COME RISCOPRIRE L’ARMONIA TRA CIELO E MARE, TRA TEATRO E NATURA: CON L’ASSOCIAZIONE “GREMIO DEI SARDI” DI ROMA, LA MOSTRA DI MALGARI ONNIS PORRINO AL MONTE ARGENTARIO

di MARIA CATERINA FEDERICI

Contemplazione e tradizione, prendersi cura e osservare i volti e la bellezza con la consapevolezza della riscoperta di simboli e archetipi che delineano e a volte sottolineano una visione estetica che è anche rappresentazione sociale, questo è il messaggio che Màlgari Onnis invia dai tableaux esposti a FORTE STELLA a Port’Ercole in un’atmosfera sospesa tra cielo e mare, cornice di grande bellezza.

Quello di Màlgari è un lessico antico, tradizionale che riscopre un’armonia di senso in un’unicità di molteplicità, che nell’immediatezza accomuna tutti e arriva a tutti.

La sua esperienza di scenografa e costumista si coniuga felicemente con la sua pittura e contribuisce a far ripensare il mito della contemporaneità attraverso la luce che mandano i Ritratti, visi colti nella specificità del loro essere. Proprio i Ritratti rappresentano, a mio parere, la chiave di lettura della pittura di Màlgari, della sua capacità di “leggere” l’animo umano sulla base di felici intuizioni e conoscenza personale, diretta della persona ritratta.

Il ritratto di Anna Magnani, quello di Moravia e della Callas, quello di Irene Papas e di Edoardo De Filippo, soltanto per citarne alcuni, ne sono l’esempio più vivo.

Il volto, per Màlgari, è uno spazio vitale.

La rappresentazione dei volti coinvolge l’osservatore e lo trascina in un viaggio della memoria in uno spazio teatrale, frontale che è il risultato di una freschezza espressiva frutto di conoscenza diretta delle persone e delle situazioni. Sembra quasi che le figure rappresentate interroghino l’osservatore invitandolo a ripercorrere i propri ricordi aumentando il senso di empatia tra osservatore e personaggio rappresentato e osservato. Proprio nei Ritratti, l’esperienza professionale di Màlgari si fa chiave interpretativa e “mette in scena” il Personaggio invitandoci a dimenticare la sua storia e a ricordare la Storia che ha reso grande il Personaggio.

Se la sua pittura ha una chiave interpretativa di fine introspezione, questo si evidenzia anche nelle immagini di ricordi di viaggio, “cartoline da Grand Tour,” del Grande Nord Europeo, gli Iceberg della Groenlandia che hanno colpito il suo immaginario con la loro maestosa freddezza assumendo un forte significato premonitore delle responsabilità sociali che stiamo assumendo verso il destino futuro della nostra Terra.

Màlgari dimostra in questa diversa dimensione della rappresentazione artistica una sensibilità, intensamente poetica e malinconica, verso l’ambiente e il clima che, attraverso una strategia visiva, mette l’accento sulla difesa dell’ambiente e sulla sua salvaguardia.

Se l’Argentario, scelto da suo marito Ennio Porrino, come destinazione della sua vita e della sua arte, aspettava di ospitare questo evento, si rimpiange la breve vita di questa Mostra per soltanto dieci giorni, che avrebbe meritato un più lungo perdurare per essere fruita da un più vasto pubblico.  Ma così come pochi giorni di vita di una farfalla sono il risultato di una condizione larvale, l’arte di Màlgari per molti anni ha ideato e prodotto opere di ingegno artistico che valeva comunque la pena di mostrare, sia pur in una selezione ridotta, in una cornice degna del contenuto.

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