante una sua breve permanenza a Sassari incontrò, l’incisore mitologico Enrico Piras che lo portò ad amare l’arte dell’incisione. Per Caso a Udine conobbe il poliedrico artista Giorgio Valentinuzzi, pittore, grafico, musico ecc., artista cha ha abbracciato diverse discipline artistiche.

Ielmo Cara sempre per caso conobbe artisti come Piccini, Spacal, Celiberti, Zigaina, PinuccioSciola, Nonnis Ruiu, Liiana Cano, Remo Branca, Fantini,  Angelo Liberati, Pirisi, Frogheri, Pietro Mele, Barranca, Mario Adolfi e e tantissimi altri artisti di grande fama.

MONOTIPO – PASTORE DI CIXERRI

Le opere di Ielmo Cara sono state esposte in numerose mostre non soltanto a livello regionale, ma anche nazionale come Torino, Milano dove sono sempre state apprezzate per quella bellezza delle cose effimere, leggere, trasparenti, quasi fatte di nulla, fatte di sogni forse, di immagini evanescenti che con la prima brezza serale svaniscono dietro all’orizzonte infuocato. L’artista nelle sue opere mostra cos’è questa bellezza e  mostra anche la sua doppia faccia, l’altra metà, ti mostra anche la Bruttezza che invece si cela dietro ad una Bellezza oggettiva che da tutti viene definita tale, una Bellezza falsa e malata, dal sapore dolciastro e nauseabondo. Due facce quindi, due bellezze differenti. La prima, quella delle cose effimere, la vedono solo alcune persone, le persone pure d’animo, gli artisti, chi dentro di sè ha un grande occhio aperto sul mondo e sulla sua immensa varietà. La seconda, quella ipocrita e brutta, la vedono tutti gli altri, alcuni ci credono, altri no, ma sta di fatto che c’è e in molti la accettano come tale. Tuttavia è la prima ad interessare Ielmo Cara, quella che di solito passa inosservata e imperscrutabile ai più: la bellezza recondita.

L’arte è qualcosa che senti nelle viscere. L’arte è estremamente viscerale. Ecco perchè creare qualcosa simboleggia la nascita o il concepimento di qualcosa e uccidere quella creazione simboleggia una morte. Ogni cosa che si crea è una nascita, un nuovo essere che dipende dall’artista che lo ha creato, finchè non cresce al punto da darlo agli altri, alla folla, al pubblico se vogliamo, e allora in questa parte non dipende più da noi: è come se venisse svezzato. E come le madri sanno svezzare non è mai semplice, richiede autocontrollo e coraggio, perchè significa esporre la propria creatura nella gabbia dei leoni. E si rischia tanto. Si rischia che un leone inghiotta completamente la tua creatura, senza darti nemmeno il tempo di salutarla per l’ultima volta. Ielmo Cara si definisce un artista ancora romantico ma afferma anche che vivere d’arte significa accettare anche  compromessi.

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9 commenti

  1. bellissima recensione. Brava Rita, come sempre!

  2. Anche co Ielmo Cara, Rita Coda, continua a mostrare le sue indubbie qualità di critica d’arte. Ancora “Bravissima!”

  3. Bellissima recensione. Bravissima Rita, sei sempre speciale. Ad maiora!

  4. Ho un quadro che mi ha regalato il fratello Giancarlo Cara.

  5. Un ringraziamento Per l’eccellente recensione scritta da Rita Coda. Che ha saputo cogliere e capire , il mio voler raccontare con la mia passione e documentare momenti e i ricordi con l’esperienze da me vissute nel tempo .Grazie di cuore.

  6. Bellissimo articolo, sul maestro Ielmo Cara
    , non per caso racconta ancora la storia della Sardegna con la sua memoria e la sua fantastica esperienza, grazie!

  7. L’influenza rurale nei suoi dipinti, compare in tutta la sua semplicità…nei paesaggi, nei soggetti, nei colori ; ricordi della sua infanzia, un mondo che racconta il passato, la nostalgia del vissuto.
    La sua mente, in continua evoluzione, un’energia incontenibile..uno spirito libero, originale, dove talvolta il realismo, sposa magnificamente l’astrattismo (esplosione di colori forti ed esuberanti), regalando a noi che guardiamo..il suo infinito universo!
    Onorata di essergli amica e collega. Grazie, Jelmo Cara.

  8. Complimenti per l’ottima recensione! Rita Coda ha messo in luce alcune particolarità che non conoscevo del “nostro” artista Ielmo Cara. Congratulazioni Ielmo!

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